Elettrocarbonium sull’orlo del baratro

Terni, proseguono le operazioni che preludono alla fermata definitiva della fabbrica di Narni: lunedì mattina assemblea dei lavoratori

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La resa dei conti è sempre più vicina. E, mentre l’Elettrocarbonium di Michele Monachino prosegue le operazioni che stanno progressivamente portando lo stabilimento a fermarsi di nuovo, tra quello che si era presentato – ed era stato presentato – come il possibile salvatore della patria e lg Sgl Carbon non risultano contatti di sorta. Si sarebbero parlati gli avvocati, ma passi in avanti concreti non ce ne sarebbero stati.

Sgl Carbon 4

Una protesta del 2014

L’assemblea E così, alla fine, i sindacati hanno convocato un’assemblea – si svolgerà lunedì mattina – sui contenuti della quale, in mancanza di informazioni ufficiali, circola ogni serie di congettura: compresa quella peggiore, relativa alla volontà (che sarebbe stata fatta circolare dallo stesso Monachino e, attraverso percorsi tutti da verificare, in qualche modo pervenuta addirittura agli uffici del Ministero dello sviluppo economico) di chiudere baracca.

I lavoratori in cima al silos

I lavoratori in cima al silos

Le paure L’appuntamento di lunedì è atteso, com’è comprensibile, con grande apprensione, soprattutto dai lavoratori dell’Elettrocarbonium, che vedono spalancarsi di nuovo sotto di loro quel baratro dal quale speravano di essersi allontanati dopo le tante lotte – un gruppo di loro si era anche simbolicamente incatenato in cima ad un silos – a cui avevano dato vita nel momento in cui la multazionale aveva ufficializzato la decisione di abbandonare il sito narnese.

Le tattiche Il tutto mentrea dominare sembra essere il tatticismo delle due parti in causa (Sgl Carbon e Morex Elettrocarbionium) e l’attendismo del Mise, che continua a portare avanti contatti seperati con i due soggetti, senza riuscire – almeno questo è quello che si dice – a portarli ad un confronto diretto. E con la Regione e il Comune che, dice il sindaco di Narni, Francesco De Rebotti «hanno fatto e detto tutto quello che era nelle loro possibilità. Ora, anche noi non possiamo che aspettare, anche se ovviamente continua la nostra iniziativa nei confronti del ministero perché faccia pressione sulle parti».

 

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