Processo Provincia: ‘ok’ alle intercettazioni

Terni, i brogliacci entrano ufficialmente nelle carte del processo. Scontro difesa-accusa in aula. Prossima udienza il 17 maggio

Condividi questo articolo su

Le intercettazioni ambientali e telefoniche effettuate dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Terni, durante le indagini relative a presunti casi di ‘mobbing’ all’interno della Provincia di Terni, sfociate nel procedimento che vede imputate tredici persone fra funzionari, dirigenti ed ex amministratori dell’ente, entrano ufficialmente nelle carte del processo.

Le intercettazioni Il collegio giudicante presieduto da Massimo Zanetti e composto da Federico Bona Galvagno e Rossana Taverna ha respinto le eccezioni presentate dai legali difensori degli imputati – sostenute in particolare dagli avvocati Manlio Morcella, Roberto Spoldi, Roberto Galeazzi ma anche dai colleghi Attilio Biancifiori, Francesca Abbati e Arnaldo Sebastiani – incentrate sul fatto che le intercettazioni erano state eseguite in violazione dei diritti di difesa, in quanto disposte nella fase in cui il procedimento era contro ignoti, nonostante fossero già individuabili le situazioni e le presunte responsabilità soggettive degli indagati.

Battaglia legale Non solo. Per gli avvocati difensori le stesse intercettazioni erano state disposte in relazione al reato di maltrattamenti – così era stato qualificato il ‘mobbing’ – e poi confluite nel materiale probatorio da cui erano emerse le ipotesi di abuso d’ufficio e falso. Tesi che hanno trovato l’opposizione del pm Elisabetta Massini e delle tre parti civili – i dipendenti dell’ente che si ritengono ‘mobbizzati’ – rappresentate dagli avvocati Alessandro Tofanelli, Laura Modena e Pier Luigi Iantaffi.

No ai certificati Il tribunale ha respinto le eccezioni, facendo leva su una sentenza del 2013 della corte di cassazione in cui si afferma che, se non vengono compromessi i diritti di difesa in senso ampio, sono utilizzabili anche le intercettazioni disposte in relazione ad un reato non oggetto di imputazione. Nella prossima udienza del 17 maggio – con l’escussione dei primi cinque testi dell’accusa – verrà affidato l’incarico al perito che dovrà trascrivere i brogliacci ora finiti nelle carte del processo. Contestualmente il tribunale non ha ammesso la produzione delle consulenze medico legali e delle certificazioni da parte delle presunte vittime di mobbing: i documenti verranno acquisiti successivamente, con l’escussione dei medici che li hanno redatti.

Il processo L’indagine, avviata nel 2009 dal sostituto procuratore Elisabetta Massini e dalla guardia di finanza, era sfociata in due filoni principali. Il primo riguardante le verticalizzazioni di personale interno nel triennio 2007-2009, l’assunzione a tempo indeterminato di un ingegnere, la stabilizzazione di diciassette precari e il conferimento di incarichi di direzione a soggetti che avevano ricoperto ruoli sindacali nell’ente. Il secondo filone è legato alle querele presentate da alcuni funzionari che avrebbero accusato problemi di salute in seguito a presunti episodi di ‘mobbing’.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli