Nuovo Stadio Curi: sono tre le opzioni

Proroga della concessione, rimodulazione o vendita diretta: commissione comunale al lavoro. Le idee di progetto: torri commerciali negli spazi fra le curve

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di P.C. 

Esattamente un mese dopo le prime rivelazioni sul restyling dello stadio Curi di Perugia, arrivano conferme ufficiali anche da Palazzo dei Priori.

Il ‘Renato Curi’

Gruppo di lavoro in Comune Per studiare la soluzione migliore, è stato allestito un gruppo di lavoro intersettoriale composto da dirigenti comunali: Dante De Paolis (responsabile dei Servizi finanziari e patrimoniali, che ne sarà il coordinatore), Enrico Antinoro (Governo e sviluppo del territorio), Franco Marini (Urbanistica), Ivana Moretti (Sport) e Fabio Zepparelli (Patrimonio), cui si aggiunge Giacomo Capone, il geometra comunale che si occupa generalmente dell’attività sul Curi per conto dell’ufficio Sport.

Cosa farà Obiettivi: aggiornare le destinazioni urbanistiche di dettaglio dell’area interessata, effettuare una valutazione degli impianti e dei compendi immobiliari interessati, stabilire – d’intesa con il Perugia Calcio – eventuali interventi di completamento strutturale e funzionale, compatibili e coerenti con la vocazione sportiva e di pregio naturale dell’area di Pian di Massiano, infine individuare i possibili scenari organizzativi, procedurali ed economico finanziari per la realizzazione del progetto di valorizzazione in questione. In parole povere: analizzare come stanno le cose, capire quali sono le esigenze della società e individuare una soluzione che vada bene al Perugia Calcio, senza però mettere in difficoltà l’amministrazione comunale, né dal punto i vista economico né da quello amministrativo e burocratico. Ci sono tante norme e regolamenti da armonizzare, tanti vincoli da rispettare, quindi occorre andarci cauti. E per questo nasce la commissione.

La tribuna

Tre opzioni in campo Le possibili soluzioni, dal punto di vista procedurale, sono sostanzialmente tre: la proroga dell’attuale concessione (in scadenza nel 2019) per un tempo sufficientemente lungo a realizzare ed ammortizzare economicamente gli interventi strutturali sullo stadio; la rimodulazione della concessione su altre basi; la vendita vera e propria alla società. I modelli alternativi a quello già in essere a Perugia, grosso modo, sono quelli che stanno facendo le fortune di società di serie A come Atalanta e Udinese. I bergamaschi sono diventati un modello anche per la gestione degli impianti (oltre che per il settore giovanile): il 10 maggio la società nerazzurra – prima in Italia a fare un’operazione del genere – ha acquistato lo stadio direttamente dal Comune per una cifra di poco inferiore ai 30 milioni di euro. La prossima estate cominceranno i lavori per realizzare un impianto simile a quello del Borussia Dortmund. I friulani i lavori li hanno già finiti: da poco hanno ospitato la nazionale italiana (partita di qualificazione contro il Lichtestein: c’era pure il neo biancorosso Yanik Frick) nella nuova Dacia Arena: uno stadio (capienza 25mila posti, omologazione Uefa) ma anche un mega centro polivalente, che ospita la sede del museo bianconero e del Coni friulano, palestre, sale bowling, cinema, piscine, ristoranti con vista campo e aree benessere. In questo caso, la modalità utilizzata è quella di una convenzione di 99 anni a 4,5 milioni di euro (rate da circa 50mila euro all’anno). Scendendo di categoria, altro modello interessante può essere quello di Frosinone, dove il presidente Maurizio Stirpe il 30 agosto inaugurerà il nuovo impianto, frutto proprio di una positiva sinergia fra comune e società di calcio, che nascerà insieme ad un parco naturale di un ettaro, con percorsi ciclabili e aree sportive. A Perugia c’è già il Percorso Verde: Frosinone, da questo punto di vista, darà spunti interessanti.

Perugia stadio Curi lavori settore disabili

Solaio rialzato nel settore disabili

Paga Santopadre L’attuale convenzione prevede che alla società sportiva spetti il compito di realizzare interventi di valorizzazione e manutenzione straordinaria (quindi, per capirci, i lavori li paga Santopadre: o direttamente o attraverso degli sponsor). In questo contesto, il Comune contribuisce con risorse annue per 315mila euro. Finora, un po’ grazie alla società un po’ grazie all’amministrazione comunale, è stata garantita la piena funzionalità dell’impianto e il progressivo adeguamento alle normative tecniche e di sicurezza. Basti pensare al recente intervento nel settore disabili. Nel contempo è proseguita l’azione di valorizzazione dell’area, grazie anche all’impegno del Perugia Calcio, in collaborazione con gli uffici comunali, tramite il completamento dei campi dell’antistadio, la realizzazione del Museo del Perugia Calcio e i lavori in corso nell’area uffici e spogliatoi del Curi.

STAGIONE 2017/2018: ABBONAMENTI IN TRE FASI

Da costo a risorsa L’amministrazione Romizi – fin dalle sue linee programmatiche – ha sempre fatto capire di voler dare massima libertà alla società di calcio per i lavori di intervento sullo stadio Curi, che è vecchio e malandato, ha bisogno di interventi che lo rendano fruibile, comodo, magari anche accogliente. E soprattutto – aggiungono da Pian di Massiano – monetizzabile. Sia sulla carta, iscrivendo lo stadio in bilancio come una risorse anziché come un costo. Sia nei fatti, guadagnando con attività collaterali che non vivano solo il giorno della partita ma consentano di usufruire dello stadio 365 giorni all’anno. Ecco perché Santopadre punta molto sulla realizzazione delle torri (stile ‘Ferraris’ di Genova, per capirci), dove realizzare negozi, punti ristoro e strutture ricettive.

Le torri del Ferraris

Al Curi solo calcio A differenza dell’Arena Santa Giuliana, che per stessa ammissione dell’assessore Emanuele Prisco resterà un «impianto ibrido», un po’ per lo sport, soprattutto atletica leggera, un po’ per gli eventi come Umbria Jazz, il Curi – che pure in passato ha ospitato i concerti di Miles Davis, Sting, Carlos Santana e Vasco Rossi – avrà una vocazione strettamente legata alle attività della principale società di calcio del territorio.

Prisco: «Stadio fattore di sviluppo» «Da sempre il Curi è un punto di riferimento per i tifosi biancorossi – sottolinea l’assessore allo sport Emanuele Prisco – e vogliamo che continui ad esserlo, diventando ancora più confortevole. Per questo è necessario pensare ad interventi che consentano di ammodernare la struttura, mantenendola in linea con le più recenti normative in materia di sicurezza. Nel contempo siamo convinti che lo stadio possa rappresentare per la città un fattore di sviluppo, anche in considerazione degli straordinari risultati che negli ultimi anni la nostra squadra ha ottenuto a livello nazionale. Il nostro obiettivo, in sostanza, è di lavorare per migliorare le strutture e vogliamo farlo nella massima condivisione, come accaduto finora, con il Perugia Calcio».

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