Terni: rompe le costole alla moglie al culmine di una vita di violenze. Condannato 48enne

L’uomo, trasportatore, era stato arrestato la vigilia dello scorso Natale a Campomicciolo

Condividi questo articolo su

Tre anni e quattro mesi di reclusione, oltre alle pene accessorie e al pagamento delle spese. Questa la pena inflitta dal gip di Terni Barbara Di Giovannantonio, con le modalità del rito abbreviato, ad un trasportatore 48enne di nazionalità romena residente a Terni. L’uomo, accusato di maltrattamenti e lesioni verso la moglie – 50enne ternana – e maltrattanenti nei confronti dei due figli minorenni, era stato arrestato la scorsa vigilia di Natale dagli agenti della squadra Volante di Terni, intervenuti presso l’abitazione del nucleo familiare, a Campomicciolo, a seguito dell’allarme lanciato da uno dei due figli della coppia. Da allora l’uomo si trova ristretto nel carcere di vocabolo Sabbione e mercoledì è arrivata la sentenza del processo che lo vedeva imputato, con il giudice che ha anche stabilito una provvisionale di 5 mila euro – con il restante risarcimento da definirsi in sede civile – in favore della donna, parte civile attraverso l’avvocato Ludovica Rachele Marchione. Circa i fatti del 24 dicembre scorso, il 48enne aveva atteso che la moglie rientrasse dal lavoro per poi lamentarsi, come spesso faceva, per il disordine presente in casa. Dalle parole, però, era presto passato ai fatti, colpendola con violenza con un pugno al costato sinistro – in seguito al quale la poveretta aveva riportato fratture costali giudicate guaribili in trenta giorni dai sanitari dell’ospedale di Terni – per poi prendersela contro i figli, in particolare il 16enne colpito con un bicchiere di vetro e poi con un pugno al volto. Di lì a poco sarebbe arrivata la polizia che aveva immobilizzato e condotto l’uomo in questura dove era stato arrestato. Le successive indagini hanno fatto emergere anni di maltrattamenti, in particolare nei confronti della moglie, iniziati pochi anni dopo il matrimonio. In un’occasione la donna, dopo aver sporto denuncia, aveva rimesso la querela nella speranza che il marito potesse cambiare comportamento. Ma così non era stato, tanto che le accuse di maltrattamenti formalizzate dalla procura – nella persona del pm Giulia Bisello che si è vista accogliere dal gip la richiesta di condanna – ci sono finiti fatti ed episodi che affondano le radici nel tempo, avvenuti anche quando la coppia viveva a Campomaggiore e l’uomo era solito dare in escandescenze, anche rompendo mobili e suppellettili. Così sono emerse le minacce di morte portate con un coltello e puntandole contro una pistola – all’atto della arresto l’uomo si è visto sequestrare due scacciacani, una delle quali priva del tappo rosso -, ma anche di sfregiarla con l’acido se avesse dato seguito alla volontà di separarsi. Un contesto fatto di raptus, percosse, offese anche ai figli, sfociato nell’arresto e quindi nella sentenza del processo in cui il 48enne era difeso dall’avvocato Daniele Ciuffoletti.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli