Stadio-clinica Terni: «Delibera incardinata sul progetto Ternana, sennò è altra cosa»

Terni – La replica rossoverde dopo la bocciatura in sede di conferenza di servizi e l’attesa per l’atto sul riequilibrio entro la fine dell’anno. Niente ritiro del ricorso

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«Altri enti si sono guardati il progetto dando dei pareri approfonditi. Loro invece non lo hanno guardato, è la cosa che ci dispiace di più. E hanno aspettato un parere, arrivato dopo sei mesi, assegnato per l’indizione della conferenza di servizi e sulla base di un decreto sospeso». In estrema sintesi è il giudizio del project manager dell’iter stadio-clinica della Ternana, Sergio Anibaldi, ad una settimana dal caos sviluppatosi dall’esito – formalmente positivo con condizioni, ma nei fatti negativo – dell’appuntamento perugino dello scorso 3 novembre. Il mirino è sulla Regione e, come ormai ben noto, sulla direzione sanità e welfare. A parole la contesa non è conclusa ed il ricorso rossoverde sugli accreditamenti istituzionali non viene ritirato.

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Uno dei documenti mostrati

La replica rossoverde

Un appuntamento fissato al Garden per dare la propria versione dopo la bocciatura della Regione che, in sostanza, ha fatto presente che senza la previsione di una clinica privata nel Ternano non si va da nessuna parte. Con eventuali posti letto convenzionati con il Ssn da mettere a gara, ovviamente. D’altronde lo prevede la normativa. In viale Bramante tocca al vicepresidente di via della Bardesca Paolo Tagliavento e ad Anibaldi tentare di chiarire i diversi aspetti messi nel mirino in seguito al no di palazzo Donini: «Abbiamo sentito in questi giorni parole come se avessimo sbagliato l’iter per il progetto. Bene, con la delibera sul riequilibrio della Regione si chiarisce che invece era corretto: peccato che quella strada non sia stata perseguita prima perché altrimenti la conferenza di servizi si sarebe conclusa totalmente a favore». Il riferimento è al nuovo piano sanitario regionale adottato e, in generale, alla programmazione regionale per invertire il trend. L’esecutivo Tesei ha dato il via libera mesi fa all’unanimità sulla questione. «Il presidente Bandecchi ringrazia il sindaco Latini, l’assessore regionale Melasecche ed il consiglio comunale, tutti si sono prodigati». Nei minuti successivi il ‘titolare’ alle infrastrutture – è lui in primis ad aver caldeggiato il percorso – finirà nel mirino.

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Tagliavento e Anibaldi

Il leitmotiv

Il punto nodale che viene più volte ribadito – è già successo nelle ultime settimane – è uno in particolare: «La Ternana – ha detto Anibaldi – non ha chiesto l’autorizzazione integrata per l’esercizio della struttura, l’accreditamento ed il convenzionamento. Ma solo la possibilità di poter a mettere a servizio una struttura a servizio di un’altra opera pubblica per l’equilibrio economico-finanziario. In sostanza l’autorizzazione alla costruzione e l’impegno programmatico per garantire posti per la sanità privata a Terni. Mai chiesto di poter avere qualcosa che non era possibile. E ciò è scritto in tutti i documenti». Si arriva al presente: «La delibera della giunta regionale di ieri, tardiva, sintetizza che l’iter Ternana si può percorrere. Chiaramente poi si devono garantire i requisiti per l’accreditamento una volta costruita la clinica. Le norme – ha aggiunto – vanno dette tutte, forse fino ad oggi non c’è stata legittimità. Si chiedevano delle cose in virtù di una legge. I dubbi se si può fare una clinica a servizio di uno stadio? Ormai è certificato, non c’è nessun parere né valutazione emerso dove si dice che non è percorribile».

LA DETERMINA DELLA REGIONE UMBRIA – DOCUMENTO (.PDF)
IL VERBALE COMPLETO ED I PARERI – DOCUMENTO (.PDF)
LA REGIONE ANNUNCIA L’ITER PER IL RIEQUILIBRIO

La conferenza

«Il parere di Balduzzi? Non serve più». L’indicazione

Lungo il discorso difensivo di Anibaldi sul progetto: «La Ternana, ripeto, non ha chiesto nessuna autorizzazione integrata. Il parere di Balduzzi non serve più, quella era un’altra questione. Posta in modo sbagliato. Forse non era il parere da chiedere. E lui oltretutto ha assentito alla costruzione della clinica. La Regione – l’attacco – doveva fare la valutazione dei fabbisogni e dire che magari non servivano posti a Terni. Ciò non è successo. Lo stadio da domani mattina si può realizzare e le prescrizioni della Usl Umbria 2 si possono risolvere negli step successivi». Poi l’enigma: «Se la clinica mi garantisce l’equilibrio e tu mi dici che non è possibile farla, perché la conferenza di servizi non si chiude negativamente? Le amministrazioni pubbliche devono essere chiare. O si può fare o no. Ricordo che l’iter è iniziato nel febbraio 2021». Cenno anche al fatto che nella conferenza preliminare (in capo al Comune) Usl Umbria 2 e comparto sanità regionale non si siano espresse: «Quest’ultima poteva già dirlo in quell’occasione se non si poteva fare. Il silenzio equivale all’assenso senza condizioni. Ma che valutazioni hanno fatto per il Psr se in un mese e mezzo fanno il riequilibrio? Ora aspetteremo la delibera di giunta sul piano di riequilibrio. Lo diciamo in modo chiaro: se l’atto, fatto all’esito di una valutazione tardiva, si incardina sul progetto Ternana –  cioè dice che siccome c’è una disponibilità di x posti letto e la Ternana l’ha chiesti non finalizzati ad un’operazione imprenditoriale privata ma a supporto della realizzazione di un’opera pubblica con introiti della clinica per 44 anni a disposizione del Pef a garantire la sostenibilità -, noi valuteremo. Può essere solo questo, altrimenti è altra cosa. Nei minuti seguenti i due hanno mostrato in video una serie di documenti, in primis l’asseverazione del Pef, la bozza di convenzione ed il permesso di costruire impostato ai fini del procedimento. Il discorso è sempre lo stesso: «La valutazione dei fabbisogni andava fatta prima».

IL DISSENSO DEL COMPARTO SANITÀ – DOCUMENTO (.PDF)
COSA DICEVA ANIBALDI NEL NOVEMBRE 2021
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Uno dei passaggi citati

Il tackle, il ricorso al Tar non ritirato e il parere Usl 2

Si arriva all’attacco diretto: «Non hanno guardato il progetto, può essere solo questa la risposta», il pensiero di Anibaldi. «Ricordo che il tasso interno di rendimento, il Tir, è del 6% per Bandecchi. Parlo di redditività». Bene, ma in tutto ciò il ricorso al Tar depositato ad ottobre sulla delibera regionale del 24 giugno scorso? «Non viene ritirato. La Regione ha prorogato per l’ennesima volta gli accreditamenti e sono dieci anni che non sono verificati nonostante la nomina dell’Otar, l’Organismo di valutazione. Scadevano a giugno 2022. Hanno modificato un regolamento regionale con un atto amministrativo. Di 172 requisiti – le parole di Anibaldi – solo una ventina sono essenziali: una decisione che evidentemente va in direzione di chi non ha i requisiti. Riteniamo non legittimi i termini deliberati. Come fanno i direttori delle Usl a firmare i contratti di convenzione con il ricorso pendente? Se i 300 posti accreditati non hanno i requisiti, si aprono ulteriori spazi. Ma è un altro tema», ha puntualizzato Anibaldi. Nel parere preventivo della Usl Umbria 2 c’è l’elenco dei piani con le degenze e le specializzazioni: «Abbiamo presentato una serie di attività. Ci aspettavamo che la Regione dicesse ‘questo sì e questo no’. Non hanno guardato tutto».

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La conferenza

Citato Gambino. Gli ‘sboroni’ 

C’è giustamente chi fa notare che anche l’assessore Melasecche ha dato il via libera alla preadozione del piano sanitario regionale senza clinica nel territorio ternano. Da ‘consigliatore’ di Bandecchi magari poteva far cenno: «Non si può dire – le parole di Tagliavento sul tema – che non ci abbia messo la faccia sul progetto, ha riconosciuto il suo valore. Noi la vediamo così». Poi una critica: «Le 18 mila firme raccolte non sono solo dei tifosi, li vorrei sempre allo stadio. Ma ne vedo meno». Anibaldi è sollecitato anche dai cittadini: «Il decreto 70 del 2015 stabilisce i 3.7 posti per 1.000 abitanti, sì. Ma lo Stato lascia ‘libera’ la Regione sul dove piazzarli in base ai criteri di prossimità e necessità. Diciamo che noi siamo stati sfortunati», riferendosi al fatto che nella provincia di Terni non c’è nemmeno una clinica privata. In conclusione il project manager di via della Bardesca tira in ballo anche Maurizio Gambino: «I famosi 80 posti letto di cui si parla? Lui ha l’autorizzazione alla costruzione di sei-sette anni fa, sono biennali e si prorogano. Ma non è mai stata realizzata. E il motivo è perché nessuno ti garantisce di poter avere l’accreditamento. Se lui la faceva e poteva ottenere l’accreditamento, giustamente i soldi entravano in tasca all’imprenditore. Nel nostro caso c’è un interesse pubblico: i soldi della clinica privata per 44 anni servono per remunerare l’investimento dello stadio. Noi abbiamo chiesto l’autorizzazione alla costruzione e l’impegno per 100 posti accreditabili con i tempi previsti nel cronoprogramma progettuale. Il Pef partirebbe dal momento che la clinica può essere messa in esercizio. E la Regione non deve mette soldi. Niente speculazione, tutt’altro». A chiarire ulteriormente il concetto è stato Tagliavento: «Il progetto si regge su un chiaro piano economico-finanziario ed i numeri inseriti non sono per fare gli sboroni. Sono il minimo indispensabile per far reggere l’opera. Se sono confermati faremo le nostre valutazioni». Infine un breve cenno al centro sportivo: «Narni o la Valnerina? Stiamo facendo valutazioni, lavoriamo sempre su piani B, C e D se il principale presenta problemi. Non aspettiamo di risolverli, ci guardiamo intorno». Le partite sono ancora lunghe e lunedì con ogni probabilità ci sarà un’ulteriore puntata con la presentazione di Bandecchi a candidato a sindaco di Terni.

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