Ospedale di Terni: «Situazione non rosea, ma nemmeno nera»

Lunga II° commissione in ospedale lunedì per il commissario straordinario: focus su personale, assunzioni, criticità e anche vaccini. Con lui il ‘collega’ De Fino della Usl

Condividi questo articolo su

L’audizione dei sindacati ha agitato e non poco le acque. D’altronde le critiche sono state tante e, in alcuni casi, pesanti. Ed ecco che lunedì mattina di fronte alla II° commissione consiliare di palazzo Spada si sono presentati direttamente Pasquale Chiarelli e Massimo De Fino, i commissari straordinari dell’azienda ospedaliera di Terni e della Usl Umbria 2: al centro dell’attenzione non potevano che esserci due argomenti in particolar modo, la situazione del personale e le prestazioni offerte durante il periodo Covid-19. Ma non solo. Le divergenze su alcuni aspetti continuano a rimanere.

USL UMBRIA 2, I DUBBI SU EX PALAZZO SANITÀ E CITTÀ  DELLA SALUTE

La commissione

Presente anche il sindaco

A differenza dei precedenti appuntamenti c’è il sindaco Leonardo Latini. Suo l’intervento iniziale prima dell’audizione di Chiarelli e De Fino: «È necessario che si faccia il punto della situazione per comprendere fino in fondo l’organizzazione ed i prospetti sia della medicina territoriale che dell’azienda ospedaliera. Molto si è detto sia in positivo che in negativo, a noi interessa comprendere quali saranno gli strumenti per far fronte alla pandemia da qui in avanti. Con attenzione a ciò che sarà il futuro delle nostre strutture e delle nostre aziende». Tutto ciò nasce dall’iniziativa di Claudio Fiorelli (M5S) che, in apertura, ha voluto ribadire un concetto: «Non puntiamo il dito contro nessuno. Ma solo capire le problematiche per dare una mano nell’opera di risoluzione». Il primo a ‘scatenarsi’ con numeri alla mano è il professionista pugliese.

I SINDACATI MEDICI E IL PRESIDENTE DELL’ORDINE DONZELLI:LE CRITICHE

Pasquale Chiarelli

L’attività ambulatoriale: «Mai bloccata»

Un Chiarelli carico dopo le parole dei sindacati. A partire dal focus sulle attività ambulatoriali: «C’è stato uno stop durante la prima fase fino al 22 giugno, ma già dal 19 maggio l’azienda aveva ripreso e le prestazioni sospese erano 14.000. Sono state recuperate praticamente tutte, ne mancano 192 a sabato mattina. Le urgenti hanno avuto normale fruizione durante tutto l’anno, anche in fase di lockdown e negli ultimi mesi. Tutto è andato a scalare, c’è stato uno spostamento: vuol dire impegnare il Cup per chiamare le singole persone e dirgli ‘venite in quella data e orario’. L’erogazione è avvenuta in sicurezza e con Dpi opportuni per pazienti, genitori minorenni, operatori, infermieri, Oss, tecnici e amministrativi. E ripeto: l’attività ambulatoriale non si è mai interrotta e ad un certo punto è stata aumentata perché ci sono state prestazioni anche di sabato e domenica. Ciò che si è fermata è la possibilità di prenotare ulteriori visite, non le erogazioni. Sono cose diverse. magari si confonde. A fine novembre si sono riaperte le agende per il primo trimestre 2021». Chiarelli ha ricordato l’accordo con l’Ast per prestazioni non Covid dopo aver ricercato strutture esterne al ‘Santa Maria’: «Gratis, già accreditata e possibilità dei loro collaboratori per l’area infermieristica. Finora lì si sono svolte 350 prestazioni». 

OSPEDALE TERNI, RSU E SINDACATI: SOS DPI E PERSONALE

Il personale, i rifiuti e le stabilizzazioni

Il tema principale riguarda la pianta organica. Diversi gli sos lanciati in tal senso: «Già a luglio abbiamo iniziato ad utilizzare le graduatorie nazionali, ma in questi casi è chiaro che si deve richiedere l’autorizzazione. L’ospedale di Tor Vergata e Potenza, ad esempio, ce l’hanno negata. Per una struttura di Napoli invece è andatabene, ha accolto, ma ha rifiutato il 1° in lista ed è arrivato il 2°. Ciò ha coinvolto svariate categorie. Sono state stabilizzate 40 persone già interne all’ospedale, tra i quali 27 infermieri e 7 medici: avrei voluto che fossero di più, ma anche dalla Toscana abbiamo ricevuto diverse risposte negative». Per Chiarelli c’è un problema rilevante: «L’azienda è povera di dirigenti amministrativi, è un guaio organizzativo di gestione della struttura. In particolar modo l’ufficio risorse umane e quello tecnico, ci sono persone valide e competenti ma che non riescono a rispondere alle esigenze». Poi le assunzioni di Bruscolotti e Bandini a dar respiro.

L’IMPATTO COVID SULL’OSPEDALE DI TERNI: -6.100 RICOVERI, CROLLO ACCESSI PS

L’ospedale da campo a Terni

I conti: «131 persone in più dal 1° gennaio». Il punto prelievi

In molti entrano, ma altrettanti escono. E non solo per i pensionamenti. Su questo fronte Chiarelli ha portato altri numeri: «Dal 1° gennaio in ospedale c’è un saldo positivo di 131 unità (Oss, infermieri, medici, ostetriche, tecnici di laboratorio e di radiologia, quest’ultimi pochi ha specificato il commissario straordinario, medici anestesisti), 60 legate al periodo fino al 30 giugno ed i restanti dopo. Sarebbe stato maggiore se svariate persone non avessero scelto altre località. Oltre 200 assunzioni ci sono state. Il Covid-19 interessa tutto l’ospedale, nessun reparto escluso. Anche i pazienti di oncologia necessitano di un’attenzione particolare. In questo momento i concorsi a tempo indeterminato sono 11: l’intenzione di è muoversi seriamente affinché la parte anestesiologica e di rianimazione sia coperta in modo importante. Abbiamo inviato il piano delle assunzioni alle sigle sindacali ed alla Regione. Si deve rispettare il pareggio di bilancio». Focus anche sul punto prelievi: «Inopportuno e insicuro, Covid o non Covid. Andava assolutamente chiuso. Non è un’attività propria dell’azienda ospedaliera, l’azienda deve eseguire gli esami».

OSPEDALE TERNI, IL PIANO TRIENNALE PER FABBISOGNO PERSONALE

Foto ospedale di Terni

Ulteriori chiarimenti: partenze, attrattività, remunerazione

C’è tuttavia – tra loro anche Fiorelli stesso – chi non ha percepito questo aumento di ‘saldo’ di personale citato da Chiarelli: «Ha ragione – la replica del commissario -, dove presta servizio lui non ha visto appieno questi numeri. Lo capisco, alcuni anestesisti sono andati via, anche avendo il posto a tempo indeterminato: si sono riavvicinati a casa anche per paura del Covid-19. In generale dobbiamo evitare che vadano via ed essere più attrattivi. Posso dire che a livello organizzativo, in questi mesi, il lavoro bed manager a livello interno e regionale è stato fondamentale affinché si potessero accogliere tutti». Quindi ancora numeri: «Dal 1° aprile all’11 dicembre 2020 c’è stato un calo di interventi riguardanti casi ordinari del 16,2%. Per quel che concerne le sedute aggiuntive – sbloccati gli aumenti delle risorse per la remunerazione del personale – abbiamo già attuato, siamo stati i primi. L’effetto lo vedrete in busta paga successivamente», la risposta all’esponente M5S.

CHIARELLI: «DPI MAI MANCATI»

Pazienti in corridoio, cluster e ospedale da campo 

C’è chi ha fatto notare a Chiarelli – il consigliere comunale di Senso Civico Alessandro Gentiletti – il ritorno dei posti letto nei corridoi: «Sì, un problema annoso. Dovuto a due fattori: le persone sono tornate in ospedale e sono aumentati gli accessi no Covid al pronto soccorso in modo sensibile. Ciò, unito alla gestione del Covid con il cluster in oncologia, ha provocato il ‘ribaltamento’ in altri reparti perché quando si verifica ciò devono essere chiuse le aree coinvolte. Dovremo conviverci per parecchi mesi con questa situazione, poi sono contento che arrivi il vaccino. Servono procedure adatte ogni volta. Non ho mai detto che c’è una situazione rosea, per niente. Ma non è nera. E l’ospedale da campo – altra replica ad una delle osservazioni arrivate – non è inutile. La decisione non è mia, ma c’è stata data la possibilità di decongestionare l’ospedale: è utilizzato come area di degenza per il pronto soccorso, non un ‘parcheggio’. Un’astanteria». Un pensiero alla possibile terza ondata: «Il mio compito è prevedere che arrivi tra un minuto, dobbiamo essere pronti. So benissimo della fatica che tutti stanno facendo al ‘Santa Maria’, ma c’è anche la mia personale. Come ci stiamo preparando? Ci sono sette ipotesi al momento». C’è stato anche il riepilogo dei finanziamenti a disposizione e del loro utilizzo: posti per terapia intensiva per malattie infettive, sub intensiva in pneumologia e ampliamento del pronto soccorso. «Alcuni lavori non possiamo farli essendo in piena pandemia», ha aggiunto.

IN ARRIVO I DG DELLE AZIENDE SANITARIE/OSPEDALIERE: CHIARELLI E DE FINO IN LIZZA

«Malati in ospedale, ecco la percezione». Il pronto soccorso

Senza freni il numero uno pro tempore del ‘Santa Maria’: «Tra marzo e settembre – ha sottolineato – abbiamo avuto 269 malati in ospedale. Solo a novembre 358 contro i 143 di ottobre. Questo per dire che non si possono fare paragoni con la prima ondata. Nel mese di picco, ad aprile, c’erano 79 pazienti. Lo scorso mese cinque volte tanto: questo deve dare la percezione di ciò che è successo e potrebbe riaccadere». Un giudizio sul futuro: «Serve valorizzare le aperture su Viterbo, Rieti e la zona nord di Roma. In maniera precisa e peculiare perché c’è bisogno. E occorre attenzione particolare sulla traumatologia: siamo oberati, questo non ci permette di avere una programmazione dell’attività di elezione». Si torna al personale: «Manca, ma non in maniera esacerbata così come si dice». Per quel che concerne il pronto soccorso Chiarelli ha evidenziato che «c’è una sala riunione che negli anni è stata utilizzata come magazzino e ho proposto, con l’areazione opportuna, di adibirla per i casi Covid non complessi che arrivano. Poi tornano al domicilio. Contestualmente abbiamo utilizzato l’area dedicata alla polizia come attuale magazzino Covid. Con container direttamente aperto sulla farmacia. Gli spazi sono a norma, aumentati. Il nuovo ospedale mi auguro ci sia».

NUOVI SPAZI COVID AL PRONTO SOCCORSO: «NON SONO SICURI»

L’ipotesi per lo stoccaggio dei vaccini e l’oncologia

Iniziata l’attività di preparazione per l’arrivo dei vaccini (Pfizer in primis): «La Regione ha individuato – le parole di Chiarelli – quattro ospedali per lo stoccaggio, sta facendo gli acquisti per i frigoriferi a -80 gradi. Noi abbiamo ragionato su altre possibilità e le ipotesi sono quattro: 12 mila euro per un frigo, l’impiego di due già acquistati di recente per l’utilizzo temporaneo per gli stoccaggi, aggiustarne uno universitario rotto e, in chiusura, ordinarne due a -40 gradi per l’immunotrasfusionale. In questo modo se ne libererebbero altrettanti a -80. Portiamo avanti tutto per ora». Infine il commissario straordinario del ‘Santa Maria’ è tornato su un argomento per un ulteriore delucidazione: «Cluster sì, ma nessun paziente oncologico in day hospital è stato interessato dal Covid. Lo stesso discorso vale per medici e Oss. In ospedale non si entra senza aver fatto il tampone». E un ringraziamento: «Abbiamo avuto qualcosa come 2.000 indumenti intimi, da uomo e donna, regalate dall’associazione I Pagliacci. C’è tanta gente povera e sola che non ha nessuno gli possa dare il cambio. Non è una questione banale». Non tutti sono rimasti convinti dall’esposizione di Chiarelli e De Fino – di cui scriviamo a parte – in commissione: le perplessità su Narni-Amelia, spazi, progetti, programmazione ed ex Milizia permangono. Con ennesima richiesta di poter parlare in sede istituzionale con l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto.

L’ACCORDO CON LA CLINICA PRIVATA PORTA SOLE

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli