Perugia, Corte appello tra speranze e paure

Sentimenti contrapposti, tra gli addetti ai lavori della giustizia in Umbria, riuniti a palazzo Cesaroni per discutere della possibile soppressione dell’istituzione

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di Umberto Maiorca

La Corte d’appello di Perugia è come un allenatore in bilico tra la conferma e l’esonero. E c’è da star sicuri che quando il presidente della società, davanti ai microfoni, tesse le lodi del mister e ribadisce la consonanza di intenti, è la volta che questi viene cacciato. Ed è questa l’aria che tira tra gli addetti ai lavori della giustizia in Umbria riuniti a palazzo Cesaroni per discutere della possibile soppressione della Corte d’appello.

Verini «Il lavoro della Commissione Vietti è solo una bozza che dovrà passare sul tavolo del ministro e poi – ha detto l’onorevole Walter Verini del Pd – eventualmente, alle Camere. L’Umbria non rischia di perdere la Corte d’appello per via della posizione, per i carichi di lavoro, per la competenza ex lege Pinto e per il ruolo centrale della regione stessa. È bene, comunque, non subire le riforme, ma anticipare le mosse. E penso ad un distretto più grande che comprenda anche il Reatino. Così quando si parlerà di riforma noi saremo pronti».

IL LAVORO DELLA COMMISSIONE VIETTI, CONSULTABILE ANCHE NELLA SEZIONE ‘DOCUMENTI’

avvocati1La politica locale Andrea Romizi, avvocato e sindaco di Perugia, il quale ha assicurato tutto il suo impegno per la permanenza della Corte d’appello. Identico impegno è stato preso da Raffaele Nevi, consigliere regionale di Forza Italia: «Come consiglieri vigileremo sulla questione, ma invito la Regione ad intervenire presso il Governo affinché non si dia corso a quanto previsto nella bozza di legge delega Vietti». Il consigliere regionale, e avvocato, Giacomo Leonelli (segretario regionale del Pd) ha tenuto a precisare che «nei piani di Renzi non ci sono le macroregioni. Se ne parla a livello accademico, di dibattito, quindi non corriamo troppo in avanti. Non posso che concordare sul mantenimento della Corte d’appello, ma penso che l’avvocatura dovrebbe farsi promotrice presso il Governo di un’idea che spieghi i perché di questa richiesta. Dobbiamo veicolare il messaggio che la Corte d’appello di Perugia è funzionale ai diritti dei cittadini e degli operatori della giustizia. Non è il desiderio di un’avvocatura pigra. Serve un’azione a difese dei diritti del territorio e non di mantenimento di privilegi e vantaggi, qualora ve ne fossero».

Gli avvocati Per Carlo Orlando, membro del Consiglio nazionale forense (ente già contrario alla riforma paventata), ha fatto riferimento all’eliminazione dalla bozza Vietti «del tetto di 1 milione di abitanti per distretto giudiziario, una notizia positiva visto che l’Umbria ha 800mila residenti – ha detto l’avvocato Orlando – Interessante anche l’inserimento di un elemento che riguarda l’intervento del Governo per le infrastrutture collegate alla nuova geografia giudiziaria e anche la presa di coscienza che alcuni territori devono fare i conti con la criminalità organizzata, e la regione non è esente, per cui servono strutture giudiziarie adeguate». Da ricordare che senza Corte d’appello l’Umbria perderebbe anche il Tribunale amministrativo, la Sorveglianza, i Minori, la Procura, l’Antimafia e la Corte dei conti.

Posizioni diverse Meno entusiasta e più guardingo l’avvocato Francesco Falcinelli, presidente della Camera penale di Perugia “Fabio Dean”: «Registro con piacere l’unitarietà di intenti della politica, ma il lavoro della Commissione Vietti apre scenari preoccupanti per l’avvocatura, perché si parla di efficientamento della giustizia, di riduzione dei costi, ma non c’è una parola sulla qualità della giustizia». Gianluca Calvieri, presidente dell’Ordine degli avvocati di Perugia, è chiaro: «Non facciamo allarmismo sulla questione, ma teniamo alta l’attenzione e vigiliamo. Si tratta di un documento istruttorio, di studio, e quindi ancora da interpretare, ma è chiaro che gli addetti ai lavori non sono contenti. Nel documento si indicano i criteri che poi verranno utilizzati per i tagli e la riforma della geografia giudiziaria».

L’appello Due consiglieri comunali di Perugia, intervengono sulla questione: Massimo Perari (Forza Italia) chiede che «venga fugato ogni dubbio sull’ipotesi di chiusura. L’ipotesi di riforma allo studio, intende ridurre il numero delle Corti d’appello sul territorio secondo alcuni parametri incentrati sul carico di lavoro e sul numero di abitanti, mettendo a rischio il distretto perugino. Seppur trattandosi di ipotesi ancora da vagliare, è bene che le autorità competenti in primis il sindaco di Perugia e i parlamentari umbri si facciano portavoce al fine di tutelare la nostra sede giudiziaria». Angela Leonardi (Crea Perugia) aggiunge che «il dato allarmante è che nella relazione introduttiva al disegno di legge delega si parla solo di riduzione di Corti d’appello, si parla di efficientamento, ma non si considera la qualità dei servizi offerti. La Corte d’appello di Perugia deve trovare la capacità di essere attrattiva e funzionale per altri piccoli distretti al fine di creare i presupposti non solo per sopravvivere, ma per costituire una nuova realtà in grado di funzionare in maniera eccellente nel tempo».

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