Terni, multe per ‘shot’ fuori dal locale: «Io complice di un festino? Non scherziamo»

Sei sanzioni lunedì sera in piazza dell’Olmo. Fra i multati anche il titolare di Urban Beerhouse che espone la sua versione dei fatti

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Sono state sanzionate dalla polizia di Stato con multe da 400 a 3 mila euro, sei persone – quattro ternani e due stranieri – che lunedì sera intorno alle 21 si sono riuniti presso un locale di piazza dell’Olmo, «per festeggiare la fine del ‘lockdown’ – riferisce la questura in una nota – ed il ritorno ad una male interpretata ‘normalità»’. Sanzionato anche il titolare del locale «che aveva favorito l’assembramento, servendo ‘shottini’ in bicchieri di vetro su due botti davanti al locale, utilizzate a mo’ di tavolino. Per l’esercente – prosegue la nota – si valuta anche la sospensione della licenza, oltre alla sanzione amministrativa». Il locale in questione è l’Urban Beerhouse.

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Parla il titolare del locale: «Non sono complice di alcun ‘festino’»

A parlare con umbriaOn, spiegando l’accaduto dal proprio punto di vista, è Andrea Caromani, titolare del locale di piazza dell’Olmo – Urban Beerhouse – sanzionato dalla polizia lunedì sera: «Sto passando da complice di un ‘festino’ – afferma – quando qui sono la vittima. Sicuramente avrò le mie colpe e avrò commesso i miei errori, ma passare per quello che non sono quando stavo svolgendo il mio lavoro, facendo consegne da una casa all’altra, non ci sto. Vorrei raccontare come è andata – prosegue -. Tre ragazze, correttamente in fila e distanziate, aspettavano il loro ordine all’esterno del locale. Nel frattempo è arrivato un signore di circa 45 anni che mi ha chiesto un cocktail e al quale ho risposto che non li facevamo. L’uomo a quel punto ha ordinando 6 shot e io, preso dalle mille cose (ordini per consegne a domicilio, ricerca dei vari indirizzi perché non siamo abituati a questo metodo di lavoro, scontrini), ho risposto frettolosamente di sì chiedendogli di andarli a consumare distanti dal locale. E così è stato. Dopo circa 20 minuti è tornato chiedendo il secondo giro nella stessa modalità, ma io avevo terminato i bicchieri per l’asporto e ho dovuto servire 3 dei 6 shot in vetro. Di questo faccio mea culpa. Pensando che l’uomo andasse nuovamente a bere con i suoi amici lontano dal locale, tranquillamente sono partito per una consegna a domicilio. Al mio ritorno ho trovato 2 pattuglie e 7 poliziotti che discutevano con quelle persone. Un agente è venuto da me a chiedere il motivo per il quale io avessi permesso loro di bere fuori dal mio locale e lì io ho raccontato semplicemente la verità, sostenuto da uno dei clienti che sosteneva che io gli avessi chiesto di allontanarsi. Io ho sicuramente sbagliato con la storia dei 3 shot in vetro – dice Andrea -, però in questo periodo dove cerchi di fare tutto da solo per limitare le spese, dover anche controllare cosa fanno le persone distanti dal tuo locale credo sia veramente assurdo».

«Ma quale festino»

Così una delle persone sanzionate lunedì sera: «Festini? Non esiste. Nessuno di noi stava facendo un ‘festino’, eravamo tutte persone adulte e l’unica cosa che abbiamo fatto è stata chiedere uno ‘shot’ dopo 40 giorni chiusi in casa. L’esercente poteva rifiutarsi o poteva servirlo su bicchieri da asporto, ma così non è stato. Credo che la connotazione data a quella che era una semplice passeggiata e ad un bicchiere preso all’aperto, sia stata decisamente eccessiva. Anche per questo mi sono cautelato, al pari degli altri, sul piano legale. Passare per un dissennato o uno che non sa cosa sia la responsabilità, non lo accetto».

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