Todi, in salvo tiglio di 590 anni d’età

Lo storico albero di ‘San Bernardino’ si trova al monastero di Montesanto. Comune in campo su richiesta dei frati: l’intervento prosegue

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590 anni e non sentirli, specie dopo il ‘restyling’ – tutt’ora in corso – e la messa in sicurezza attuata dal Comune di Todi. Parliamo del secolare ‘tiglio di San Bernardino’ che si trova al monastero di Montesanto (Todi) dove domenica si terrà, con inizio alle ore 11, una conferenza a cura del professor Antonio Brunori, colui che si è occupato di curare l’antica pianta. Si tratta di un vero ‘monumento vegetale’, con una circonferenza di ben 5,70 metri e un’età stimata in quasi sei secoli. Secondo la tradizione, il tiglio fu messo a dimora dalla popolazione di Todi per ricordare l’inizio della predicazione di San Bernardino da Siena in città.

Dallo studio all’azione

L’amministrazione comunale tuderte, a seguito della segnalazione dei frati preoccupati per la salute della pianta ed anche per la sicurezza dei cittadini, ha deciso di affidare lo studio sulla salute del tiglio al professor Brunori del dipartimento scienze agrarie ambientali e alimentari dell’università di Perugia. «La logica dell’intervento – riferisce l’assessore comunale ai lavori pubblici, Moreno Primieri – è stata quella di seguire delle priorità, che nell’ordine sono state: sicurezza delle persone, sanità dell’albero e stabilità futura. Infine si è guardato all’estetica del taglio, cioè equilibrare il futuro sviluppo della chioma».

Intervento delicato

«L’operazione di potatura – prosegue – è descrivibile come ‘ordinaria’ e sarà seguita nei prossimi giorni da una pulizia del tronco interno cavo dal materiale in esso depositato, con adozione di tintura di rame per la lotta al marciume interno e posizionamento di retina di metallo nella parte alta, per evitare futuri accumuli di detriti vegetali o di altri materiali. È stata quindi fatta la pulizia del materiale secco, con rimonda delle parti vegetali attaccate da marciume (tutti i rami fino ad un diametro di 25 centimetri). La parte più distale dal tronco presenta rami cavi o con presenza di acqua al loro interno. Per la potatura del materiale verde si è fatto un lavoro più di qualità che di quantità. Si è ridotta la chioma di 5 metri in diametro e di 3 metri in altezza, con l’obiettivo di ridurre il pericolo di scosciature laterali e di aumentare la vigoria delle parti più distanti dalle radici. Infine è stato rimosso dai rami tutto il materiale elettrico che da anni era posizionato, seppure non funzionante; sono poi stati messi in tensione tre tiranti già presenti da anni che sostengono tre branche tra di loro». Gli interventi sono stati eseguiti dai vivai Frassineti e Bellucci.

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