Covid, agenzie viaggio: grido d’allarme

Umbria, l’sos alle istituzioni da parte di chi è coinvolto nel comparto turistico: «Servono misure straordinarie. Non basterà rialzare la serranda per riattivare la nostra attività»

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«Il turismo è il petriolio dell’Italia. Indispensabili sono gli aiuti richiesti per la ripartenza delle nostre attività». Si chiude così l’appello che diversi titolari di agenzie di viaggio dell’Umbria lanciano alle istituzioni locali e nazionali a poco più di un mese dal lockdown dell’intero Paese: per loro, tuttavia, i guai sono iniziati già a febbraio e la situazione è tra le peggiori in assoluto. Già lanciati diversi input alla Regione. 

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

Foto archivio

La speranza

Disdette e impossibilità – chissà per quanto ancora – di viaggiare, ovviamente. «Siamo un gruppo di titolari di agenzie di viaggio, siamo quelli che contribuiscono a creare il 13% del Pil e che promuovono il nostro bellissimo Paese. Contribuiamo a far girare l’economia riempiendo gli aerei, le navi, gli hotel, e i pullman. Siamo quelli che vi portano in giro per il mondo e che vi realizzano i sogni. La nostra battaglia per il codiv-19 è iniziata molto prima rispetto ad altre imprese, circa a metà febbraio, quando gli stati esteri hanno iniziato a bloccare le frontiere nei confronti dei passeggeri italiani: da questo nasce un Movimento autonomo di tutti gli agenti di viaggio ‘Nonsmetteremodiviaggiare’ , manifestando in piazza a Roma sotto il Mise il 2 marzo e che continua a dar voce al proprio comparto con tutti i  mezzi, chiedendo sostegno a chi di competenza. Siamo forti e molto fiduciosi, il turismo deve ripartire per tutto l’indotto che c’è dietro e che noi facciamo muovere (dai ristoranti, agli stabilimenti ai negozi di souvenir) perché solo così l’Italia riesce a ripartire. Certi, che con le dovute regole da rispettare che si evinceranno nei prossimi decreti, potremmo tornare tutti a fare le nostre vacanze, e questa volta non forzate in casa, e ad adattarsi ad una nuova normalità».

STOP CONTAGI, UMBRIA DAVANTI A TUTTI

Perugia

«Servono misure straordinarie»

Al momento il quadro è nerissimo. I titolari delle agenzie di viaggio dell’Umbria sottolineano di aver sempre «dedicato anima e corpo allo svolgimento delle proprie attività, spesso totalmente trascurate dalle istituzioni. A noi, che senza fermarci ci stiamo adoperando per far rientrare i nostri clienti a casa da tutte le parti del mondo assolvendo ad una funzione sociale, a differenza delle altre tipologie di imprenditori, non basterà rialzare la serranda per riattivare la nostra attività. Per questo, pur essendo consapevoli dello sforzo che lo Stato ha fatto e continuerà sicuramente a fare vi chiediamo l’adozione di misure straordinarie in grado di impedire il tracollo del nostro settore. L’emergenza covid-19 è senza ombra di dubbio – spiegano nella lettera inviata anche al presidente del consiglio regionale Marco Squarta – la più brutta situazione occorsa al nostro Paese fin dai tempi della guerra mondiale. Certamente non siamo che una parte di quanti travolti da questo tsunami devastatore, ma in particolare il turismo ne ha risentito in modo peggiore rispetto al resto delle aziende nazionali, perché, oltre allo stop totale imposto ragionevolmente da questioni di sicurezza nazionale, abbiamo visto andare in fumo anche i sei mesi delle nostre precedenti attività. Annullamenti, sospensione dei voli, rientri con emissione di nuova biglietteria, tanto per citarne alcune. Un’emorragia di denaro che ci ha letteralmente messi in ginocchio già dai primi giorni del lock down. Non parliamo quindi del durante e del dopo. Non riteniamo nemmeno immaginabile poter vedere un futuro senza aiuti estremamente concreti. Saremo inevitabilmente il settore che ripartirà più tardi, quindi in definitiva, il danno maggiore, il danno più lungo, la considerazione minore, questo non può essere».

Piediluco

I problemi

Lungo l’elenco delle conseguenze del covid-19 sulle agenzie di viaggio: «Mancato guadagno per almeno 1 anno, tempo necessario e minimo affinché il comparto turistico riesca a rientrare a regime; difficoltà a mantenere gli attuali livelli occupazionali, i licenziamenti aumenterebbero il rischio di rimettersi in piedi e diventerebbero un peso per lo Stato; perdita di denaro a causa dei pagamenti ad alcune compagnie aeree che non accennano a rimborsare le agenzie; perdita di liquidità a causa dei pagamenti a strutture ricettive italiane o straniere che non vogliono o non possono rimborsare; cause giudiziarie lunghe e probabilmente fallimentari (durata minima tre anni), con notevoli esborsi di denaro, per provare a recuperare il nostro denaro dalla compagnia aerea Ryanair e da alcune strutture alberghiere».

Palazzo Donini

Le richieste per riemergere

Cosa viene chiesto per fronteggiare l’emergenza? «Garantire liquidità immediata alle agenzie di viaggio; possibilità di accedere a prestiti a tasso zero garantiti della Regione o dallo Stato, da restituire in ventiquattro mesi, con data di pagamento della prima rata da gennaio 2021; stituire un Fondo sostegno emergenza a fondo perduto destinato alle agenzie di viaggio, anche di piccolo importo, ma per consentire l’immediato respiro di cui abbiamo bisogno; sospendere mutui, prestiti e leasing alle agenzie di viaggio per una durata di dodici mesi sia relativamente alla quota capitale che alla quota interessi; sostegno al reddito per i titolari di agenzie viaggio; contributo per i titolari di agenzia viaggio pari ad 1.000 euro al mese per una durata di almeno sei mesi; ammortizzatori sociali per i lavoratori dipendenti di agenzie viaggio cassa integrazione straordinaria in deroga per i lavoratori dipendenti per una durata di almeno sei mesi; esonero pagamento contributi Inps necessario per almeno sei mesi; esonero pagamento tributi locali, tasse regionali ed utenze necessario per almeno sei mesi; proroga scadenze fiscali Sospensione e successiva rateizzazione in trentasei mesi di tutti i pagamenti fiscali per dodici mesi; indennizzare le cancellazioni registrate e la perdita di fatturato credito d’imposta, utilizzabile da subito, in compensazione della differenza tra ricavi o compensi registrati nell’anno in corso rispetto allo stesso periodo del 2019; credito di imposta per chi investe nel turismo dopo la crisi in modo da permettere al settore di risollevarsi dopo questi mesi di difficoltà; sgravi fiscali per i clienti viaggiatori detrazione totale del costo del viaggio per chi è soggetto al pagamento dell’Irpef, valido per tutti i servizi turistici fruiti sul territorio nazionale; istituzione di un tavolo di crisi presso la Regione Umbria con partecipazione di tutti gli operatori turistici al fine di studiare ed attuare una serie di misure di sostegno a salvaguardia delle imprese turistiche ;credito d’imposta per botteghe e negozi si richiede, per l’intero anno del 2020, un credito d’imposta nella misura del 60 per cento dell’ammontare del canone di locazione».

L’appello

Per concludere il gruppo rivolge avanza la «più sentita esortazione» per «considerare nella stesura del prossimo decreto urgente e/o provvedimento legislativo regionale tutte le problematiche illustrate e gli accorgimenti suggeriti, si tratta di misure necessarie per scongiurare il tracollo economico del settore, un epilogo inevitabile nel caso in cui la politica si dimostrasse sorda rispetto alle nostre richieste».

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