Terni, il quartiere Brin alza la voce: «Stufi e stanchi. Qui non si è padroni di fare nulla»

Partecipata riunione per fare il punto della situazione su sicurezza e vivibilità. Missiva in arrivo per Comune, questura e prefettura

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di S.F.

La premessa è chiara: «Non vogliamo essere strumentalizzati e non è nostra intenzione fare provocazioni politiche». La certezza è un’altra: «Siamo semplici residenti che non ne possono più e chiediamo possibili soluzioni. Siamo stanchi, qui è terra di nessuno». Il tema è la nota, complessa e difficile situazione di viale Brin e dintorni con focus su sicurezza e vivibilità: sabato pomeriggio, in una partecipata riunione di quartiere nella biblioteca di via Verri, circa settanta cittadini si sono ritrovati per – in sostanza – far presente che si è giunti al punto di rottura. «È ora di uscire e farci sentire», la sintesi. Missiva in arrivo per un bel po’ di soggetti sperando che, magari, possa dare un ulteriore impulso per tentare di venirne a capo.

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La riunione

La ricerca di soluzioni e l’unione

Loro malgrado, viale Brin negli ultimi tempi è tornata al centro dell’attenzione per fatti di cronaca non certo ‘rosa’. I residenti giocoforza sono costretti a subire tutto ciò e più di qualcuno ha perso la pazienza: «C’è stato un incontro con l’assessore al welfare e gli sono state spiegate le problematiche. Ci è stato chiesto – la premessa iniziale di chi ha coordinato l’iniziativa – di redigere un verbale per una lettera. Dopodiché sarà inviata a sindaco, vice, questore e prefettura per far sì che si rendano conto di ciò che stiamo vivendo nell’ultimo periodo. Ma nessuna provocazione politica o polemica. Siamo qui oggi per chiedere possibili soluzioni». Numerosi gli interventi di chi vive nel quartiere da anni e vede come si sia sviluppato di recente. «L’unione fa la forza», il messaggio lanciato.

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Spaccio, bivacco e dosi

Diverse le testimonianze per descrivere il contesto: «Viale Brin, via Campriani ecc. Ci sono spaccio – le parole di un cittadino – e bivaccamenti, tutte le sere vengono personaggi ubriachi e sotto effetto di droga. Ci sono dei locali – la denuncia – da attenzionare». Una donna ha raccontato invece che «la mattina si vive, dalle 16 inizia il bivacco. C’è chi beve da un parte e chi dall’altra. Ieri (venerdì, ndr) un uomo si stava bucando per terra e vicino c’erano bimbi al centro sportivo che si stavano facendo la doccia. È diventata una cosa impossibile, c’è gente che si scambia le dosi per strada. Così non si può proseguire». Diverse persone più avanti citeranno di nuovo le attività commerciali.

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I vigili di quartiere: sos

Martedì si svolgerà la prova orale per le sette assunzioni – tempo determinato – in polizia Locale per il progetto vigili di quartiere. Ecco, tra i residenti c’è chi ha tirato in ballo questo aspetto (non il concorso in sé, ma la modalità operativa): «Se ci fossero gli agenti divisi in squadre e si costituisse una squadra di quartiere, potrebbbero intervenire». A seguire sono stati citati episodi per tentata rapina e ulteriori avvenimenti (come il ritrovamento di sangue in un ascensore) non certo piacevoli. «Non ci ascolta nessuno. I vigili arrivano, guardano e se ne vanno». «L’educazione deve essere la prima cosa e qui non c’è, è terra di nessuno». Focus anche su via Menabrea, via Alterocca e tutto il circondariato. Chiaro che non è solo viale Brin l’area coinvolta.

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Un recente intervento nel quartiere

Il passato e la trasformazione

«Sono arrivata qui nel 1985 – ha sottolineato un’altra signora – e questo era un ‘rione’ carino, ordinato. Adesso non si è padroni di fare nulla. Mi sento straniera a casa mia, il discorso razzismo non c’entra nulla». Giocoforza il discorso è poi tornato sulle forze dell’ordine: «La loro presenza deve essere un deterrente, il quartiere deve essere preso in considerazione sotto questo punto di vista». Tutti d’accordo nel volere una vigilanza costante. Ma il punto è anche un altro: «Per ripristinare l’ordine devono intervenire sui locali e gli unici che possono andare a ‘rompere le scatole’ sono i vigili urbani. Serve una pattuglia fissa qui, non due alla Passeggiata». In viale Brin e dintorni c’è chi ha investito del denaro e ora si ritrova in una situazione tutt’altro ottimale: «Non si riesce a risolvere».

Il ‘ghetto’

Qualcuno ha un altro pensiero: «C’è a chi fa comodo tenerli tutti qui. Ormai non andranno più via, ci hanno messo le radici. Una sorta di ‘ghetto’, ma non sarebbe giusto nemmeno portarlo altrove. Bisogna allontanare queste persone dal territorio e lo può fare il questore». Gli aneddotti non sono mancati: «Sono stato minacciato e ho una bimba piccola. Pisciano davanti al portone e negli appartamenti ci sono molte persone. Serve spingere anche per le telecamere», l’ulteriore input. Tirato in ballo anche il sindaco: «Dobbiamo andarci tutti insieme e vediamo che succede, così facciamo prima. Altrimenti non risolviamo nulla». Il sunto? Nella lettera – tra i vari argomenti – si farà cenno soprattutto sulla polizia Locale per il controllo delle auto (parcheggi in più file) e dei negozi, sorveglianza, illuminazione e pulizia. «Vorremmo per un periodo richiedere un controllo maggiore su tante cose. La comunità è stanca e spaventata, ma è anche desiderosa di fare qualcosa». I residenti vogliono risposte.

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