Fondi nuovi ospedali Terni e Narni-Amelia: si attende un decreto. «Project? Più veloce»

Audizione da quasi quattro ore a palazzo Spada: protagonista l’assessore regionale Coletto. ‘Fuoco’ bipartisan, poi il confronto. Sulle tempistiche nessuna certezza

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«Ok, va bene, ma abbiamo chiesto le tempistiche più volte e non ci ha risposto». La constatazione è più di qualche consigliere comunale a Terni ed arriva dopo la maxi audizione – oltre tre ore, era in programma dalle 16 alle 18 ma si è andati avanti quasi fino alle 20 – dell’assessore regionale a salute e welfare Luca Coletto sul piano sanitario 2021-2025 e gli input della II commissione consiliare riguardanti le tanti criticità della sanità nel territorio ternano. Quel virgolettato fa riferimento all’aggiornamento in merito al project financing per la realizzazione del nuovo ospedale cittadino: si rimescolano ancora le carte per i fondi e di mezzo ci finisce anche il futuro nosocomio comprensoriale di Narni-Amelia.

PROGETTO TERNANA, CASE DI CURA E POSTI CONVENZIONATI: LO SCAMBIO IN COMMISSIONE

COLETTO A TERNI: FOCUS SU NUOVO OSPEDALE E PROGETTO TERNANA. TECNICI DECISIVI – VIDEO

La commissione odierna

Richiesta bipartisan. Spunta l’Inail

Inevitabile che la questione principale su cui discutere e confrontarsi fosse il nuovo ospedale di Terni. Quello attuale – difficile trovare qualcuno che dica il contrario – è più che obsoleto e l’affanno è pressoché costante nella gestione. Fin qui ci siamo. Per il progetto il Santa Maria è ancora in fase di ‘studio’ e dunque i consiglieri hanno chiesto delucidazioni su fondi e tempistiche. Compresa la struttura di Narni-Amelia: «Gli unici interventi – la risposta di Coletto in merito – dove c’è l’attività amministrativa e dove la Regione sta puntando sono in provincia di Terni. Il primo è Narni-Amelia, era stato progettato senza terapie intensive e le abbiamo inserite per essere front-office rispetto all’azienda ospedaliera. I medici devono avere la massima copertura ed è anche per questo che, probabilmente, in tanti scelgono di andare altrove. Le TI danno serenità quando si fa un’operazione, è fondamentale. C’era un finanziamento per un totale di quasi 90 milioni legato all’articolo 20 e altri fonti: sarà finanziato da Inail, a breve uscirà il Dpcm del governo. Narni-Amelia verrà quindi sgravata da questi finanziamenti perché totalmente coperta come spesa da Inail e poi, post approvazione, quei 90 milioni potranno essere spostati sull’ospedale di Terni». Ma è tutto certo già? Negativo. Lo specifica lo stesso Coletto con una battuta: «Mai dire gatto se non lo hai nel sacco». C’è da attendere.

LA II COMMISSIONE E LE RICHIESTE PER IL TERNANO
LA PREADOZIONE DEL PIANO SANITARIO REGIONALE – DOCUMENTO

Latini, Pepegna e Coletto

Lo step successivo e la manutenzione

C’è il Dpcm di mezzo. Cosa succederebbe dopo con questi 90 milioni da ‘girare’ per il nuovo nosocomio ternano? «Il costo legato al project financing diminuirà di molto, così per la rata annuale e di conseguenza le annualità che l’azienda ospedaliera di Terni dovrà versare al project. Cosa intendo dire? Il project è un sistema come tanti altri, l’aspetto principale rispetto al territorio è essere veloci e questo è uno dei sistemi in cui ci può essere maggiore celerità una volta approvato il progetto. Stiamo gestendo il futuro, nuovo ospedale di Terni in funzione delle necessità. L’attuale nosocomio, piaccia o non piaccia, deve essere manutenuto per legge». Con riferimento agli interventi antisismici. Si rimescolano le carte.

IL PROGETTO PER IL NUOVO OSPEDALE DI TERNI
OSPEDALE NARNI-AMELIA, IMPUGNATO IL NUOVO ACCORDO DI PROGRAMMA

La minoranza

Fuoco bipartisan su Coletto in avvio

Questo avveniva a metà audizione in linea di massima. L’inizio è stato particolare: Coletto è entrato in aula consiliare alle 16.32 (in ritardo di circa venticinque minuti rispetto all’orario atteso, qualcosa si toglie per via del ‘placcaggio’ esterno dei giornalisti pre ingresso) insieme a Pasquale Chiarelli (dg del Santa Maria), Massimo De Fino (dg Usl Umbria 2), Massimo Braganti (neo dg Usl 1, nell’ultimo periodo direttore della sanità regionale) ed una collaboratrice della direzione regionale. Ad attenderli il sindaco Leonardo Latini, apparso alquanto mogio durante l’audizione. Il veneto capisce subito che aria tira: immediato attacco sul ritardo di Emanuele Fiorini (Misto) e un «ci siamo sentiti trattati da serie B rispetto a Perugia» da Alessandro Gentiletti di Senso Civico. Ringraziamenti generale per la presidente di commissione, Rita Pepegna, che dopo vari tentativi è riuscita a portare l’assessore a palazzo Spada. Tanti i temi tirati in ballo da Federico Pasculli (M5S): i posti convenzionati per le cliniche private, le immagini delle file al sole fuori dall’ospedale a Terni, gli interventi spostati a Foligno ed il cambio di governance del Santa Maria chiesto dal consiglio comunale. Non attuato. Più incisivo il collega Claudio Fiorelli, anestesista in ospedale: «Le è stato detto più volte che il Santa Maria ha una struttura vecchia ma quando ha presentato la bozza del Psr non c’era menzione del nuovo ospwdale. Gli sto parlando non da politico, ma da chi subisce certe decisione. Non si ha la reale coscienza di ciò che succede nei reparti. Dove sta il cambiamento? Se è affossare l’Umbria del sud, ci state riuscendo». C’è anche il fuoco ‘amico’ – in teoria almeno – di Fratelli d’Italia: «Il territorio merita tutta l’attenzione che ha l’altra provincia. La centrale operativa del 118 versa in condizioni emergenziali, la Regione si rende conto della situazione? Per quel che concerne le ambulanze è grave. Da marzo non c’è stata nessuna risposta all’atto di commissione. E sulla sanità animale che state facendo? Per l’affidamento temporaneo ed internazionali degli animali?», le critiche di Patrizia Braghiroli. Più concisa Anna Margaritelli (sempre FdI): «Diverse criticità per la sanità ternana. Mi faccio portavoce dei malati oncologici e per la radioterapia. I macchinari spesso non sono utilizzati per guasti. Inoltre c’è il problema delle liste di attesa per il centro salute donne, inammissibile che ci vogliano mesi per una mammografia».

LA CRITICA SUL PROJECT FINANCING
IL PROGETTO DEFINITIVO PER IL PROGETTO STADIO-CLINICA

Coletto

Convenzioni, Bandecchi e Chiarelli

Di fatto la prima ora e trenta è solo per i consiglieri. Coletto capisce che il pomeriggio è lungo, il sindaco Latini (spesso con lo sguardo verso il basso) anche: «Lo abbiamo atteso per 32 mesi – le parole del capogruppo Pd Francesco Filipponi – dal suo insediamento e anche oggi 33 minuti di ritardo. Qual è l’indirizzo della Regione in merito ai cambi al vertice del Santa Maria? Inoltre sulla centrale operativa del 118 nulla è cambiato». Più colorito l’intervento di Fiorini: «Chiarelli, rimango sconvolto a vederla seduto così. Il 4 aprile 2022 il consiglio ha votato per sostituirlo e io mi sarei dimesso al posto suo. L’ospedale è un disastro. Invito a ritornare in Veneto Coletto, il project financing non si può fare. Pensavo arrivasse il cambiamento e non c’è stato. Come fate a rimanere sereni con questa situazione? E la convenzione con Stefano Bandecchi la fate o no?». Doriana Musacchi (Misto) ha chiesto lumi sulle tempistiche del nuovo ospedale di Terni e le liste di attesa per le visite specialistiche. In tackle anche Michele Rossi (Terni Civica), altro esponente della maggioranza: «Terni merita maggior attenzione e la città attende strutture promesse da anni. Terni non può accettare con sudditanza questo immobilismo, ci sono evidenti criticità per l’ospedale. Perché qui si deve sperare in un project financing? Si rischia il venir meno del diritto inalienabile delle cure essenziali. La città è profondamente preoccupata. Prima si accusava la sinistra, ora ci si accusa perché si favorisce la sanità privata. Sembra mancare l’organizzazione del lavoro». Paolo Angeletti (Terni Immagina) è breve: «A tutte le domande non c’è risposta». Idem per Valdimiro Orsini (Misto): «Io non ho votato la sfiducia a Chiarelli perché i problemi sono di programmazione e scelte. Su Perugia grandi investimenti, qui no». L’unico a ‘difendere’ Coletto è Sergio Armillei (Lega): «Il decremento dell’attività nei ricoveri su Terni parte dal 2010, anche se l’azienda ha avuto la minor diminuzione percentuale. Dal 2013 al 2019 c’è stato un aumento della mobilità passiva. Su Narni e Amelia forte decremento e ciò genera un problema enorme per il territorio che, sulla base del decreto ministeriale 70, deve avere il giusto riconoscimento. Ridare all’ospedale di Terni la sua vera vocazione di alta specialità». Comunardo Tobia (M5S) ha evidenziato che nel perugino i nosocomi sono tutti di recente costruzione, nel Ternano il contesto è un tantino diverso: «Stanchi delle prese in giro in questo territorio». Francesco Maria Ferranti (Forza Italia) è partito dal passato ed è arrivato al presente con un po’ di pressing: «I problemi della sanità riguardano scelte sbagliate precedenti e non fatte negli ultimi venti anni. C’è carenza di personale. Evidente che in Umbria c’è uno squilibrio di presenza di sanità privata tra i territori provinciali. Chiedo uno sforzo maggiore ed immediato per affrontare le situazioni deficitarie». Mirino da parte sua anche sul progetto Ternana. Infine la Pepegna: «Condivido le cose dette, le problematiche ci sono e Coletto se ne rende conto. Da undici anni non c’è un piano sanitario regionale e l’assessore ci ha messo mano. Vogliamo capire quali sono le esigenze». Tocca al veneto.

IL MODULO ‘ARCURI’ A TERNI
LA PROCEDURA PER L’IRCCS IN UMBRIA

Braghiroli, Margaritelli e Ferranti

Coletto, il Covid e le risposte

L’esponente dell’esecutivo Tesei si è ‘appoggiato’ alla pandemia: «Mi scuso per il ritardo, nulla di voluto. Lo stesso vale in merito all’attuale situazione sanitaria, abbiamo passato due anni a combattere con il Covid e non mi scuso. Nessuno ha intenzione di rimuovere una delle due aziende ospedaliere, c’è la deroga ministeriale e si prosegue così. In merito ai moduli per le terapie intensive Covid (Arcuri, ndr) resteranno in Umbria, li abbiamo bloccati. In questo periodo abbiamo dovuto adattare la rete ospedaliera alla pandemia con riorganizzazione del personale, siamo stati obbligati a bloccare le normali attività. Ricordo – l’iniziale resoconto – che in percentuale abbiamo vaccinato più degli altri e avuto meno decessi; sono stati stabilizzari centinaia di operatori sanitari che, da più di vent’anni, erano a tempo determinato. Ma il personale manca, è vero. L’alta specialità? Ci sono diverse – ha proseguito – apicalità che verranno ricoperte sia a livello universitario che ospedaliero. Ci potrà essere una razionalizzazione perché non possiamo avere doppioni, c’è un divieto espresso del Dm70 del 2015. E sul piano sanitario regionale il ministero si è espresso dando parere favorevole. Ma oltre le strutture servono le persone per farle funzionare e ho chiesto medici: paradossale andare a prenderli in Pakistan, Albania ed in giro per il mondo a causa del numero chiuso che abbiamo in Italia. L’Irccs (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico)? Ci vogliono almeno tre anni per realizzarlo e sarebbe opportuno differenziare le due aziende ospedaliere». Resta in ballo l’opzione Terni in tal senso. Poi l’annuncio: «Stiamo ripartendo con il registro tumori. Ora i dati sono della Regione e c’è un regolamento, prima non era così. Sulla sanità animale faremo tutte le verifiche possibili. Da un commissariamento l’Umbria non ne uscirebbe più, cercheremo di riequilibrare».

MIGLIORAMENTO SISMICO OSPEDALE DI TERNI, APPALTO AFFIDATO PER IL PROGETTO
LA BRAGHIROLI E LA DISAVVENTURA CON IL 118

Fiorelli e Tobia

Gli anziani e la scossa

In tema di riequilibrio Coletto ha aggiunto altro: «L’azienda di Terni aveva mancanza di personale, abbiamo tagliato su Perugia per dare qui. L’elisoccorso a Foligno? Perché è baricentrica. Per le apparecchiature – la risposta alla Margaritelli – ci sono i fondi del Pnrr. In generale c’è un problema enorme per i medici: in Umbria si acuisce perché, a causa di un’attivazione parziale del territorio e malfunzionamento, sono sovraccarichi di anziani gli ospedali di Perugia e Terni. Bisogna creare dei reparti dedicati ristrutturando il servizio sanitario umbro e vanno date delle precedenze (citati gli oncologici). Non ho niente contro gli anziani, sia chiaro». Poi Coletto alza un po’ la voce: «Non esistono solo le aziende ospedaliere. Abbiamo ospedali che costano sul territorio, come Città di Castello e Orvieto. Bisogna farli funzionare, ognuno si assuma le proprie responsabilità. Io in primis. Ora andremo a visitare i territori e verificheremo tutto. I direttori di presidio devono darsi da fare. Non possiamo andare avanti così, bisogna ridar vita a questi 17 ospedali che abbiamo. Undici anni di mancata programmazione sono tantissimi. Le liste di attesa? Lunghissime, c’erano anche prima ed a maggior ragione ci sono adesso». Segue una frase che fa scattare Fiorelli: «A livello numerico siamo i quarti in Italia per i medici, lo dice l’Istat. Per il 118 stiamo cambiando tutto». Pronta replica del consigliere pentastellato che fa notare come la realtà sia diversa: «Lei è anestesista? Ok, mancano ovunque. Ma non è colpa della Tesei», la reazione di Coletto.

AMBULANZE NEL TERNANO, L’AUDIZIONE DI BORGOGNONI
INTANTO LA USL 2 ALZA LA VOCE SULLA TARIC A TERNI
GENNAIO 2019, BARBERINI IN COMMISSIONE. I DUBBI DI LATINI

Pasquale Chiarelli

Si chiude dopo quasi quattro ore

Ultimo giro dei consiglieri: da Fiorini e Pasculi ancora cenni al project financing del nuovo ospedale, idem per la Musacchi. Fiorelli invece ha sottolineato che «le stesse parole le avevamo sentite dal suo predecessore, Barberini, e dalla Marini. Ma c’è poco di concreto». Tobia invece ha parlato del registro tumori: «Bene che riparta, aspettiamo da due anni. Lo Studio Sentieri dice che sul nostro territorio i tumori infantili sono superiori alla norma, pensare a fare screening in più», il suggerimento. Proprio in chiusura si è esposto per la prima volta il sindaco Latini: «Dibattito effervescente. Indica due cose: la profonda attenzione per la sanità e l’attaccamento molto forte di Terni al suo ospedale. Alcune criticità si vogliono risolvere e l’assessore ha confermato ciò». Strette di mano e tutti via. Ci si aspettava la replica di Chiarelli alle bordate di Fiorini: il dg pugliese è riuscito a trattenersi e la storia è filata via così.

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