Sanità Umbria: il riassetto lascia sul campo venti primariati

Tutti i numeri decisi dalla giunta Tesei: chi vince e chi perde la battaglia della riorganizzazione territoriale

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di Giovanni Cardarello

Con la delibera di giunta regionale numero 1339 del 28 dicembre 2023, meglio nota come piano di riassetto territoriale e nascita del terzo polo Foligno-Spoleto, la giunta della Regione Umbria guidata da Donatella Tesei supera nei fatti l’ultimo schema prodotto, quello del 2016, e proietta la sanità territoriale nel futuro. Un futuro che, però, va letto con grande attenzione per comprenderne appieno gli effetti pratici. Perché a valle del provvedimento ci sono, come sempre in questi casi, vinti e vincitori, strutture complesse che scompaiono, strutture semplici che vengono create e un impatto, diretto e immediato, sulla possibilità dei cittadini di ricorrere alle cure pubbliche.

I numeri in tal senso sono vergati direttamente nelle tabelle del provvedimento di giunta, tabelle che il quotidiano Il Messaggero-Umbria analizza nel dettaglio. Il primo dato che emerge, quello più cospicuo, è che scompaiono venti strutture complesse che passano dalle attuali 176 alle nuove 156, salgono invece da 186 a 188 quelle semplici. Un taglio netto, orizzontale, che costerà la perdita di venti primariati e che vedrà sparire, soprattutto a Spoleto e a Terni, alcune strutture essenziali.

Sanità, i documenti sulla riorganizzazione: delibera e numeri

La fredda contabilità parla di tagli soprattutto nelle aziende sanitarie, la Usl1 ne perde 15 passando da 45 a 30, la Usl2 ne cede 9 scendendo a 36 da 45. L’azienda ospedaliera di Terni scende da 40 a 39 strutture complesse, mentre ne guadagna 3 l’azienda ospedaliera di Perugia che passa a 51 da 48. Entrando più nel dettaglio delle tabelle si scopre che delle strutture complesse spariscono una cardiologia, due chirurgie generali, due gastroenterologie, quattro medicina generali, una neurologia, un’oncologia con posti letto, due ortopedia e traumatologia, una radioterapia oncologica, tre radiologie, un presidio e ben quattro terapie del dolore.

Interessanti – al netto della partita, tutta da scrivere, della clinica privata in convenzione per Terni – i dati che riguardano la nascita del terzo polo. Il vero cuore del riassetto. In questo contesto Foligno incassa la direzione unica di cardiologia e la relativa unità di terapia intensiva cardiologica, mentre Spoleto conserva la direzione di traumatologia e radiologia.

Sanità Umbria, ok dal ministero: 80 posti convenzionati nel Ternano e terzo polo

Da segnalare, infine, la contabilità delle strutture semplici. In questo caso essendo il saldo positivo, si passa da 186 a 188: la parte del leone la fa inevitabilmente la Usl 2 che guadagna 20 strutture, gran parte della quali a discapito dell’aziende ospedaliera di Terni che ne perde 11, le altre arrivano dalla Usl 1 che ne cede 5 e dall’azienda ospedaliera di Perugia che ne perde 2.

Inevitabile in questo contesto, una vera e propria levata di scudi delle opposizioni, soprattutto sul versante ternano dove con tre distinte note di stampa la Cgil, il forum sanità del Pd e il gruppo territoriale del Movimento 5 Stelle Terni puntano il dito sul riassetto. Apre le danze il sindacato sottolineando come «la giunta regionale continua a depotenziare il sistema sanitario pubblico a favore di quello privato» specificando che «nella delibera non viene esplicitamente chiarito il potenziamento ed il rafforzamento della rete ospedaliera ternana, che deve passare attraverso la costruzione dell’ospedale di Narni-Amelia, la ridefinizione della mission dell’ospedale di Orvieto all’interno della rete dell’emergenza, il rilancio dell’azienda ospedaliera di Terni come polo di eccellenza, con le relative nomine dei primariati vacanti».

Non meno duro il Pd che definisce il provvedimento come un «galleggiamento», evidenziando la rinuncia alla programmazione, l’ingovernabilità delle liste di attesa i pronto soccorso in affanno e in generale «indicatori di salute declinanti». Tutti elementi che «servono solo ad alimentare una narrazione utile ad una campagna elettorale continua».

Il Movimento 5 Stelle Terni integra l’opposizione al provvedimento entrando nel merito della vicenda stadio-clinica a Terni. Il primo attacco è diretto al sindaco Bandecchi: «Il sindaco festeggia mentre l’ospedale cittadino viene declassato con operazioni come la perdita di cardiochirurgia in favore di Perugia». Ma l’attacco più duro è sulla questione stadio-clinica, evidenziando che «mentre i cittadini di Terni fanno la fila al pronto soccorso e gli anziani in attesa di ricovero trascorrono la notte su poltrone o barelle nei corridoi, i politici di destra-centro che gestiscono il Comune di Terni e la Regione Umbria esultano per la privatizzazione della sanità». E «si entusiasmano per il flusso di denaro che finirà nelle tasche degli imprenditori privati, i quali potranno ottenere 80 posti convenzionati, sottratti alla sanità pubblica, per un valore di 8 milioni di euro l’anno. In tutto questo lo stadio e la clinica non sono al centro di questa rivoluzione, non vengono mai menzionati e non c’è alcun vincolo sul progetto. Ovviamente non c’è nessun beneficio per chi necessita di cure». Netta l’analisi: «Il sindaco Bandecchi continua a parlare senza rendersi conto che il suo unico risultato è ottenere un trasferimento di posti letto dalla sanità pubblica a quella privata nel territorio dell’Usl Umbria 2, senza menzionare alcun progetto o obbligo di costruire stadi o cliniche a Terni. A pagare il prezzo più salato sono Narni, Amelia e Spoleto che complessivamente perdono 65 posti, aggravando ulteriormente il carico dell’ospedale di Terni». Il tutto al «solo fine per garantire un reddito sicuro a privati senza alcun vincolo nei confronti della città».

L’ANALISI DELL’ASSESSORE REGIONALE ENRICO MELASECCHE

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