Immigrati, profughi, richiedenti asilo. A volte vengono anche chiamati clandestini. Spesso o quasi sempre vengono guardati di traverso. Se ci vai a parlare, però, come ha fatto Walter Patalocco, che lo racconta nella sua rubrica ‘Il corsivo’, magari capisci qualcosa in più.
IL CORSIVO DI WALTER PATALOCCO
Il bando Se poi, a Terni arriva il bando per razionalizzare l’accoglienza dei nuovi arrivati e di quanti potrebbero ancora essere inviati sul territorio, uno pensa: ok, adesso sarà tutto più chiaro. Manco per niente.
«Posti esauriti» Sul tema aveva preso posizione l’Arci – che insieme a ‘Associazione di volontariato San Martino’ e ‘Associazione laboratorio Idea’ è risultata vincitrice del bando stesso – e aveva spiegato che «l’annuncio dell’arrivo nella provincia di altri 212 profughi era un dato sbagliato, visto che il bando della Prefettura regolarizza solo la presenza dei profughi nel territorio e non prevede nessun nuovo arrivo». Cioè, secondo Arci, non ci sarebbe più posto.
La spiegazione Francesco Camuffo, presidente dell’Arci, spiega che «di fatto quel bando è stata una procedura inutile, perché sul territorio i 212 migranti previsti ci sono già e, forse, siamo anche un pelino sopra». Anche se, dice, «si tratta di numeri in continua evoluzione e modifica, perché quando alcuni di loro vengono inseriti nei ‘progetti ordinari’; coordinati dai Comuni di Terni, Narni e Spoleto ed ai quali lavoriamo noi dell’Arci e la Caritas; di fatto escono dal sistema di gestione ipotizzato nel bando e possono essere sostituiti da altri nuovi arrivi».
La concessione di ‘asilo’ Perché la procedura per la concessione di ‘asilo’, che i migranti in questione richiedono, «segue delle regole precise e prevede che per ottenerlo, devono partecipare ad attività che ne favoriscano l’integrazione e la sempre più attiva partecipazione alla vita sociale del territorio» e che, conclude Camuffo, «le associazioni svolgono in coordinamento tra di loro e con i Comuni».