Terni, assalti e cortei: pugno duro di polizia e procura sugli ultras

Quindici denunce, altrettanti Daspo, sedici sanzioni e bar chiuso per 15 giorni. Nel mirino i fatti accaduti in occasione di due match interni

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Una «vasta operazione di contrasto all’illegalità nell’ambito della tifoseria ternana»: così la questura di Terni definisce l’attività che, condotta in sinergia con la procura della Repubblica, è stata presentata alla stampa lunedì mattina negli uffici di via Antiochia. Ad illustrarla, il questore di Terni Roberto Massucci, il procuratore capo Alberto Liguori, il sostituto Camilla Coraggio, il dirigente della Digos Marco Colurci, il dirigente della Divisione anticrimine Roberto Caffio e il dirigente della Divisione polizia amministrativa e sociale Vincenzo Romeo. Si tratta in particolare di 15 denunce, altrettanti Daspo e 16 sanzioni amministrative per oltre 21 mila euro. Sotto la lente di polizia di Stato e magistratura ci sono finiti i comportmenti di alcuni tufosi rossoverdi in occasione delle partite interne della Ternana contro Avellino (23 ottobre 2019) e Rende (19 gennaio 2020).

LA SFIDA CON L’AVELLINO DEL 23 OTTOBRE

Gino Mazzitelli e Marco Colurci

Le due partite ‘incriminate’

«I Daspo – spiega la questura – sono stati emanati a seguito dei fatti accaduti lo scorso 23 ottobre, al termine della partita Ternana-Avellino. Le sanzioni amministrative e la chiusura del bar Macedonia di viale Leopardi, invece, sono state irrogate per fatti commessi a partire dal match Ternana-Rende dello scorso 19 gennaio e che si sono ripetuti anche negli incontri di calcio successivi fino alla sospensione, causata dalla pandemia, del campionato in corso».

VIDEO – L’ASSALTO AI TIFOSI DELL’AVELLINO RESPINTO DALLA POLIZIA

L’assalto agli avellinesi

L’assalto agli avellinesi

«A far scattare i Daspo – prosegue la nota della polizia di Stato ternana – è stata l’azione di un gruppo di ultras locali che il 23 ottobre scorso avevano tentato di aggredire il convoglio dei tifosi avellinesi in uscita dal settore ospiti. Il gruppo, percorrendo in corteo via di Porta Sant’Angelo, travisato ed armato di aste, si era diretto in piazzale dell’Acciaio dove aveva poi fatto esplodere un petardo ed acceso fumogeni. In quel momento i tifosi irpini non erano ancora stati fatti uscire dallo stadio e la polizia di Stato era intervenuta: i tifosi avevano reagito scagliandosi contro il mezzo della polizia, danneggiandolo. L’indagine della Digos, seguita dal procuratore della Repubblica Alberto Liguori e coordinata dal sostituto procuratore Camilla Coraggio, ha dato un nome ed un cognome ai volti travisati: si tratta di ultras ternani di età compresa fra i 17 ed i 40 anni. Nei loro confronti – segnalati, a vario titolo, per i reati di resistenza aggravata, danneggiamento aggravato e travisamento – il questore ha disposto la misura del Daspo di durata variabile da un minimo di 1 anno fino ad un massimo di 10 per i plurirecidivi. Tra questi, due elementi arrestati per spaccio di stupefacenti nell’ambito dell’operazione ‘White Bridge’».

LA SFIDA CON IL RENDE DEL 19 GENNAIO

Corteo pre Ternana-Rende

I guai con il Rende: sedici sanzioni amministrative

Le sanzioni amministrative riguardano invece il corteo non autorizzato che «in occasione di Ternana-Rende aveva creato – è stato sottolineato – notevoli problemi di traffico e messo in serio pericolo l’incolumità sia dei passanti che degli automobilisti che degli stessi ultras. Quest’ultimi, incuranti delle norme che regolano il Codice della strada e il vivere civile, avevano occupato le due carreggiate di una strada ad alta densità di traffico come quella di viale dello Stadio. Tra i partecipanti al corteo, diversi ultras recidivi in quanto già colpiti da precedenti misure. In totale sono state irrogate sedici sanzioni amministrative da 1.333 euro ciascuna per aver ostacolato in libera circolazione».

L’OPERAZIONE ‘WHITE BRIDGE’

La chiusura del Macedonia Cafè

Sospesa licenza al bar Macedonia

Nell’ambito delle misuse di prevenzione, il questore Massucci ha disposto – sulla base dell’ex articolo 100 del Tulps – la sospensione della licenza per 15 giorni nei confronti del Macedomia Cafè di viale Leopardi: «Un bar diventato, nel corso del tempo, soprattutto in concomitanza degli incontri di calcio al Liberati, luogo di ritrovo di ultras e di persone con precedenti di polizia che hanno dato luogo a comportamenti illeciti compresi i cortei non autorizzati». Con la ripresa del campionato di calcio, dopo la forzata sospensione dovuta alla pandemia da Covid-19, «la questura di Terni – si precisa – attuerà controlli capillari del territorio con un’intensificazione ed un potenziamento dei servizi di monitoraggio e di perlustrazione proprio nelle aree note come centri di aggregazione della tifoseria ternana, anche per prevenire assembramenti di tifosi che, non potendo andare allo stadio, si radunano, contravvenendo al distanziamento sociale».

I CLIENTI DEL MACEDONIA CAFE’ SOLIDALI CON I GESTORI

Vincenzo Romeo, dirigente divisione polizia amministrativa questura Terni

«Estirpare le logiche di appropriazione del territorio a danno degli altri»

Il questore Massucci ha rimarcato «la grande collaborazione con l’autorità giudiziaria, segno che lo Stato, quando dialoga nelle sue parti, funziona. L’inizio dell’indagine – ha detto – risale all’aggressione tentata ai danni dei tifosi avellinesi. La complessità sta nel fatto che l’individuazione dei soggetti, attraverso le immagini delle telecamere disponibili, ha presentato numerosi ostacoli. Chi partecipa a situazioni come quelle finita sotto la lente, non dà punti di riferimento per la successiva identificazione. Ad esempio in molti si vestono allo stesso modo e tutti hanno i volti coperti. Ma la nostra Digos è stata come sempre all’altezza e la pazienza, certosina, ha pagato. Il nostro obettivo non è punitivo ma preventivo, tenendo conto che determinate logiche di appropriazione del territorio tipiche del mondo ultras devono essere estirpate, nell’interesse anche del tifo più sano. Ne sono un esempio anche questi cortei di tifosi lungo la strada che creano problemi alla normale viabilità e conquistano ‘libertà’ non dovute, a discapito di quelle altrui: i video in tal senso sono eloquenti. Ritengo che non ci sia nulla di più dannoso – ha detto Massucci – di tollerare l’impunità, consentendo possibili escalation. L’urgenza di tali provvedimenti è data anche dal fatto che a breve si tornerà a parlare di calcio a Terni, con la finale di coppa Italia in programma sabato prossimo, e ciò unito al controllo rigoroso della movida, può costituire un elemento di rischio che deve essere controllato, come è avvenuto finora. Ringrazio – ha concluso – anche la Ternana Calcio che è parte attiva, con il presidente Stefano Bandecchi e il vice Paolo Tagliavento, nel progetto di legalità che stiamo portando avanti».

Roberto Caffio, dirigente divisione anticrimine questura Terni

Digos, Anticrimine, Pasi: sinergia nella polizia di Stato

Il dirigente della Digos, Colurci, ha ricostruito i fatti del 23 ottobre – la tentata aggressione agli avellinesi ed i danni ai mezzi di polizia colpiti con aste di bandiere e pugni – ed ha sottolineato «il meticoloso lavoro di identificazione che rende merito a chi, quotidianamente, si spende per la sicurezza di tutti i cittadini». Il dirigente dell’anticrimine Caffio ha invece spiegato come «dei 15 Daspo, 11 riguardano persone che non erano state colpite dalla misure: in questi casi si va da 1 a 4 anni di allontanamento da manifestazioni sportive e luoghi interessati. Per 4 persone, invece, la sospensione va da 5 a 10 anni, fra cui i due indagati di ‘White Bridge’ sospesi per 8 e 10 anni. Questo perché i 4 erano recidivi ed ora dovranno firmare in questura quando si svolgono le partite della Ternana Calcio. Fra l’altro il divieto di accesso dato dal Daspo non riguarda solo lo stadio, ma l’intera ‘area di controllo’ del ‘Liberati’». Il dirigente della Divisione Pasi, Romeo, ha infine rimarcato come «la chiusura del Macedonia Café, bar usato da frange violente del tifo anche come propria ‘base’, è un provvedimento che va ad integrare l’azione complessiva della questura, per sottrarre strumenti e spazi ad i soggetti che li utilizzano con finalità illegali».

Il pm Camilla Coraggio

La procura: «I poliziotti infamati sono gli stessi che vi aiutano quando serve»

Sul piano giudiziario, il pm Coraggio ha spiegato che «le condotte in esame sono pericolose per la sicurezza pubblica ed integrano, al tempo stesso, fattispecie di reato come la resistenza pulriaggravata, il danneggiamento aggravato e il travisamento in manifestazioni pubbliche. L’identificazione dei protagonisti è stata difficile ma anche il raffronto fra le telecamere pubbliche, ad esempio in piazzale dell’Acciaio, e quelle poste all’ingresso e dentro lo stadio ‘Liberati’, ci ha consentito di giungere ad elementi certi circa le persone coinvolte nei fatti. Un lavoro certosino e di qualità che è giusto evidenziare». Il procuratore capo Liguori, invece, oltre a sottolineare il ‘lavoro di squadra’ con la polizia di Stato e l’affinità con il questore Massucci («quando è giunto a Terni mi sono subito reso conto che avremmo lavorato bene»), si è soffermato su alcuni aspetti. Come le telecamere utilizzate per le indagini: «Sapete quanto in passato abbia criticato i malfunzionamenti. Questa volta invece gli strumenti disponibili ci hanno aiutati ad ottenere gli elementi che cercavamo». E poi, più in generale: «I tifosi colpiti sono una sparuta minoranza rispetto al quadro generale di civiltà che caratterizza anche la città di Terni. Ci sono persone che creano ‘ring’ paralleli allo stadio, che pensano sia normale organizzare agguati e guerriglie, che scelgono basi logistiche dove organizzarsi e organizzare tali azioni. Ci sono elementi per certi versi tribali in queste vicende. Ed anche gli insulti, gli sputi e le aggressioni alla polizia: ma non ci si rende conto, e spero possa avvenire quando la rabbia di questi signori sarà ‘sbollita’, che lo stesso poliziotto che tu infami e insulti, è lo stesso che il giorno prima o quello dopo ha salvato la vita a te, a qualcuno dei tuoi cari, che ha arrestato il ladro che è entrato a casa tua, che ti ha aiutato quando c’era il lockdown, che è sempre pronto a dare una mano?».

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