Umbria, 65 ‘zone rosse’ con le scuole chiuse: tutte le restrizioni

Misure speciali per la provincia di Perugia e 6 comuni del Ternano. Provvedimenti validi dall’8 al 21 febbraio. Timore per le varianti

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La Regione Umbria, d’intesa con i sindaci interessati, la sanità regionale ed il ministero della Salute, ha deciso: da lunedì 8 febbraio e fino al 21 dello stesso mese, saranno 65 i comuni umbri in cui verranno applicate le misure della ‘zona rossa’, in linea con quelle previste dal Dpcm dello scorso 14 gennaio, rese ancor più stringenti dalla chiusura di tutte le scuole, di ogni ordine e grado.

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Anche 6 comuni del Ternano

L’ordinanza sanitaria della presidente della Regione Donatella Tesei – elaborata d’intesa con il ministero della Salute e in linea con il piano pandemico nazionale in caso di ‘varianti’ – riguarda tutti i comuni della provincia di Perugia e 6 di quella di Terni: Amelia, Attigliano, Calvi dell’Umbria, Lugnano in Teverina, Montegabbione e San Venanzo. Alcuni di questi erano già stati interessati dalle recenti ordinanze restrittive emesse dai rispettivi sindaci per contenere il Covid. La ‘zona rossa rinforzata’, in attesa che la Regione determini nel dettaglio le azioni da attuare, prevederà – come anticipato in parte venerdì dalla presidente Tesei, in conferenza stampa – la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado (con didattica a distanza per le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado) e delle attività commerciali, ad eccezione di quelle indicate nel Dpcm. Il resto della regione – 27 comuni fra cui Terni – resta per il momento in ‘zona arancione’.

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Passa la ‘linea dura’: perché

La decisione è stata comunicata nel corso della riunione che si è tenuta nel tardo pomeriggio di sabato e che ha visto presenti i sindaci dei comuni umbri interessati dalla ‘stretta’. L’applicazione della ‘zona rossa’ nei 65 territori è stata ritenuta necessaria alla luce delle varianti del Covid-19 – brasiliana e inglese – riscontrate in diversi tamponi eseguiti nel Perugino ed inviati all’Istituto superiore di sanità per gli accertamenti del caso. In particolare la variante P1 ‘brasiliana’ (12 campioni) è stata riscontrata, ad eccezione di un caso, in cluster dell’ospedale ‘Santa Maria della Misericordia’ di Perugia. Di contro quella ‘inglese’ – ha specificato venerdì il direttore della prevenzione del ministero della Sanità, Gianni Rezza – è stata rilevata (18 campioni) sul territorio, in particolare nelle zone di Perugia, Bastia Umbra e Trasimeno. In ogni caso la decisione è stata quella di portare in ‘zona rossa’ tutta la provincia di Perugia – oltre ai 6 comuni del Ternano – e in aggiunta, su richiesta della sanità, di chiudere tutte le scuole per almeno 14 giorni, proprio per fronteggiare un’emergenza che rischia di diventare sempre meno contenibile, soprattutto in termini di pressione sulle strutture sanitarie. Ciò in ragione dell’elevata contagiosità delle due varianti, con quella ‘inglese’ in grado di incrementare anche di 0,8 l’indice RT di un territorio.

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Il rapporto fra variante ‘inglese’ e bambini/ragazzi

È forse soprattutto la preoccupazione per quest’ultima variante del Covid-19 ad aver spinto verso restrizioni più ampie, anche sul piano geografico, di quelle attese in un primo momento: c’è il fondato sospetto che quella ‘inglese’ sia infatti piuttosto diffusa in Umbria, specie fra i giovanissimi che – pur asintomatici o paucisintomatici nella quasi totalità dei casi – sarebbero più colpiti, in termini di contagi, dalla variante rilevata per la prima volta nel Kent lo scorso settembre. Se da un lato gli studi su tale variante – contro la quale i vaccini sarebbero egualmente efficaci – sono in fase più avanzata rispetto a quelli relativi alla variante ‘brasiliana’, dall’altro ci sono ancora diversi aspetti non chiari, sul piano scientifico, e la chiusura di tutte le scuole viene ritenuta, in tal senso, una cautela tanto dolorosa quanto necessaria. In primis dalla sanità regionale e dal ministero della Salute. Nell’ultima settimana, in Umbria, è stato riscontrato un significativo incremento di casi di Covid-19 nella fascia che va da 0 a 6 anni di età: elemento che ha certamente pesato nella decisione.

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La nota della Regione

«Alla luce dell’aumento del numero di casi Covid in alcuni territori umbri, nonché l’accertata circolazione nel territorio regionale di due varianti del virus – spiega la Regione in una nota diramata sabato sera -, la sanità umbra, sentito il parere del Comitato tecnico scientifico regionale e nazionale e seguendo anche le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità previste per questa tipologia di casi, ha delineato i provvedimenti inseriti, a seguito dell’interlocuzione con il ministro della Salute, in una ordinanza che prevede da lunedì 8 sino a domenica 21 febbraio misure restrittive (riconducibili a quelle previste nel Dpcm del 14 gennaio per la ‘fascia rossa’ che sarà ‘rafforzata’) che riguarderanno tutti i comuni della provincia di Perugia nonché i comuni di Amelia, Attigliano, Calvi dell’Umbria, Lugnano in Teverina, Montegabbione, San Venanzo in provincia di Terni».

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‘Zona rossa rafforzata’: tutti i divieti previsti

«Per tutto il restante territorio regionale – prosegue la Regione – rimangono in vigore i provvedimenti previsti nel medesimo Dpcm per la ‘fascia arancione’ già in essere, ai quali si aggiungono due provvedimenti in ambito sportivo successivamente specificati. L’ordinanza, oltre alle norme Dpcm della ‘fascia rossa’, prevede che nei comuni sopra specificati saranno sospesi tutti i servizi socioeducativi per la prima infanzia – fino a 36 mesi di età – pubblici e privati e i servizi educativi delle scuole dell’infanzia, statali e paritarie, mentre le classi delle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado, statali e paritarie, svolgeranno esclusivamente le lezioni con modalità a distanza (Dad). Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali. Negli stessi comuni – chiarisce la nota – è disposto il divieto di consumazione di alimenti e bevande all’aperto nei luoghi pubblici ed aperti al pubblico, per l’intera giornata; il divieto di distribuzione di alimenti e bevande, mediante sistemi automatici (distributori automatici), che affacciano nelle pubbliche vie per l’intera giornata; il divieto di svolgimento delle attività sportive e ludiche di gruppo, nei parchi ed aree verdi, nonché il divieto di utilizzo delle aree gioco dei medesimi.mInoltre per le medesime zone non valgono le disposizioni dell’ordinanza del 22 gennaio 2021 numero 7 di cui all’articolo 1, commi 3 e 4, ed agli articoli 4 e 5, in merito all’attività svolta dalle associazioni e circoli ricreativi e culturali. Infine, non sono consentite le attività venatorie».

Si ferma lo sport dilettantistico e locale

«Per tutto il territorio regionale – aggiunge la Regione Umbria – sono sospese le attività di gare e competizioni riconosciute di interesse regionale, provinciale o locale dal Coni, dal Cip e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, in relazione agli sport di squadra e di contatto nonché lo svolgimento degli allenamenti e preparazione atletica anche in forma individuale sia al chiuso che in spazi aperti, per gli atleti che militano nelle società e nelle associazioni dilettantistiche ed amatoriali degli sport di squadra e di contatto. Nelle zone a maggiore restrizione – i 65 comuni sopra indicati – sono vietati allenamenti e preparazione anche per gli sport le cui attività di gare e competizioni siano temporaneamente sospese in base ai provvedimenti e disposizioni delle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva. Il provvedimento – conclude la nota – sarà suscettibile di modificazioni in ragione dell’eventuale mutamento delle condizioni epidemiologiche».

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