Bimbo abbandonato, omicidio volontario

Terni: è questa l’accusa con la quale la polizia martedì ha arrestato la madre Giorgia Guglielmi che giovedì lo ha abbandonato nel parcheggio dell’Eurospin

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I poliziotti della questura di Terni l’hanno fermata poco dopo le 13 di martedì, mentre era a casa della sorella. Da lì l’hanno poi condotta a Capanne, per quello che è un epilogo annunciato e atteso. Dopo cinque giorni a piede libero, si sono aperte le porte del carcere perugino per Giorgia Guglielmi, la 27enne ternana accusata di aver abbandonato il figlioletto, a poche ore dal parto, nel parcheggio del supermercato dell’Eurospin di Borgo Rivo, dove è stato trovato senza vita.

L’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI TERNI SI STRINGE INTORNO AD ALESSIO PRESSI

Omicidio volontario aggravato dall’aver commesso il fatto ai danni di un discendente: questa l’accusa contestata alla donna nell’ordinanza di custodia cautelare, richiesta dal pm Barbara Mazzullo e firmata dal gip Natalia Giubilei, che l’ha portata in cella. Una contestazione ben più grave di quella ipotizzata inizialmente dalla procura – infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale -, che prevede la pena dell’ergastolo e non la reclusione ‘solo’ da 4 a 12 anni.

I punti fermi Non soltanto la confessione resa davanti al pm venerdì dalla 27enne, ma anche ulteriori elementi raccolti dagli investigatori – in particolare dalla squadra Mobile – hanno permesso alla procura di ricostruire il fatto con più precisione e quindi di richiedere, anche in virtù della gravità del reato contestato, la misura. «Attendo di leggerla – spiega l’avvocato Alessio Pressi, legale della Guglielmi -, intanto ho già preso contatti con una struttura protetta umbra per presentare richiesta di trasferimento della mia assistita». In ogni caso la strategia difensiva sarà quella di chiedere che la donna possa optare, al momento del giudizio, per un rito alternativo, l’abbreviato condizionato ad una perizia psichiatrica. Il legale ha contattato la giovane al telefono, per pochi secondi, prima che gli agenti le vietassero l’uso del telefono. «Non ha pianto – racconta -, ma era molto provata».

Se il cerchio, intorno alla morte così drammatica del piccolo, sia davvero chiuso è ancora prematuro dirlo. Al momento non risulterebbero altre persone indagate nella vicenda, ma sin da subito sono emersi dei dubbi sul fatto che la 27enne possa aver fatto davvero tutto da sola, nascondendo per nove mesi la gravidanza e partorendo in casa senza che nessuno se ne accorgesse. Saranno le carte e le indagini – ancora aperte da parte della squadra Mobile – a dire come sono andate davvero le cose, mentre il bimbo attende ancora una degna sepoltura. A casa, intanto, c’è anche una piccola di due anni, l’altra figlia della donna, che (probabilmente per molto tempo) non potrà vedere la madre. Un’altra vittima innocente di questa assurda vicenda.

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