Borseggiatori seriali in manette ad Orvieto

Due 40enni napoletani bloccati lungo l’A1 dalla Polstrada, arrestati con l’accusa di furto aggravato in concorso

Condividi questo articolo su

Non si aspettavano di essere scoperti, tanto che quando i poliziotti della stradale di Orvieto – camuffati per l’occasione – li hanno fermati, hanno fatto loro i complimenti: «Bravi, avete vinto». In manette, con l’accusa di furto aggravato in concorso, sono finiti due borseggiatori seriali, entrambi napoletani di 36 e 47 anni e con una lunga sfilza di precedenti specifici (uno era uscito dal carcere a fine settembre dopo una lunga detenzione), bloccati lungo l’A1 nell’area di servizio Fabro sud.

La segnalazione

A segnalare alle forze dell’ordine i due – entrambi distinti e ben vestiti, uno indossava giacca e cravatta – è stato un automobilista, che nella tarda mattinata di mercoledì li ha notati aggirarsi con fare sospetto, tra le auto in sosta, nell’area di servizio Tevere, per poi ripartire a bordo di una Fiat Punto in direzione nord. Una pattuglia della Polstrada orvietana coordinata dal dirigente Stefano Spagnoli, in borghese, li ha quindi seguiti, notando a sua volta i loro giri ‘perlustrativi’ nelle stazioni di Fabro nord e poi, dopo aver fatto inversione di marcia, di Chiusi e Fabro sud.

Smascherati

È in questa ultima stazione che la coppia, dopo aver parcheggiato la propria Punto, è stata smascherata dai poliziotti, che si sono ‘mimetizzati’ tra la gente, uno fingendo di essere un benzinaio, un altro un automobilista con la macchina in panne, un altro ancora un cliente dell’autogrill. È stato proprio l’agente-finto benzinaio a bloccare uno dei due malviventi mentre questi stava gettando in un secchione dell’immondizia una borsa da donna – dal valore di 750 euro, ma questo i ladri non lo avevano capito, vuota perché appena acquistata – rubata qualche minuto prima da una macchina in sosta. Poco dopo è stato bloccato anche il complice a bordo della Punto.

La refurtiva

Nell’auto la Polstrada ha trovato tre orologi di valore confezionati, presumibilmente rubati ad un’automobilista nella stazione Tevere e un cellulare particolare: il telefono era stato infatti svuotato e riempito con un’apparecchiatura alimentata a batteria che può inibire il segnale del telecomando della chiusura centralizzata dei veicoli. Solo uno dei metodi utilizzati dai due, che secondo la polizia in occasione del furto della borsa ne avrebbero usato un altro più rudimentale: al momento in cui la proprietaria dell’auto, dopo essere scesa dalla vettura, ha azionato il telecomando, uno dei ladri, fingendo di telefonare, si sarebbe avvicinato alla maniglia della portiera del passeggero, toccandola e quindi impedendone la chiusura.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli