Pnrr Terni, recupero ex convento ‘Peticca’: l’appalto da 2 milioni va a società di Roma

Cesi – Ok alla proposta di aggiudicazione: nuove destinazioni d’uso in arrivo tra oleoteca, cohousing, coworking e residenze artistiche

Condividi questo articolo su

di S.F.

Il recupero dell’ex convento ‘Madre Francesca Peticca’, il singolo progetto più rilevante a livello economico del Pnrr di Cesi a Terni. Chiuso il cerchio sul fronte dell’appalto integrato per la progettazione esecutiva e l’esecuzione dell’intervento: se ne occuperà la G.E.R. srl di Roma per un importo di aggiudicazione di 2 milioni e 168 euro con rubasso del 5,43% rispetto alla base di gara.

APRILE 2023, IL PROGETTO ALL’ARCHITETTO CONTE DI NAPOLI
IL PNRR DI CESI: PRESENTAZIONE, FOTO E PROGETTI

Il Peticca di Cesi

Chi ci ha provato

La società romana ha ottenuto un punteggio di 98,14 su 100 e ha avuto la meglio sugli altri due operatori economici – in molti non hanno risposto positivamente all’invito – arrivati alla fase finale della procedura, vale a dire dopo l’esame della documentazione amministrativa: la Omega Impianti e il Consorzio Stabile Opera scarl. C’è dunque il semaforo verde alla proposta di aggiudicazione dopo la richiesta di giustificativi richiesti in merito ai criteri di esame, motivo? L’offerta è risultata «anormalmente bassa» in quanto il punteggio complessivo è risultato superiore ai 4/5 di quello massimo attribuibile. Della questione se ne è occupato in primis il responsabile del procedimento, il funzionario con elevata qualificazione Federico Nannurelli, coadiuvato dai collaboratori tecnici/amministrativi Alice Germani, Maria Angela Cavallo, Cinzia Romagnoli, Luana Bonaccini, Francesca De Merulis e Grazia Todini.

EX PETICCA, IL TENTATIVO DI CONCESSIONE NEL 2019

Cosa si fa

Il progetto prevede l’inserimento di diverse e nuove destinazioni d’uso per il fabbricato. Si tratta di residenze sociali per anziani, spazi/alloggi di cohousing, casa delle storie, residenze artistiche (design con vista), spazi di coworking, olioteca regionale e un’area per l’associazione Slow Food. «La metodologia proposta per il progetto di restauro e valorizzazione si articola in un complesso di interventi che mirano a garantire la conservazione dell’edificio nel rispetto della sua storia costruttiva e delle sue specificità», viene specificato. I criteri? «Rispetto per l’autenticità della preesistenza; minimo impatto dell’intervento di restauro sulle evidenze storiche; distinguibilità delle aggiunte contemporanee; facile manutenibilità del risultato raggiunto tramite l’intervento di restauro e massima durata». Restyling in arrivo.

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli