«La legge sulle case popolari dell’Umbria non viola la Costituzione»

Ad evidenziarlo sono i consiglieri regionali Stefano Pastorelli, Paola Fioroni (Lega) e Eleonora Pace (FdI) dopo la sentenza della Corte costituzionale

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«La legge regionale voluta da Lega e FdI per la riforma della normativa sulle case popolari ha passato il vaglio di costituzionalità imposto a seguito del ricorso promosso dal Governo nel gennaio scorso». A parlare sono i consiglieri regionali Stefano Pastorelli, Paola Fioroni (Lega) e Eleonora Pace (FdI), spiegando che «in estrema sintesi il Governo si era opposto a quella parte della legge che dispone la decadenza dall’assegnazione di un alloggio popolare se l’assegnatario o un altro componente il nucleo familiare utilizzano la casa per scopi illeciti o immorali che risultino da provvedimenti giudiziari, della pubblica sicurezza o della polizia locale. Su questo aspetto la pronuncia della consulta è di una chiarezza adamantina: le censure del Governo sono state ritenute generiche ed errate e la normativa rispetta pienamente i principi della nostra Carta costituzionale».

«Una legge di giustizia sostanziale»

Paola Fioroni (vice presidente del consiglio regionale, Stefano Pastorelli (capogruppo consiliare Lega) ed Eleonora Pace (capogruppo consiliare FdI) rimarcano di essere sempre stati convinti «della correttezza della nostra riforma e la sentenza della Corte costituzionale ci dà ragione, perché rigetta l’impugnativa del Governo e, con questa, tutte le polemiche che ne erano scaturite e che avevano visto Partito Democratico e taluni sindacati in linea contro la riforma. La decisione del Governo di impugnare la legge 15 del 18 novembre 2021 era infatti stata accolta con particolare enfasi dal PD che aveva accusato la maggioranza di essere ‘incapace di legiferare’ e di produrre norme ‘intrise di ideologismi’. Abbiamo subito un attacco strumentale e propagandistico per aver dato ai cittadini umbri una legge di giustizia sostanziale, che mette fine alla possibilità di sfruttare le case popolari, pagate e mantenute con denaro pubblico, per scopi illeciti. Un’eventualità tutt’altro che infrequente e che aveva visto nel lassismo e nell’indifferenza della sinistra un moltiplicatore di questo fenomeno in preoccupante crescita. Oggi, finalmente, a rispondere a queste accuse interviene la Corte costituzionale: non avremmo potuto sperare in una risposta migliore e più autorevole. Dopo aver disinnescato la bomba degli aumenti dei canoni di locazione, lasciataci in eredità dalla precedente Giunta, oggi l’Umbria può fregiarsi di avere una normativa sull’edilizia residenziale pubblica moderna e più giusta».

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