Furti a San Gemini: «Adesso basta»

Nasce un comitato per chiedere maggiore sicurezza, prima manifestazione in piazza e richiesta di convocazione al prefetto

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di F.L.

Dai due ai tre furti registrati a settimana nelle abitazioni – gli ultimi tre tutti insieme nella giornata dell’antivigilia -, il tentato furto alle poste del 9 dicembre e poi quello portato a termine una settimana fa alla banca Intesa San Paolo di piazza San Francesco, quando il bancomat è stato fatto esplodere: l’escalation di colpi messi a segno a San Gemini non fa dormire sonni tranquilli ai cittadini, che hanno deciso di mobilitarsi, dando vita ad un comitato – ‘San Gemini sicuri’ il nome – e di scendere in piazza, come primo atto concreto, per manifestare tutti i propri timori.

I CITTADINI IMPAURITI – IL VIDEO

Il ‘debutto’

La manifestazione si è svolta venerdì sera, proprio in piazza San Francesco, dove i residenti si sono radunati per chiedere maggiore attenzione da parte di istituzioni e forze dell’ordine. Ad organizzare il presidio sono stati i promotori del comitato – Antonello Austeri, Diego Bordacchini e Federico Fadda – nato da un omonimo gruppo Whatsapp dove da un anno gli iscritti segnalano furti o eventuali fatti sospetti. I tre nel giorno della vigilia di Natale sono stati ricevuti in questura e ora si preparano a scrivere al prefetto Paolo De Biagi. A lui verrà richiesta la costituzione di un tavolo operativo per la sicurezza con l’obiettivo di mettere in campo tutte le iniziative possibili di contrasto a furti e rapine. Tra queste la maggiore presenza delle forze dell’ordine – 5 i militari attualmente in servizio nella caserma dell’Arma di San Gemini – e una più alta frequenza dei controlli concentrati soprattutto nelle fasce orarie predilette dai malviventi (la tarda mattinata e il tardo pomeriggio).

La altre richieste

Ma a sostegno dell’attività delle forze dell’ordine si chiederà anche la presenza di una pattuglia militare, possibilità prevista dall’operazione ‘Strade sicure’. «I nostri figli, i nostri anziani, le nostre famiglie, le nostre attività devono essere protette siamo stanchi di vivere nella paura» è stato detto dai manifestanti. «San Gemini non è più il paese tranquillo di una volta – ha aggiunto Austeri -, ci stanno portando via soldi, affetti, per non parlare dei danni alle cose che abbiamo pagato lavorando. Noi rivogliamo la nostra tranquillità e cercheremo di riprendercela in tutti i modi, prima che accada qualcosa di molto più grave».

Le proposte

Tra i progetti che si stanno portando avanti, oltre ad incontri con le forze dell’ordine per diffondere consigli e deterrenti, anche l’installazione di impianti di allarme e grate in gruppo, così da cercare di rendere i prezzi più competitivi. Infine, ma non per ordine di importanza, c’è la questione della videosorveglianza. «Noi presentammo un progetto in Comune – ha spiegato Austeri -, ma ci fu bocciato perché doveva essere il Comune stesso a predisporlo. A distanza di un anno l’amministrazione ha preso in mano la situazione e ha ricevuto a sua volte due bocciature per i fondi messi a disposizione per la sicurezza. Situazione attuale? Niente videocamere. Ci impegeremo e cercheremo di trovare la soluzione anche a questo, sempre e solo insieme».

La posizione del Comune

Una manifestazione, quella di ieri, che però non ha convinto l’assessore comunale al bilancio Stefano Gregori (intervenuto al posto del sindaco, impegnato altrove). «Fate attenzione a non alimentare un inutile allarmismo e a prestarvi a strumentalizzazioni politiche – ha detto ai manifestanti, con cui il confronto è stato piuttosto acceso -. Le forze dell’ordine fanno quello che possono, il problema è più legislativo e quella della sicurezza è una questione generale che riguarda altre zone della provincia come Narni e la Valnerina. I numeri, per quanto riguarda San Gemini, non sono affatto così allarmanti».

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