Droga a fiumi da Roma: quattro arresti a Terni

Nei guai c’è finito anche il figlio di un agente di polizia per lungo tempo in forza alla questura di Terni

Condividi questo articolo su

di F.T.

Quattro persone in manette – fra cui un 27enne ternano, figlio di un sovrintendente della polizia di Stato per lungo tempo in servizio a Terni -, circa 10 chilogrammi di droga sequestrati fra hashish e cocaina e migliaia di euro in contanti. Attraverso l’operazione ‘Nerone’ la squadra Mobile della questura di Terni ha sgominato una vasta attività di spaccio radicata in città e basata su approvvigionamenti costanti dalla capitale.

OPERAZIONE ‘NERONE’, LA FOTOGALLERY

Gli arresti sono scattati lunedì pomeriggio nel parcheggio di un centro commerciale nella zona di Maratta, raggiunto da due soggetti a bordo di un’auto proveniente da Roma, per consegnare la droga al giovane ternano. Quest’ultimo, A.S., 27 anni e precedenti per droga, è stato arrestato insieme ad un romano incensurato di 40 anni, dipendente pubblico presso un ministero, e un 32enne titolare di una sala giochi della capitale, già noto alle forze dell’ordine per vari disordini causati in occasione di alcune gare interne della Roma allo stadio Olimpico, sanzionati con denunce e anche un Daspo.

Squadra Mobile, sezione Antidroga

Squadra Mobile, sezione Antidroga

Il ‘custode’ Il quarto arresto riguarda un 57enne disoccupato di origini napoletane, suocero della sorella del 27enne finito in manette, che aveva il compito di custodire, nel suo appartamento di borgo Bovio, la droga destinata poi al mercato locale. Dello spaccio se ne occupava il giovane, figlio dell’agente di polizia, che in sella al suo scooter batteva l’intera città – percorrendo anche più di cento chilometri al giorno – per incontrare direttamente, e il più possibile rapidamente, i tanti ‘clienti’.

Difficoltà Il ‘giro’ andava avanti da qualche tempo e le indagini condotte dagli uomini della quarta sezione antidroga della questura si sono intensificate negli ultimi giorni, come ha spiegato il dirigente della Mobile Alfredo Luzi. Un’attività condotta attraverso gli strumenti più moderni e resa ancora più complessa anche dal fatto che il giovane, in ragione del lavoro del padre, conosceva in pratica tutti gli investigatori che si erano messi sulle sue tracce. Per questo pedinarlo non è stato affatto semplice.

La droga sequestrata Nell’auto stoppata a Maratta gli agenti hanno trovato 5 mila euro in contanti circa cinque chilogrammi di hashish suddivisi fra panetti e decine di ovuli. Quest’ultimi, ognuno dei quali viene detto in gergo ‘nerone’ – da qui il nome dell’operazione – contiene hashish di buona qualità (circa 10 grammi per un prezzo al dettaglio intorno ai 15 euro al grammo) e può essere facilmente nascosto e ingerito per evitare guai di fronte a blitz o controlli delle forze dell’ordine.

Questura Terni operazione Nerone3La ‘base’ Nell’appartamento di borgo Bovio, subito visitato dalla polizia dopo i primi arresti, è stato trovato un chilogrammo di cocaina purissima e circa quattro di hashish, tre bilancini di precisione e altro materiale per il confezionamento delle dosi. Dopo le formalità di rito, i quattro arrestati sono stati tutti associati al carcere di vocabolo Sabbione.

Indagini a tappeto Sulla vicenda sono in corso ulteriori approfondimenti da parte del sostituto procuratore Elisabetta Massini, titolare dell’indagine, da cui potrebbero presto emergere nuovi dettagli legati tanto alle attività di spaccio condotte a Terni, con un mercato fiorente fra giovani e giovanissimi della città, quanto ai canali di approvvigionamento dello stupefacente. Alla domanda se la famiglia del giovane arrestato fosse in qualche modo al corrente della sua ‘attività’, l’ispettore superiore Ruggero Isernia ha risposto con un laconico: «Diciamo di no».

«Grazie» Durante la conferenza stampa in cui sono stati illustrati i dettagli dell’attività, il questore Carmine Belfiore ha voluto ringraziare tutto il personale della ‘Narcotici’ e il nuovo dirigente: «Questo risultato – ha detto – se da un lato ci dà grande soddisfazione, dall’altro non può essere accolto con il sorriso. Quando di mezzo ci finisce la polizia di Stato, in questo caso il figlio di un collega che per lungo tempo ha operato qui a Terni, conosciuto da tutti, da parte nostra c’è sempre un po’ di amarezza. I nostri agenti hanno dimostrato anche in questo caso straordinaria professionalità e correttezza».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli