Neonato morto, Terni ricorda e si commuove

La cronaca di una vicenda terribile dopo un anno. Prima sentenza vicina. L’amore dei tanti che ancora oggi depongono fiori e pensieri

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Era il 2 agosto del 2018 e Terni, all’ora di cena, veniva scossa da una notizia drammatica: il ritrovamento del corpicino di un neonato, morto, nel parcheggio dell’Eurospin fra La Castellina e borgo Rivo. Qualcosa di terribile e di ignoto per una città che, come altre, di casi di cronaca ne ha visti tanti, ma raramente così pesanti e tristi.

Giorgia Guglielmi e l’avvocato Pressi

Il dolore e l’indagine

Poche ore dopo quei fatti la polizia di Stato (VIDEO) partendo da alcuni elementi come lo scontrino ritrovato all’interno della busta dove il piccolo era stato lasciato morire, in mezzo ad un’aiuola, era riuscita risalire all’identità di colei che lo aveva dato alla luce, per poi abbandonarlo al suo tragico destino. Nonostante fosse vivo, sano, pronto per ricevere amore.

Le domande ancora oggi senza risposta

In carcere, così, c’era finita Giorgia Guglielmi, 28enne di Terni, inchiodata alle proprie responsabilità. Agli inquirenti dirà che la sua volontà non era di ucciderlo, ma che sperava che qualcuno lo trovasse e lo portasse con sé. Un dramma nato in un contesto difficile, familiare e personale. Per questo non è impossibile credere a quelle parole. Anche se partorire nel più totale anonimato è una facoltà riservata a tutte le donne. Anche se ci si chiede come possa aver pensato che il piccolo potesse sopravvivere a poche ore dalla nascita nel caldo asfissiante di un parcheggio, senza cure. Anche se ancora oggi ci si chiede come abbia fatto a nascondere – e a dire il vero, qui è difficile crederle – per tutti quei mesi la gravidanza, partorendo senza che le persone a lei vicine sapessero nulla e ad abbandonare consapevolmente e, di fatto, da sola quella creatura.

Troppo tardi, forse

Nei mesi scorsi Giorgia si è aperta con le assistenti sociali che la seguono nel carcere femminile di Capanne, da dove è uscita in occasione delle festività di Natale e Pasqua per stare un po’ insieme alla figlia presso la Caritas. L’autorità giudiziaria l’ha sentita di nuovo e lei ha offerto qualche elemento in più, in maniera certamente tardiva. Tanto che ad oggi non risultano persone iscritte nel registro degli indagati, oltre a lei che rischia grosso. Il processo è fissato ad ottobre e il rito abbreviato fa pensare che la sentenza possa giungere proprio in quei giorni. Per il perito incaricato del tribunale, al netto di tutta una serie di difficoltà, Giorgia – difesa dall’avvocato Alessio Pressi – è capace di intendere e di volere e quindi di stare in giudizio. E come tale verrà giudicata.

Silenzio

Il pensiero, ad un anno di distanza dall’abisso in cui tutti siamo precipitati, non può che andare a quel bimbo. A quella vita che non è mai stata. Ai tanti che ancora oggi lasciano lì, accanto al parcheggio dove è morto, fiori, piccoli ricordi, pensieri. A volte solo uno sguardo di compassione. E il pensiero va a chi, come quel bimbo, non ha mai ricevuto amore. Perché non accada più.

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