«È ora di costruire il nuovo Pd dei ternani»

Lombardini e Gubbiotti intervengono con un documento congiunto in vista della prossima assemblea comunale

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Lo definiscono «un contributo alla discussione in corso, in vista della prossima assemblea comunale del Pd di Terni», quella da cui dovrà uscire il nome del nuovo segretario locale del partito. Dettaglio non di poco conto. E allora il ‘contributo’ finisce per rappresentare probabilmente qualcosa di più. Termini come «ricostruzione», «progetto nuovo», oltre alla critica esplicita verso ciò che è, oggi, il Pd a Terni e alla lettura del momento politico come «occasione per migliorare», disegnano qualcosa di più simile a una candidatura che – in questo caso – prende le mosse dall’ala ‘under 40’ del Pd ternano. Un’azione destinata a far discutere e ad agitare le acque in vista dell’assemblea del prossimo 7 settembre.

di Daniele Lombardini ed Emidio Gubbiotti
Partito Democratico Terni

Terni si merita di andare avanti. Terni si merita un ‘ritorno al futuro’. E non per una nostalgia da ragazzi cresciuti negli anni ’80, ma per la consapevolezza dell’impegno delle sfide che aspettano la nostra città e il Partito Democratico. La fase politica che vogliamo aprire è quella della ricostruzione di un orizzonte: quello di offrire cittadinanza politica a una generazione realmente figlia del proprio tempo, già inserita nel tessuto cittadino, in grado di interpretarne esigenze e ambizioni.

Una leva di under 40 in grado di rompere ogni ‘patto di sindacato’ che ingessa la città intera oltre che la comunità politica, costituito non solo di relazioni usurate dal tempo, ma di prassi che imbrigliano la creatività di una Terni che deve avere la forza di mettersi in discussione. Una generazione che con coraggio, fantasia e competenza accetti la responsabilità di tracciare una rotta nuova per uscire dalle secche in cui ci troviamo e di coinvolgere quanti abbiano voglia di impegnarsi in un progetto nuovo. Anche con la possibilità di sbagliare, perché no. Esercitando a pieno, ognuno nei propri ambiti di competenza, il diritto-dovere di contribuire a scrivere le pagine del libro della nostra comunità.

Diciamolo chiaro e tondo: il PD ternano non è riuscito ad agganciare in pieno quella stagione di rinnovamento che si è avviata a livello nazionale. Se da un lato è stato messo al riparo da qualche distorsione che ogni fase nuova inevitabilmente crea, dall’altra questo ha causato ulteriore smarrimento e, forse, un grave ritardo. Riconnettere il partito con la città deve essere il primo obiettivo del mandato politico di un nuovo segretario. Aprire con coraggio il PD alle discussioni più importanti, riconoscere gli eventuali errori del passato, non avere paura di affrontare le questioni più ‘ingombranti’ in un confronto continuativo con tutti gli attori sociali… insomma per dirla in sintesi con una formula: uscire dai confini (anche mentali) del PD di Terni e costruire il PD dei Ternani.

Ambiente, sviluppo e welfare devono essere gli assi centrali di qualsiasi nostro ragionamento, nella convinzione di sperimentare con coraggio soluzioni innovative che possano migliorare il benessere della nostra comunità. Avvertiamo la necessità di lasciare un segno nel dibattito attuale per risvegliare quelle energie disperse altrove, sopite o semplicemente disilluse che aspettano un segnale da noi che magari fuori dalle stanze di partito siamo loro interlocutori, per affinità culturali, generazionali o soltanto relazionali, ma per i quali non basta più la nostra sola presenza nel PD, o il fatto che di noi si fidino, per sentirsi coinvolti in un ‘impegno democratico’ che rilancerebbe tutta la città.

Questo significa per noi avere cultura politica della città, generando quelle condizioni necessarie per creare nuova classe dirigente diffusa e attrarre talenti per un progetto comune. Il partito che abbia realmente intenzione di accettare le sfide imposte dal suo compito storico ora in Italia, in Umbria ed a Terni deve essere presente in città, aperto (anche fisicamente) e riconoscibile. A maggior ragione in un momento in cui diminuiscono i punti di riferimento storici e spesso, per questioni meramente dimensionali e di mercato, vengono ridotti, nelle aree periferiche, addirittura i servizi di base.

Quale ruolo dunque per i nostri circoli? Quale senso la militanza attiva? Quale tipo di organizzazione strutturale è economicamente sostenibile? Domande che ad una scala diversa di ragionamento anche il PD nazionale si sta ponendo. A noi, però, il compito di dare delle risposte a livello locale: procedere ad una razionalizzazione della strutture non è più procrastinabile perché l’articolazione attuale dei circoli cittadini rappresenta un impatto troppo grande da sostenere e funzionalmente non utile alla nostra missione. Dobbiamo essere consapevoli che non conta il numero delle sedi, ma la voglia di lavorarci dentro utilizzando tutti i canali di comunicazione a nostra disposizione: dalle piazze fisiche a quelle virtuali.

Il PD è la guida politica di Terni e non può solo governare ciò che esiste: deve essere aggregatore e promotore di idee nuove. E’ necessario aprire un confronto costante su specifiche tematiche con il mondo delle professioni, con l’imprenditoria innovativa, con il mondo associativo, gli operatori del mondo della cultura, per coinvolgerli nell’elaborazione di proposte concrete al fine di individuare strumenti utili a migliorare la città. Ed è parimenti necessario tornare a discutere con metodo, e non solo nei momenti di contingenza, con le forze sindacali. Il PD di Terni deve essere parte attiva in tutte quelle vicende che riguardano i lavoratori e la vita delle imprese offrendo interlocuzione politica, assumendo una posizione chiara e collaborando per individuare possibili soluzioni.

Dobbiamo far presto, però, perché in una società che corre e davanti ad una collettività che giustamente ci pone delle domande, abbiamo già perso troppo tempo. Dobbiamo svolgere un ruolo di stimolo e, laddove necessario, di garanzia dell’azione della giunta comunale: abbiamo il dovere di portare proposte e valutare le azioni; assumiamoci con rinnovata intensità la responsabilità di coordinare il ruolo dei nostri consiglieri comunali e di affiancare l’attività del sindaco.

Essere garanti e allo stesso tempo critici non è paradossale, ma anzi la corretta funzione di un partito di governo: avere la lucidità necessaria di guardare lontano e creare i percorsi migliori per arrivare dove si vuole andare. Tra di noi ci sono tutte le risorse per riuscirci. E bisogna far bene, perché la stagione delle belle parole su carta è finita, ce lo hanno ricordato i risultati elettorali. E’ ora di produrre azioni concrete. Noi crediamo che questo momento politico possa trasformarsi in un’occasione per migliorare.

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