Calvi dell’Umbria: una serata dedicata alla storia del paese e al suo dialetto

Si terrà domenica 28 agosto ai giardini del monastero. In campo il giornalista Mauro Pacelli che riporterà tutti indietro negli anni

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Un viaggio a ritroso nel tempo. Con l’idea di fare un tuffo negli anni ’50, ’60 e ’70 e l’idea di valorizzare il dialetto locale, vero e proprio bagaglio culturale di ognuno di noi. È quanto si propone di fare il giornalista Mauro Pacelli con il suo ‘Dialettando’, uno spettacolo a metà tra un talk e un documentario, interamente dedicato a Calvi dell’Umbria, suo paese di origine. L’evento si terrà domenica 28 agosto alle ore 21 presso i giardini del monastero, nella cittadina umbra.

Dialetto, cultura, tradizioni: «Che restino vive»

«Già un paio d’anni fa presentai un analogo lavoro, dal titolo ‘Cera una volta’ – spiega Pacelli -, che venne inserito nel cartellone del ‘Calvi Festival’ riscuotendo un enorme successo. Basti dire che già un paio di settimane prima che il documentario venisse proiettato nell’arena dei giardini del monastero, i 230 posti disponibili erano stati tutti prenotati. Da qui la richiesta del Comune di fare una replica la sera successiva ed anche in quel caso fu ‘sold out’. Nell’occasione presentai immagini e spezzoni di video riguardanti la Calvi degli anni ’80, con un tappeto musicale ad hoc e la mia voce che accompagnava le immagini che scorrevano sullo schermo. Quest’anno ho cambiato il prodotto, trasformando il docu-film in una sorta di spettacolo. Ci saranno sempre ‘blocchi’ di immagini che verranno proiettati sullo schermo, ma questi verranno inframezzati da interventi del sottoscritto che dal palco dirigerà le operazioni. Racconterò aneddoti, parlerò del dialetto calvese, ricorderò decine di termini e di modi di dire che i più giovani forse nemmeno conoscono. Chiederò la partecipazione del pubblico che solleciterò a ricordare insieme a me come era Calvi negli anni ’60 e ’70. Con me – prosegue Mauro Pacelli – porterò un ‘vocabolario’ del dialetto calvese pieno zeppo di termini, molti dei quali curiosi e divertenti. Insomma sarà uno spettacolo che non annoierà di certo quanti verranno a vederlo e che permetterà di promuovere il dialetto e di fare in modo che esso non scompaia sempre di più dal quotidiano dei calvesi. Due anni fa vennero persone di tutte le età: da gente molto giovane a ultraottantenni. Ricordo con commozione che molti di loro alla fine del documentario vennero a salutarmi con gli occhi lucidi e a ringraziarmi per aver dato loro la possibilità di rivedere sullo schermo volti di loro congiunti scomparsi da tanto tempo. Insomma – conclude – appuntamenti del genere, in comunità piccole come quella di Calvi, rappresentano una grossa occasione per mantenere vive usanze e tradizioni, che attraverso iniziative di questo tipo permettono ai più anziani di ricordare, ai meno anziani di rivivere ed ai giovani di conoscere».

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