Terni, cantiere fermo: «Defunti in ostaggio»

Cittadini sul piede di guerra al cimitero di Terni. L’area è off limits e i lavori non si sa quando finiranno

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Portare un fiore ai propri cari: un'impresa

Portare un fiore ai propri cari: un’impresa

I lavori – tecnicamente opere di ‘urbanizzazione primaria’, pavimentazione e fognature – sarebbero dovuti terminare entro la metà di settembre per un importo complessivo di oltre 300 mila euro. Il punto è che sono fermi da settimane, più o meno dalla fine di maggio, ed è scontato che quel termine non verrà rispettato e, anzi, slitterà in avanti di parecchio.

Cantiere ‘particolare’ Sembra la ‘normale’ storia di un qualsiasi cantiere, ma qui la situazione è diversa. A partire dal fatto che stiamo parlando di un’area del cimitero di Terni, all’interno della 6° sezione, e la vicenda – va da sé – presenta aspetti delicati anche dal punto di vista umano.

Off limits Proprio all’interno del cantiere, inaccessibile, insistono infatti decine di cappelle, ultimate e non, di proprietà di altrettante famiglie ternane che lì vi hanno già tumulato i propri cari. Che i lavori avrebbero complicato l’accesso agli spazi, anche solo per portare un fiore a chi non c’è più, era noto a tutti. Anche al Comune che, per ragioni di sicurezza, ha affisso un cartello con un numero telefonico da contattare per concordare eventuali orari d’ingresso con gli stessi tecnici comunali e la ditta esecutrice dei lavori.

Lavori da ultimare. Ma quando?

Lavori da ultimare. Ma quando?

Auto gestione Numero che, lamentano i cittadini, finora non è servito a nulla o quasi. Anche perché, come detto, la ditta da fine maggio si è praticamente ‘volatilizzata’, facendo mancare un pezzo importante del mosaico. E siamo così di fronte al primo, grave, problema: «Nessuno di noi può accedere al cantiere dove si trovano le cappelle – denuncia uno dei cittadini scesi sul piede di guerra – e nessuno può andare a pregare o curare la tomba dei propri cari». Tanto che alcuni sono arrivati, comprensibilmente, al punto di ‘fare da soli’, aprendo un varo nella recinzione dove evidentemente è possibile ed entrando. Senza autorizzazioni di sorta, ma con ragioni da vendere.

«Sequestrati» «Uso un termine forte – attacca un cittadino -, hanno ‘sequestrato’ i nostri defunti e ora cosa pretendono? Che a fronte di un cantiere di cui non si conosce la sorte, ce ne restiamo a casa senza più venire al cimitero per chissà quanto tempo?». Il punto è che si tratta pur sempre di un cantiere. E il rischio che qualcuno possa farsi male, cadendo ad esempio, perchè il terreno è sconnesso e i calcinacci sono un po’ ovunque, è concreto. Così oltre agli aspetti umani, la vicenda si lega anche a questioni di sicurezza che interessano il Comune in prima persona.

la parte già conclusa

la parte già conclusa

E i lavori? Non si tratta comunque dell’unica grana. Perché quella che riguarda i lavori in sé è bella grossa. E non è escluso che si arrivi a novembre, il mese dei defunti, con l’area nelle stesse condizioni di oggi. Ma cosa è accaduto in tutto questo tempo? La parte di intervento a carico di una ditta ternana, nel riquadro adiacente, è conclusa da un bel po’. E infatti la differenza si nota a occhio. La seconda ‘tranche’, subappaltata da quest’ultima a un’altra ditta ternana, si è bloccata come detto quasi subito. ‘Colpa’ di alcune difficoltà che hanno colpito direttamente l’impresa che ha assunto il lavoro. Cose che capitano.

Tempi lunghi Ma la speranza di finire tutto entro il termine previsto si metà settembre è andata a farsi benedire. E per sbloccare la situazione, il percorso – così come i tempi – non è scontato. In teoria l’appalto potrebbe essere assunto dalla ditta che si è classificata seconda nella gara, a patto però che accetti il ribasso già stabilito. Altrimenti, così ci viene spiegato, si dovrà indire una nuova gara con i tempi che questa necessita.

Tensione In tutto ciò, l’unica che ha già percepito qualcosa dal Comune – sotto forma di anticipo del 10% dell’appalto, più o meno 30 mila euro – è proprio la ditta che ha abbandonato il cantiere. Per la subappaltatrice che ha terminato la propria parte di lavori e i fornitori, finora, neanche il becco di un quattrino: la mancata conclusione dell’intervento ha bloccato qualsiasi erogazione. Così, sul piede di guerra, potrebbero presto scenderci anche altri. Accanto ai cittadini.

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