Umbria in lutto: muore don Elio Bromuri

Il sacerdote e giornalista – era il direttore de ‘La Voce’ – si è spento a 85 anni

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La malattia con la quale ha combatutto a lungo, alla fine ha avuto la meglio e lunedì mattina, all’età di 85 anni, se n’è andato monsignor Elio Bromuri, che fino alla fine ha diretto il settimanale cattolico ‘La Voce’ – suo l’editoriale del numero in edicola lo scorso 7 agosto – ed ha continuato il lavoro presso l’Ostello-Centro internazionale di accoglienza, che aveva fondato mezzo secolo fa.

Il ricordo Il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti e il vescovo ausiliare Paolo Giulietti esprimono «a nome dell’intero Presbiterio perugino-pievese il profondo cordoglio ai familiari, ai collaboratori e a quanti l’hanno conosciuto ed apprezzato per le sue grandi doti umane e spirituali. Don Elio è un uomo di Dio che sarà ricordato da tutti noi non tanto per le grandi cose che ha fatto – commenta Bassetti -, ma per quelle piccole da lui compiute ogni giorno per il bene della Chiesa e della società intera».

Uomo di fede profonda Donatella Porzi, presidente del consiglio regionale, si dice «profondamente colpita dalla morte di Don Elio Bromuri», aggiungendo che «si unisce al dolore della chiesa perugina ed umbra, che perde una delle figure di maggior rilievo nel dialogo interreligioso; sicura di interpretare il sentimento di tutti i consiglieri regionali umbri, esprimo al cardinale Gualtiero Bassetti i sensi del nostro più profondo cordoglio». La Porzi ricorda Don Elio Bromuri come «uomo di fede profonda, raffinato intellettuale e giornalista di razza. Ci ha offerto in tutti questi anni innumerevoli e mai banali spunti di riflessione e di analisi sociale e politica sulla realtà umbra e nazionale. Come direttore de ‘La Voce’ – chiude la Porzi – ha saputo interpretare e raccontare le ansie e i bisogni, le luci e le ombre della nostra complessa e ricca regione, formando tanti giovani giornalisti e regalandoci i suoi acuti e profondi editoriali settimanali che, da oggi, tanto ci mancheranno».

La carità «La nostra comunità perde un uomo di enorme spessore umano, culturale, cristiano. Il suo impegno è stato costante nell’arco della sua vita come uomo di chiesa, come giornalista, come intellettuale. Mancherà a questa città la sua propensione all’accoglienza, l’aiuto a chi ne aveva bisogno, la sua capacità di saper far dialogare anche mondi apparentemente diversi e lontani tra loro». Queste le parole del sindaco di Perugia, Andrea Romizi, alla notizia della scomparsa di don Bromuri. «Così come accade con le più alte menti, don Elio Bromuri lascia a tutti noi il suo pensiero e il suo insegnamento, come beni preziosi da custodire». Romizi ha voluto, poi, ricordare uno degli insegnamenti di don Bromuri: «Comunicare la carità – diceva – è necessario perché oggi vige il mondo dell’individualismo, del nichilismo, dell’arroganza del più forte. Oggi è necessario riportare al centro la carità, ma non nel senso dell’elemosina data al poveretto, ma nel senso di una comunione tra le persone nel rispetto, nella dignità e nella libertà in un progetto comune di sviluppo della comunità umana».

L’attività pastorale La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nell’apprendere la notizia ha espresso in un telegramma inviato all’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il cardinale Gualtiero Bassetti il «profondo cordoglio e sincero dolore personale e della giunta regionale ai familiari, alla chiesa e alla comunità cattolica perugina ed umbra, all’arcivescovo Bassetti». La sua scomparsa «priva la comunità umbra di un apprezzato esponente della chiesa perugina che, fin da giovanissimo, ha svolto la sua azione pastorale nella nostra terra con dedizione e intelligenza. La sua attività pastorale e culturale è stata sempre orientata a valorizzare le acquisizioni del Concilio Vaticano II verso una continua opera di rinnovamento teologico e religioso per rafforzare la presenza della chiesa nella comunità cristiana e nella società». La comunità regionale «perde anche un’importante figura di riferimento per l’impegno che ha profuso in campo umanitario, fondando a Perugia il primo ‘Centro internazionale di accoglienza’». In questi anni, ha concluso la Marini, «durante i quali ho avuto modo di incontrarlo, oltre che di leggere i suoi editoriali, ho potuto conoscere e apprezzare il suo modo di operare, volto al bene della società umbra, il suo forte impegno e la ricerca del dialogo non solo fra le diverse professioni religiose ma anche con le istituzioni, non facendo mancare la sua voce né il suo apporto concreto».

Eredità morale Il Presidente della Provincia di Perugia, Nando Mismetti si unisce al cordoglio per la scomparsa di don Elio Bromuri: «Giornalista raffinato, attento testimone di una società in continua evoluzione, monsignor Bromuri lascia una grande eredità morale e spirituale. Esprimo a nome mio personale, del consiglio e dei dipendenti della Provincia, le più sentite condoglianze al cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, all’intera archidiocesi perugino-pievese, ai familiari, ai collaboratori e alle tante persone che hanno avuto l’onore di essergli amiche».

Il mondo del giornalismo L’Associazione stampa umbra (Asu), partecipa al cordoglio per la scomparsa di Don Elio Bromuri. «Derutese di nascita, don Elio – dice in una nota Marta Cicci, presidente dell’Asu – ha rappresentato per Perugia e per l’Umbria, molte cose. Prete, parroco della prestigiosa parrocchia di Sant’Ercolano, strenuo sostenitore del dialogo interreligioso, studioso ed intellettuale di prim’ordine, giornalista. In questa ultima veste, ha diretto per molti decenni, senza mai ‘invecchiare’, il settimanale ‘La Voce’, un giornale cattolico, vivace, aperto, sensibile ai cambiamenti, che è stata una finestra aperta sulla regione e sul mondo. È una delle poche voci ‘antiche’ del panorama giornalistico umbro, che si mantiene indenne a dispetto della grave crisi dell’editoria. A don Bromuri il merito principale. Con lui, anche il mondo del giornalismo perde una figura di prim’ordine».

Il sottosegretario agli interni, Giampiero Bocci, di Don Elio Bromuri dice che «è stato per tutti noi, che a vario livello ci confrontiamo per operare nel mondo cattolico, la personificazione della generosità e dell’altruismo. Quando, specialmente oggi, dobbiamo confrontarci con resistenze ed egoismi d’ogni tipo verso l’accoglienza, la lezione di don Elio diventa un punto di riferimento immediato e attuale, insostituibile e progettuale: ho avuto il privilegio – io che mi sono formato sul suo insegnamento – di essere stato fra gli ultimi a incontrarlo e di avere ricevuto da lui, pur nelle condizioni estreme della sua vita, l’ulteriore spinta a far valere nelle istituzioni il senso semplice, ma immensamente appagante e proficuo per la società, della disponibilita’, costi quel che costi, e della conseguente articolazione organizzativa nel rapporto fra Stato e Chiesa».

I funerali Le esequie saranno presiedute dal cardinale Bassetti nella cattedrale di San Lorenzo, martedì alle ore 15,30, precedute dalla camera ardente allestita nella chiesa di Sant’Ercolano dal pomeriggio di lunedì.

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