Terni, guai cimiteri: progetto pilota per razionalizzazione

Iter pluriennale per tentare di sistemare del tutto le problematiche: prima fase biennale per il cimitero monumentale. Mirino su Terni Reti per il supporto

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di S.F.

Il cimitero di Terni

Cimiteri di Terni, razionalizzazione e limitazione dell’espansione. Con focus anche sul recupero della sezione storica di quello monumentale: sono gli elementi chiave di un progetto pilota sperimentale in più fasi che il Comune ha intenzione di mettere in piedi con il supporto di Terni Reti. Motivo? Un tentativo di riqualificazione complessivo tenendo in considerazioni gli evidenti problemi che si trascinano da tempo nonostante le cifre messe a bilancio per la manutenzione. Palla in mano al responsabile unico del procedimento, il funzionario tecnico Federico Nannurelli. Dell’argomento se ne parlerà giovedì prossimo in I commissione sulla base della proposta del 7 agosto scorso.

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Il cimitero di Terni

L’emergenza cimiteriale

Non c’è bisogno di ricordare le segnalazioni – sia per il monumentale che per quelli periferici – legate alle criticità dei cimiteri. Gli interventi nell’ultimo decennio non sono mancati ma, in generale, quasi sempre la soluzione ha riguardato l’espansione delle aree cimiteriali. Ma c’è da metterci mano diversamente. Come? «Si pone oggi il problema – si legge nella proposta – di abbinare all’espansione, in molti casi comunque necessaria, anche la razionalizzazione del patrimonio cimiteriale esistente, sia in termini organizzativi che di strumenti di gestione più veloci e moderni. Ad esempio il mancato rinnovo delle concessioni, con conseguente utilizzo indebito dei loculi, da un lato comporta una perdita consistente per le entrate comunali, dall’altro richiede investimenti per edificarne di nuovi». Dunque si deve razionalizzare.

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Il cimitero di Cesi

Sos personale e front office. La prima fase

I guai restano nonostante l’intervento sul modello di gestione per i sedici cimiteri: «A causa della carenza del personale dell’ente e della particolare delicatezza dei servizi di front office, oggi si impone una ulteriore fase di razionalizzazione». Come? Con il progetto pilota in questione per la riqualificazione tramite un programma pluriennale per «recuperare la dignità e la memoria, evitando il consumo del suolo». La durata della prima fase è stimata in due anni e coinvolge solo il cimitero monumentale, dove al momento sono stimate 400 tombe e loculi abbandonati, 150 retrocesse, 350 loculi con concessione decaduta, 250 provvisori e 180 recuperati. Il focus è anche sullo smaltimento delle liste di attesa.

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Le azioni e il piano regolatore 

All’atto pratico si parla di razionalizzazione dei campi comuni, recupero dei posti con contratti scaduti, recupero delle tombe/edicole/cappelle abbandonate e retrocesse, recupero dei loculi in abbandono, trasformazione di quelli provvisori in definitivi e lavoro sulla sezione storica del cimitero monumentale. Inoltre spunta un piano regolatore cimiteriale per la previsione dello sviluppo. C’è un problema. Il Comune da solo – questione carenza di personale – non ce la fa. Ed ecco che interviene Terni Reti.

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Carlo Befani

Servizi e assistenza

Cosa c’entra la società dell’amministratore unico – ancora per poco, come noto – Carlo Befani? Terni Reti il 6 marzo ha inviato a palazzo Spada la manifestazione d’interesse alla gestione dei servizi nei sedici cimiteri comunali per l’attività di supporto nello sviluppo del progetto pilota. In sostanza, se tutto fila liscio, sarà incaricata per seguire alcune fasi del processo. Resterà in capo all’amministrazione il ‘controllo’ dei cimiteri. «Si deve svolgere questa attività amministrativa con particolare rigore, dato che nella motivazione del provvedimento di affidamento vanno esplicitate chiaramente le ragioni del mancato ricorso al mercato, nonché dei benefici per la collettività della forma di gestione prescelta, anche con riferimento agli obiettivi di universalità e socialità, di efficienza, di economicità e di qualità del servizio, nonché di ottimale impiego delle risorse pubbliche», viene specificato nel documento legato al progetto che dovrà essere approvato dal consiglio.

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Federico Nannurelli

L’indirizzo

Il via libera del consiglio riguarderà l’indirizzo di attivare il progetto. Che significa? Con il semaforo verde dell’assise ci sarà il mandato al dirigente Piero Giorgini – ma a muoversi sarà Nannurelli – di avviare le procedure per la valutazione della sostenibilità economica dell’affidamento a Terni Reti, pubblicare la determina a contrarre con l’obiettivo di «ricercare altri operatori economici di mercato interessati a manifestare l’interesse allo svolgimento delle prestazioni di servizio per effettuare un confronto» e predisporre tutto ciò che occorre per l’approvazione in consiglio «qualora l’operazione sia ritenuta praticabile a conclusione della prima fase amministrativa». Dell’argomento se ne era già discusso ampiamente nel 2019, ora c’è il nuovo iter.

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