Perugia, mense: genitori chiariscono

Le accuse «non sono rivolte alle cuoche, ma a chi acquista il cibo per i bambini»

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A sollevare la questione era stata, lunedì mattina, la Cgil. Stefania Cardinali e Daniela Luzzi avevano preso una posizione decisa in favore del personale che lavora nelle mense scolastiche di Perugia: «Se si scrive che nei pasti dei bimbi sono stati rinvenuti “ossicini” o “lische”, se le porzioni dei bimbi sono ritenute insufficienti, se l’acqua che si porta a tavola è quella del rubinetto anziché quella in bottiglia, le storiche “cuciniere” si sentono chiamate in causa».

«Caccia alle streghe» Le due sindacaliste parlavano di «una vera e propria caccia alle streghe, alla ricerca di ogni piccolo errore, con tanto di foto scattate ai piatti, telefonate ai giornali e utilizzo di ogni possibile cassa di risonanza», auspicando che «non si usi la questione mense a Perugia per una mera speculazione politica e che nei banchi del Comune di Perugia si trovino argomenti di più alto spessore su cui confrontarsi e ai quali dedicarsi con la stessa solerzia».

I genitori Sulla vicenda intergono ora i genitori dei bambini che freqentano le scuole e le mense perugine: «Non riteniamo responsabili le cuoche – dicono – neppure delle lische o degli ossicini di pollo, sono cose che potevano accadere anche in passato, seppure meno di fequente, ma mentre prima i genitori potevano intervenire e risolvere immediatamente cambiando fornitore, oggi il Comune non comunica chi sono i fornitori e quali prodotti vengono utilizzati e neppure prevede una procedura per l’agevole sostituzione di alimenti che, si guardi il pesce, evidentemente non sono di prima scelta».

La gestione Le accuse dunque, «anche in questo caso, non sono rivolte alle cuoche, ma a chi acquista il cibo per i bambini, forse risparmiando un po’ troppo e al Comune che non ha previsto controlli e procedure adeguate per la sostituzione di forniture, che variano da ascuola a scuola. Così come non dipende dalle cuoche la grammatura, tanto che abbiamo inviato note a Comune e Asl per quanto di competenza. Il che dimostra, ancora una volta, che i genitori andavano convocati prima dell’inizio della scuola per l’istituzione del Tavolo Paritetico, invocato da maggio da parte dei genitori, senza tergiversare fino alla fine di ottobre».

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