Terni: a San Pietro brilla la luce della pace da Betlemme grazie all’impegno dei giovani

L’iniziativa è stata accolta anche dalla parrocchia cittadina che ha organizzato alcuni eventi per diffonderla

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Fa tappa anche a Terni, nella chiesa di San Pietro e grazie all’impegno dei giovani della parrocchia, la luce della pace partita da Betlemme e destinata a raggiungere tutto il mondo. L’accoglienza si è tenuta nel pomeriggio di sabato 17 dicembre e la luce sarà custodita nella chiesa di San Pietro fino al prossimo 6 gennaio. Ogni giorno, dopo la messa delle ore 18, ciascuno potrà attingerne per sé e portarla ad altri in segno di pace e condivisione. La luce verrà ‘distribuita’ poi dai ragazzi della parrocchia dopo le messe di domenica 18 dicembre e venerdì 6 gennaio (ore 9 e ore 11), martedì 20 dicembre dopo il concerto di Natale dell’ITT (ore 18) e mercoledì 28 dicembre dopo il concerto del Coro Musica Antiqua (inizio ore 19.15). Per venerdì 23 dicembre, dalle ore 21, è invece in programma una veglia di preghiera animata dai giovani della parrocchia di San Pietro.

Lo spirito dell’iniziativa

La luce della pace da Betlemme è un’iniziativa partita nel 1986, inserita nel contesto di un’attività di beneficenza austriaca in favore di bambini invalidi, degli emarginati sociali e di tanti bisognosi. Nasce pertanto come segno di ringraziamento per le tante offerte spontanee ricevute. Da allora, poco prima di Natale, un bambino austriaco ogni anno accende nella grotta una lampada, che viene poi portata a Linz con un aereo della linea austriaca e da lì è distribuita in tutto il mondo. Dalla fiammella accesa dalla lampada ad olio che arde perennemente da molti secoli sul luogo della nascita di Gesù, alimentata dall’olio donato a turno da tutte le nazioni cristiane della Terra, vengono accese altre e diffuse in tutto il pianeta, simbolo di fratellanza fra i popoli. Il gruppo ‘Giovani della parrocchia di San Pietro’ ha voluto prendere parte a questa iniziativa, la luce però non può essere ‘tenuta sotto il moggio o sotto il letto’ ma deve essere messa sul candeliere. Tutto deve essere messo in luce: per questo i ragazzi vogliono diffondere il più possibile questo simbolo, partendo dalla loro città e portarlo nei luoghi dove sembra che la speranza non abbia più dimora.

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