Legacoop, Dino Ricci alla guida in Umbria

Il montonese nuovo presidente della Lega regionale delle cooperative e mutue

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Sarà il montonese Dino Ricci (presidente della Molini Popolari Riuniti) a guidare la Lega regionale delle cooperative e mutue dell’Umbria verso le sfide del ‘nuovo millennio’ e, in particolare, verso la costruzione di un nuovo modello di sviluppo maggiormente equo e sostenibile.

Cooperative imprese legate al territorio

Il presidente uscente Ricci è stato infatti riconfermato alla guida di Legacoop Umbria dai delegati riunitisi venerdì 5 aprile per il dodicesimo Congresso regionale dell’associazione che conta attualmente 152 cooperative, circa 500 mila soci, 15.074 dipendenti e un valore della produzione aggregato di 4,1 miliardi di euro. «Le cooperative – ha detto Ricci – nella crisi hanno saputo interpretare le trasformazioni economiche e sociali che hanno interessato la regione. Tuttavia, le cooperative sono imprese legate al territorio, sono imprese di persone che non delocalizzano. Per queste ragioni nel nostro Congresso abbiamo voluto aprire un confronto sul futuro della regione. Riteniamo necessario costruire una visione condivisa per l’Umbria 2030. Le parole chiave della nostra organizzazione per i prossimi 4 anni saranno: sostenibilità, partecipazione e collaborazione». I lavori congressuali sono serviti per fare il punto sullo stato di salute del movimento cooperativo e sulle prospettive future. «Le nostre priorità nel breve termine – ha aggiunto Ricci – sono: ridurre la burocrazia che sta bloccando importanti investimenti che le nostre cooperative vorrebbero realizzare in Umbria creando sviluppo e nuova occupazione; superare la logica del massimo ribasso nelle gare pubbliche che dequalifica il lavoro, riduce la qualità dei servizi e premia le imprese meno qualificate».

Nuova cooperazione

Il riposizionamento delle imprese cooperative e la nascita delle nuove imprese è stato uno dei temi di riflessione del Congresso. Particolare attenzione è stata riservata alle imprese recuperate dai lavoratori in forma cooperativa ed alle cooperative di comunità. «In un momento di crisi dei corpi intermedi, noi rappresentiamo una anomalia – ha detto il presidente nazionale di Legacoop, Mauro Lusetti – noi abbiamo resistito perché la nostra visione del mondo, della società, non è settoriale. La nostra visione tiene conto degli interessi generali, degli interessi della comunità perché noi rappresentiamo una speranza di evoluzione sociale. Ma la cooperazione ha il dovere di ripensare e rendere sempre più attuale questa identità. Il nostro Congresso è anche questo». Ricci ha infine commentato ricordando che «si tratta di creare nuova cooperazione nei settori innovativi. Ambiti che riguardano in particolare i giovani laureati e diplomati. Con il Manifesto ‘Cambiare l’Italia cooperando’ presentato nella primavera 2018 la cooperazione italiana si è messa al servizio del paese con progettualità concrete, verificabili e condivise. Con il nostro Congresso, partendo dal manifesto, abbiamo individuato 5 aree di intervento prioritarie. La creazione di lavoro di qualità, la sostenibilità ambientale e sociale dello sviluppo; la legalità delle imprese e del mercato; l’innovazione tecnologica e sociale e, infine, la sperimentazione di percorsi di welfare innovativi».

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