Terni, va in scena lo scontro su bilancio e fondi ‘spostati’

Lunga III commissione consiliare sull’assestamento: mirino sul milione e mezzo per Cospea e decoro. «Gestione scellerata». Bordoni: «Parlate voi? C’è visione e coraggio»

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di S.F.

Il sottopasso di Cospea Alta, il decoro, il verde, le strade, la Taric, le partecipate, i post social del sindaco e del vicesindaco, le promesse elettorali, il dissesto, il possibile nuovo ‘crack’ in termini di bilancio. E altro ancora. Una più che frizzante – magari non per chi era in attesa di trattare gli altri punti all’ordine del giorno – III commissione consiliare giovedì mattina in Comune a Terni sull’assestamento e la salvaguardia degli equilibri: cinque favorevoli, due contrari e partita chiusa, se ne riparlerà martedì nell’assise. Il tema di scontro politico non poteva che essere legato all’utilizzo del milione e mezzo di euro di avanzo libero 2022 da parte dell’esecutivo Bandecchi che, in origine, la giunta Latini aveva destinato alla creazione di un accantonamento per integrare il fondo rischi passività potenziali.

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Cecconi e Masselli

Il dato base

La notizia dell’assestamento è appunto l’impiego del milione e mezzo citato sopra. Scontato che l’opposizione non fosse d’accordo. Ci ha pensato l’assessore al bilancio Michela Bordoni a dare il là al confronto: «Abbiamo trovato un avanzo libero da 1,5 milioni e seguiamo le priorità su decoro e strade nell’ottica di prevenire incidenti. I contenziosi sono numerosi (ci ritorneremo sul tema, ndr). Inoltre è stato deciso di utilizzarlo per finanziare il progetto di Cospea Alta e proseguire il lavoro sulla manutenzione del verde». Per le rotonde piazzati 500 mila euro. Da parte sua ringraziamento per la dirigente alle attività finanziarie Grazia Marcucci e la funzionaria con PO Alessia Almadori per le verifiche con le singole direzioni: mirino su impegni di spesa e rispetto. Il collegio dei revisori ha dato il via libera alla manovra.

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I consiglieri di AP

Le questioni tecniche. Di mezzo cascata e Taric

A battagliare sull’assestamento è FdI. In primis perché Orlando Masselli conosce bene la situazione finanziaria dell’ente avendola gestita fino a due mesi fa. Inoltre il capogruppo Dem Francesco Filipponi – l’altro consigliere ‘esperto’ sulla vicenda – è out: «Declinazione politica per l’impiego delle risorse, giusto. Mi dicono che sui social contestate – l’esposizione – più volte la nostra opera di risanamento e puntate il dito verso la cattiva amministrazione su dissesto ed equilibri. Non è così. Il milione e mezzo non lo avete trovato e non si può dire che abbiamo lavorato male se poi avete in mano questo avanzo fatto da noi. In origine – le parole dell’imprenditore agricolo e uomo di banca – era per prevenire il disavanzo dell’anno prossimo. Questa è una manovra buona per il consenso elettorale, mentre con noi c’era l’equilinrio con prospettiva prudenziale. La giunta Latini aveva previsto di fare qualche sacrificio su questo fronte. Poi è chiaro che tutti ci auguriamo che il sottopasso di Cospea si faccia. Questa è la strada per buttare fumo negli occhi e non per mantenere i risultati». Masselli – non sarà l’unico – tirerà in ballo anche l’appostamento da 200 mila euro legato alle entrate dei proventi della cascata delle Marmore (causa aumento dei turisti), con destinazione vincolata e che coinvolge il Pef per i rifiuti: «In parte le avete tolte, come va ad incidere sul piano economico-finanziario?».

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L’assessore Bordoni

Bordoni e il nodo patrimonio

Il confronto con Bordoni è placido. Lo sarà meno con Elena Proietti Trotti: «Grazie a Masselli, non c’è arroganza su materie tecniche. La coperta del Comune è corta – la replica dell’esponente dell’esecutivo – e per ciò che riguarda il milione e mezzo di euro, è stato creato un fondo apposito per rimanere in equilibrio. La prudenza c’è, io lo sono in privato per le mie aziende. I soldi non sono stati presi con forza e ne abbiamo parlato con i revisori. E il sottopasso di Cospea va fatto da anni. L’obiettivo è la razionalizzazione delle risorse». Cenno anche al patrimonio comunale: «Ad ogni nostro bene manca qualcosa. Magari il collaudo. A Cardeto gli spogliatoi non sono fruibili. Se si impiegano dei soldi, bisogna sapere bene come si fa. Non che la cifra spostata ci mette in crisi». Poi un messaggio ai ‘rivali’ politici: «Dobbiamo arrivare ad avere per Terni lo stesso trattamento che hanno avuto altri Comuni dal Mef. E su ciò chiediamo una mano anche all’opposizione di destra visto che è al governo». Valdimiro Orsini (Terni Masselli sindaco) ha ricordato che con la riunificazione dei bilanci – post chiusura dissesto – si creerà un disavanzo: «Andrà fatto un piano di rientro pluriennale», una delle ipotesi citate. «Si deve ragionare in modo prudenziale come aveva fatto lo scorso consiglio comunale. Ok al sottopasso, ma voi guardate più all’oggi ed a mantenere gli impegni presi in campagna elettorale. Tra ciò che dice Bandecchi sui social e ciò che avviene noto differenze. Per Cospea manca l’approvazione della variante al Prg e non c’è ancora la conferenza di servizi». Di nuovo cascata: «I fondi erano per il maggior costo dei rifiuti, ora invece andranno a carico dei cittadini».

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In fondo Proietti Trotti

L’attacco sulla gestione scellerata

La sfida è più aspra tra donne. Ad innescarla è la Proietti Trotti: «Nessuno è contrario alla realizzazione del sottopasso di Cospea. Ma va spiegato che sono stati utilizzati fondi che noi eravamo riusciti ad accantonare. Qui c’è un’ottica di gestione scellerata, non prudenziale. L’aiuto del governo? Anche noi abbiamo provato. Però poi ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo trovato una soluzione. I conti sono stati lasciati a posto e voi li impiegate per andare dietro a becero populismo». Attacco su Taric e cascata anche da parte sua: «Non saremo conniventi con un modo di fare da non padre di buona famiglia». Francesco Maria Ferranti (FI) è stato più breve: «Ok avere ‘breve respiro’, ma quando si sovrapporranno i bilanci ci saranno disavanzi. Due le strade: proseguire con la linea di certezza come fatto in passato oppure una scelta che può dare un po’ di preoccupazione per perseguire la volontà propagandistica. E gli annunci del Comune coincidono con le volontà di Rfi?». La Bordoni nel contempo inizia a sfastidiarsi e ne parla con il presidente di commissione Claudio Batini. La risposta pepata arriverà. Per Alternativa Popolare si è esposto Raffaello Federighi: «La giustezza della precedente amministrazione? I cittadini hanno valutato in modo non soddisfacente. Anche l’opposizione sostiene che l’opera sia meritevole di essere realizzata. L’assessore ha chiarito che è urgente, necessaria e opportuna. E le procedure sono corrette».

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La funzionaria Almadori e la dirigente Marcucci

La Bordoni alza i giri

La professionista ha messo nel mirino l’ex arbitro: «Questa è una commissione tecnica e sono stata collaborativa. Mi piace il confronto con Masselli sulle criticità e con Orsini quando chiede delucidazioni, poi la Trotti trascende sulla politica. Ma non avevate detto ai cittadini che avevate preso un mutuo e chiuso il dissesto ? E che avreste abbassato – citati i post sociali pre ballottaggio – subito dopo le elezioni Imu e Taric sapendo che non si poteva fare? Ho trovato 17 milioni di multe da incassare da parte dell’Osl, quale buon padre di famiglia avete seguito? E saremmo noi gli scellerati? Stiamo andando dietro a ciò che ci hanno chiesto i cittadini, con prudenza e coraggio. Il dissesto è chiuso ed eravate consapevoli che sarebbe tornata in ‘pancia’ la massa attiva/passiva. I numeri non sono propaganda e rispetto il lavoro tecnico di Masselli. Ma non si può dire che questa amministrazione è scellerata. Abbiamo visione. Due mesi fa voi dicevate ai cittadini che era tutto finito. E Rfi – ha aggiunto – ha dato piena disponibilità a partire subito». La Proietti Trotti non ha lasciato scorrere: «Perché si scalda? Qui si fa anche politica. Voi seguite i post Instagram e Facebook. E il vicesindaco ha detto in Bct che c’è rischio di dissesto-bis». Marco Celestino Cecconi ha invece spostato il tiro sul fatto che «al momento non c’è un cronoprogramma di Rfi per il sottopasso».

Verdecchia e Federighi

Mirino sulle partecipate

La comunicazione ormai è veicolata per lo più via social – andazzo tutt’altro che buono in generale – e Masselli interviene di nuovo dopo le parole della Bordoni. D’altronde era lui che si era esposto sui tributi a ridosso del voto: «So bene quello che ho detto e scritto, non ho fatto promesse irrealizzabili. Specificai che uscivamo da una situazione molto difficile e c’erano i presupposti per uscire dal dissesto secondo il cronoprogramma. Lo certificano gli stessi uffici. A noi sembra che si stiano spendendo risorse piuttosto che accantonarle in modo prudenziale». Nella parte finale si è fatto avanti anche Josè Kenny per il centrosinistra: «Le commissioni sono anche politiche. Il tentativo di mettere un freno su questo tema dimostra l’incapacità politica di gestione. Lo spostamento di bilancio di cui parliamo è solo per fare propaganda, impossibile che parta la realizzazione fra tre mesi». La Bordoni si è poi presa ancora di petto la questione Imu e Taric: «Cecconi, rivedetevi la vostra campagna elettorale. Avete dato il massimo su quegli argomenti. Avete lasciato tutto bene? Allora non vi dovreste preoccupare. E il milione e mezzo non è vincolato». L’assessore ha mostrato particolare voglia di tête-à-tête su un’altra tematica: «Il prossimo passaggio che faremo è sulle partecipate. Mi piacerebbe avere un bel confronto e voglio proprio capire lo spirito che ha avuto la precedente amministrazione». Tra Asm, Terni Reti, Sii e quant’altro ci sarà da divertirsi. Forse.

Si arriva al voto

Nelle battute finali entra in campo anche il capogruppo AP Guido Verdecchia: «C’è urgenza di intervenire in modo inderogabile», il riferimento a Cospea. «Gli annunci che citate? Per noi sono necessità per andare incontro ai cittadini. Terni è in uno stato di emergenza, c’è grandissima difficoltà finanziaria. I soldi del biglietto della cascata per la raccolta rifiuti dei turisti? Qualcosa non va, c’è un contratto di servizio». Breve scontro con Ferranti e votazione dopo quasi due ore, in commissione storia chiusa. Certo è che martedì sarà difficile attendersi un qualcosa di più breve. 

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