Tk-Ast, Morselli e Rsu sempre più lontani

I sindacalisti insistono: «Azienda inadempiente». Ma la lady d’acciaio tira diritto. Assemblee in arrivo

Condividi questo articolo su

di Marco Torricelli

La riunione è stata una. Ma le versioni sono due. Ovviamente. La prima è quella ‘ufficiale’ e la seconda è quella ‘ufficiosa’. La verità, probabilmente e come sempre, sta nel mezzo. E allora andiamo per ordine.

La riunione Intanto partiamo dalla riunione, convocata da chi, poi, non ha potuto partecipare – ma di questo parleremo più tardi – perché nel frattempo infilato nel frigorifero, con tutte le scarpe. Un vertice durato oltre due ore e nel corso del quale le Rsu di Ast, l’amministratore delegato Lucia Morselli, le strutture dirigenziali – o quello che ne rimane dopo la ‘piallata’ che la lady di acciaio gli ha rifilato – ed i capi reparto, hanno discusso di, quasi, tutto quello che succede dentro le acciaierie di Terni. Quasi tutto.

Le Rsu Il confronto, dicono, nella versione ‘ufficiale’, i rappresentanti sindacali di base, «ha nei fatti confermato tutte le nostre preoccupazioni ed in alcuni casi le ha anche peggiorate. L’ad ha ribadito più volte la propria intenzione di procedere in modo unilaterale, ritenendo il nuovo assetto organizzativo in linea con gli obiettivi prefissati nell’accordo del 3 dicembre, affermando che tale assetto è stato deciso e condiviso con tutti i responsabili aziendali. È stato inoltre dichiarato che l’azienda, in tutti i suoi livelli, si assume la totale responsabilità degli effetti che avrà questa nuova organizzazione».

I punti Le Rsu di Ast, quindi, «pur ribadendo l’importanza del confronto e del dialogo, esprimono un giudizio fortemente negativo sull’incontro svolto in quanto conferma pienamente le nostre preoccupazioni in merito a tutti gli aspetti riguardanti la salute, l’incolumità e la sicurezza dei lavoratori; si sottrae alla discussione sulla nuova organizzazione del lavoro come mai avvenuto in questa azienda; conferma tutte le nostre preoccupazioni rispetto al non raggiungimento degli obiettivi sia qualitativi, produttivi ed economici dell’azienda».

Le criticità Secondo i rappresentanti di base dei lavoratori «sono emerse distanze notevoli sulle unità lavorative, a tutti i livelli, che dovrebbero servire per sviluppare almeno un milione di tonnellate di fuso. A nostro avviso gli attuali assetti sia di personale che di turnistica non garantiscono il raggiungimento degli obiettivi prefissati, non essendo basati su un progetto discusso e approfondito in modo serio. L’ad ha dichiarato che, non occupandosi direttamente degli aspetti produttivi, si affida ai propri collaboratori. In merito a tale questione secondo il nostro punto di vista ci sono gravi lacune comunicative e di trasparenza all’interno delle strutture aziendali».

«Azienda inadempiente» E, insomma, dicono le Rsu, «ribadiamo con forza che dal nostro punto di vista l’azienda è inadempiente rispetto a quanto sottoscritto nell’accordo del 3 dicembre. A tal proposito riconfermiamo la necessità di aprire da subito un tavolo di confronto al Mise con tutti i soggetti firmatari dello stesso» e ribadiscono che attiveranno «come già fatto in questi giorni, tutte le iniziative necessarie a garantire la sicurezza dei lavoratori. A tal proposito nei prossimi giorni saranno svolte assemblee per fare il punto della situazione con tutti i lavoratori».

L’azienda Lei, la lady d’acciaio, sì, insomma, Lucia Morselli, di fare – o, ovviamente, far fare – una nota ufficiale, non ci pensa neanche. Lei fa ‘trapelare’ – come dicono quelli che hanno studiato – delle interpretazioni: tipo che la riunione è stata ricca di contenuti, tipo che il confronto è stato interessante e, sopratutto, tipo che i sindacalisti avrebbero dato un contributo importante. Ma la sostanza, sempre fatta ‘trapelare’, è che lei va avanti per la sua strada, che il mercato non aspetta e che, quindi, poche chiacchiere. Si deve lavorare e darci un taglio. Un altro, direbbe qualcuno.

I numeri A giudizio di Ast, a giudizio di Lucia Morselli e di chi le era a fianco – Antonio Bufalini, Rossana Buglioni e Massimo Calderini, parte del management sopravvissuto al cataclisma giudiziario – il numero di addetti e la dislocazione sugli impianti è più che sufficiente per raggiungere gli obiettivi prefissati e, quindi, c’è poco da perder tempo a chiacchierare: i clienti non possono leggere brutte notizie, che si spaventano e magari scappano. La decisione è presa e si avanti.

Le sospensioni Del fatto che, martedì mattina, la lady d’acciaio, sempre Lucia Morselli, abbia schiaffato in frigidaire qualcosa come nove persone – vive, sia chiaro – pare che non si sia parlato. Il responsabile del personale – Arturo Ferrucci, che solo il giorno prima era ancora nel pieno delle sue funzioni, visto che era stato lui a convocare la riunione – e gli altri otto finiti nel tritacarne dell’indagine ‘Do ut des’ – condotta dalla Forestale e coordinata da un’altra signora, la sostituta procurarice Elisabetta Massini – stanno a casetta loro. Sospesi, pare, a tempo indeterminato. Ma della cosa, la sempre d’acciaio lady non avrebbe avuto piacere di parlare. E amen. Per adesso.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli