Treofan: «Cessione asset al gruppo Hgm». Regna la cautela, pronti i Sangiovanni

Terni – Annunciato l’accordo: la prospettiva occupazionale è di circa 100 addetti. Attività industriali al via nel 2023. Ribelli (Cgil): «Se ci sono più opportunità siano vagliate tutte»

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Un accordo sulla cessione degli asset di Treofan al gruppo Hgm, che prevede «di avviare le attività industriali nel corso del 2023, con una prospettiva occupazionale a regime di circa 100 addetti». La novità riguardante il sito ternano è stata annunciata nel pomeriggio di giovedì: il liquidatore della società, Filippo Varazi, ha informato dell’esito positivo. Ma regna la cautela per ora.

LAVORATORI IN CERCA DI RISPOSTE
APRILE 2021, VARAZI LIQUIDATORE TREOFAN

Treofan

Lo sviluppo

Convocato un tavolo specifico per aggiornate le sigle sindacali (Fabrizio Framarini e Simone Sassone di Femca Cisl, Doriana Gramaccioni di Uiltec Umbria, Stefano Ribelli e Alessandro Roscini di Filctem Cgil, Diego Mattioli di Ugl Chimici e Riccardo Morelli e Simone Cascioli, presidente di Confindustria Terni e direttore generale di Confindustria Umbria) alla presenza del sindaco Leonardo Latini e dell’assessore regionale allo sviluppo economico Michele Fioroni. Focus sul percorso intrapreso – spiegano da palazzo Donini – con la presidenza del consiglio dei ministri «per strutturare un partenariato pubblico-privato, che permetta all’amministrazione regionale di partecipare alla gestione delle infrastrutture del sito, facilitando anche la sua diretta partecipazione agli interventi di efficientamento dello stesso». Come già noto l’orientamento va in direzione della specializzazione su chimica verde e bioeconomia circolare.

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Il polo chimico

Tavolo aperto. Lo spoke di ricerca

Sarà mantenuto il tavolo permanente di confronto per seguire il processo di rilancio: «È stato inoltre ricordato che nel percorso di sviluppo del sito, particolarmente importante è la creazione di uno spoke di ricerca sui biomateriali, realizzato dall’università di Perugia in stretta collaborazione con la Regione Umbria, che rappresenta il primo tassello verso la creazione di un centro di eccellenza in grado di attrarre nuova imprenditorialità e divenire un punto di riferimento a livello nazionale e che è già oggetto di finanziamento del Pnrr nel quadro relativo agli investimenti per gli ecosistemi d’innovazione». Reazioni in arrivo.

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Stefano Ribelli

La cautela e l’auspicio per la continuità produttiva

Nella nota della Regione si sottolinea che «le parti convenute esprimono un unanime apprezzamento per il progetto di rilancio del polo chimico di Terni». Ma è davvero così? Per l’apertura del tavolo è chiaro che la risposta è affermativa – ci si ritroverà poi tutti al ministero il 5 settembre per inquadrare meglio tutta la vicenda -, sulla questione del gruppo Hgm c’è più ‘calma’. Motivo? Per ora non si hanno molti dati riguardanti l’accordo con la società di Trezzano sul Naviglio, anzi. Stefano Ribelli, segretario generale della Filctem Cgil di Terni dallo scorso giugno, è chiaro in merito: «Non siamo in grado di esprimere un giudizio senza dettagli. Attendiamo il tavolo ufficiale, senza preclusioni: se ci sono più opportunità devono essere vagliate tutte e capire quella più percorribile per avere continuità produttiva. Certo è che i lavoratori Treofan attendono una risposta: a febbraio 2023 c’è la scadenza della ‘cassa’ straordinaria». Al momento è stato solo annunciato che la Jindal ha accettato la proposta Hgm. Da quanto si apprende sono attese ulteriori novità in avvio della prossima settimana.

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I fratelli Sangiovanni (foto genova3000.it)

Hgm, Sangiovanni e telecomunicazioni

La holding Hgm si occupa in primis di «produzione, commercio, installazione e riparazione di apparecchiature, di prodotti e di sistemi impieganti tecnologie elettroniche, informatiche e di telecomunicazioni nei settori applicativi delle reti radiomobili nonché reti fisse; realizzazione di postazioni per l’installazione di antenne per le telecomunicazioni di qualunque genere, comprese quelle relative alla telefonia cellulare» e «progettazione, sviluppo, costruzione, manutenzione e riparazione di impianti tecnologici, di telecomunicazione di qualunque tipo, di impianti fotovoltaici ed impianti termico-solari». Oltre all’assunzione di «partecipazioni in società ed enti con esclusione di ogni attività nei confronti del pubblico» e «finanziamento delle società collegate 0 controllate». Più ulteriori attività nello stesso ambito e nel settore della ricettività (in Liguria). Il capitale sociale è da 520 mila euro ed i titolari delle quote sono tre fratelli: il 62enne di Angri Francesco Sangiovanni, il presidente del Cda con il 36%, il 58enne Domenico Sangiovanni (originario di Milano) e la 60enne Maria Rosaria San Giovanni di Sant’Egidio del Monte Albino (Salerno), entrambi con il 32%. Numerose le società partecipate, quattro delle quali al 100%: Pbm impianti srl in liquidazione, Beni e Reti srl, Ultranet srl e 01company srl, poi la Gruppo mercantili servizi srl (98%, la più rilevante per valore nominale con quasi 3 milioni di euro), Gmt (98%), Gualino castle srl (98%), Ecotech srl (98%), Tom srl (98%) e Aiotì srl (55%). Il presidente del collegio sindacale è invece il teatino Dino Ricciuti. L’ultimo bilancio disponibile è al 31 dicembre 2020 e parla di utile per il conto economico di poco superiore ai 7 mila euro. Sponda stato patrimoniale sono indicati crediti per 1 milione di euro e debiti per 7 milioni (quasi tutti nei confronti delle imprese controllate, poco più di 100 mila euro nei confronti dei fornitori). Situazione tutta in via di sviluppo.

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