Terni, il patrimonio artistico dei plenaristi

Riscoprire un patrimonio d’arte e realizzare un museo diffuso per valorizzare il percorso artistico dei pittori ‘En plein air’

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di Francesca Torricelli

La fotografia fu scoperta molti anni dopo ma loro, i plenaristi, già erano in grado di regalare le prime immagini a colori dell’Italia, grazie alla pittura ‘En plein air’, cioè dal vivo. A cavallo tra il 1700 e il 1800, l’area del ternano ha visto la straordinaria presenza di pittori europei che l’hanno dipinto dal vero. Oggi, la riscoperta della loro arte diventa un prezioso progetto di promozione culturale e turistica.

Il progetto Sulla spinta del Comune di Terni, in partenariato con il Comune di Narni, con la partecipazione della fondazione Carit, con l‘interesse del Garden club di Terni e l’apporto di studiosi, quali Anna Ottani Cavina e dell’artista Franco Passalacqua, nasce un progetto che parte da uno dei punti chiave dell’offerta culturale della bassa Umbria, denominato ‘I luoghi ritrovati di una valle incantata – itinerario e museo diffuso dei plenaristi nella valle del Nera’, che porta all’attenzione del pubblico e degli storici dell’arte in generale, l’esperienza della pittura ‘En plein air’.

I plenaristi La Cascata delle Marmore ritratta da Jean Baptiste Camille Corot e da Achille Etna Michallon, il ponte d’Augusto di Corot, «sono alcuni esempi di opere che rappresentano una pietra miliare per quel movimento artistico a cavallo tra il 1700 e il 1800 che viene oggi individuato come quello dei plenaristi», spiega l’ideatore del progetto, Franco Passalacqua. «Una grande schiera di pittori, provenienti da molti paesi europei, in quegli anni vennero in Italia attratti dal paesaggio, dalla natura, dalle rovine romane e greche dando vita a un grande patrimonio artistico che, con l’innovazione della pittura ‘En plein air’, ha fatto da premessa all’Impressionismo francese. Tra i luoghi più amati e ammirati in quell’epoca, figura l’area della Cascata delle Marmore, di Piediluco, Papigno e la via Flaminia ternana segnata nel confine verso Roma dal ponte d’Augusto».

L’offerta turistico-culturale La valle del Nera è stata uno dei centri propulsori di questa fortunata stagione di pittura. «Il progetto – aggiunge Passalacqua – intende mantenere vivo e conservare per le generazioni future l’immenso patrimonio storico-artistico che testimonia il passaggio dei plenaristi. Al tempo stesso rappresenterà un eccezionale veicolo di attrazione e promozione turistico-culturale; far rivivere al pubblico l’emozione che fu propria dei pittori dell’epoca osservando il caratteristico scenario della ‘conca’ ternana».

L’INTERVISTA A MARIO FORNACI – VIDEO

L’arte come sviluppo territoriale «Quando ci è stato presentato questo progetto, come Fondazione abbiamo subito aderito volentieri perché ci crediamo molto», sottolinea Mario Fornaci, presidente della fondazione Carit. «L’ottica della Fondazione è sempre stata quella di sostenere l’arte, la cultura come sviluppo territoriale. Adesso vediamo i primi risultati puntando sempre più alla promozione del flusso turistico nel nostro territorio, permettendo alla nostre infrastrutture di poter lavorare al meglio». Un progetto del valore di circa 180 mila euro, 127 dei quali finanziati proprio dalla fondazione del presidente Fornaci, i restati dal Comune di Terni.

Archivio virtuale ‘I luoghi ritrovati di una valle incantata’ consiste nella realizzazione di un archivio virtuale e completo delle opere prodotte nella zona dell’Umbria del sud – in via di realizzazione e che sarà concluso nel dicembre 2015 ad opera di Marcella Culatti della fondazione ‘Zeri’ di Bologna) e il documentario ‘La valle incantata’ di Franco Passalacqua che racconta la storia, i luoghi e le opere dei pittori plenaristi, con lo specifico della loro azione nella valle del Nera. Il documentario rappresenta il primo lavoro audiovisivo dedicato a questa pagina della storia dell’arte.

IL TRAILER DEL DOCUMENTARIO ‘LA VALLE INCANTATA’

Museo diffuso Cuore del progetto è la realizzazione di un museo diffuso della pittura ‘En plein air’, ovvero un itinerario che si snoda attraverso la valle e le strade dell’epoca. L’itinerario interessa i luoghi dove i pittori hanno realizzato i quadri; tale via dell’arte si sviluppa lungo il fiume Nera e interessa, oltre alla Cascata delle Marmore, luoghi come Piediluco, Papigno e Narni con il ponte d’Augusto, scorci privilegiati dalla pittura degli artisti. Successivamente, entro il 2016, nei punti dove i pittori hanno realizzato i loro quadri – un percorso di circa 20 chilometri – verranno posizionate le riproduzioni dei dipinti, permettendo così agli appassionati di rivivere le loro emozioni e scoprire quali luoghi sono rimasti intatti e quali si sono modificati negli anni.

LE FOTO DI ALCUNE OPERE DEI PLENARISTI

Gli stabili Lungo il percorso verranno, inoltre, riqualificati alcuni stabili – la vecchia stazione del tram di Papigno, il vecchio municipio di Piediluco e quello di Papigno, il vecchio lavatoio di Narni e una sede alla Cascata delle Marmore – realizzando, così, cinque stanze museali nei luoghi più rappresentativi della pittura ‘En plein air’, dove il visitatore potrà trovare informazioni sui percorsi guidati, vedere il documentario ‘La valle incantata’ e saperne di più sul progetto.

L’INTERVISTA AL VICE SINDACO FRANCESCA MALAFOGLIA

Identità territoriale Secondo il vice sindaco Francesca Malafoglia, «questa è una ricerca di grandissimo spessore dal punto di vista scientifico e culturale. Il Comune non può che partecipare a questo tipo di iniziative perché sono occasione di riflessione sull’identità del nostro territorio. La cultura non è solo un momento di svago, ma un momento in cui scoprire e riconoscersi nel proprio territorio».

La tre giorni Per presentare il progetto, dal 9 all’11 ottobre a Terni, è prevista una tre giorni nella quale verranno organizzati una serie di eventi con esposizioni, seminari e tour alla scoperta delle tappe di quello che da qui a breve sarà il ‘Museo diffuso dei Plenaristi’ nell’area ternana. La tre giorni vedrà, inoltre, la presentazione del documentario ‘La valle incantata’, che testimonia il valore storico artistico del territorio della bassa Umbria nell’ambito del movimento culturale e che sarà fruibile da parte del pubblico.

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