Ast di Terni, è scontro tra sindacati

La Fiom non firma l’accordo su organizzazione e riconoscimenti al Centro di finitura: «Intesa preconfezionata, ‘no’ a baratti»

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Mentre i tanti temi che ruotano intorno all’Ast continuano a tenere banco, dentro la fabbrica si incrina il fronte sindacale: motivo della querelle è il verbale di accordo sottoscritto giovedì tra azienda e sindacati in merito ad organizzazione del lavoro e formazione del Centro di finitura, verbale non firmato dai delegati Fiom Cgil, che spiegano di non condividerne «metodo e contenuti».

I motivi

Quanto al primo punto, secondo la sigla sindacale è «inaccettabile che l’azienda, sostenendo sempre di essere trasparente ed imparziale, arrivi con un pre-accordo, probabilmente già preconfezionato con alcuni, presentando il ‘piatto’ già pronto alla delegazione, senza margini di discussione e/o contrattazione». Nel merito, sempre a detta della Fiom è invece inaccettabile «che si affermi il principio secondo cui si possono fare riduzioni di organico, ulteriori razionalizzazioni e smantellamento di enti – come quello, in questo caso, della qualità – in cambio di 4 livelli. Come delegati Fiom Cgil non siamo voluti essere complici di questo percorso e quindi accettare implicitamente un aumento di carico di lavoro per gli operatori e per i preposti, stravolgendo l’organizzazione del lavoro a favore sempre dell’azienda».

Il ‘baratto’

Nel mirino della Fiom è finita anche la formazione. «È chiaro – continua il sindacato, riservandosi azioni a tutela degli operai – che verrà fatta per aumentare funzioni e responsabilità dei lavoratori, con l’obbiettivo della polivalenza, ma non sono chiari i percorsi di riconoscimento professionale verso gli stessi». «Come delegati Fiom rimaniamo convinti della posizione assunta, perché percepiamo che, se passa la logica di ridurre organico, esternalizzare, sopprimere mansioni, aumentare carichi di lavoro in cambio di qualche livello o riconoscimento economico, l’azienda non esiterà ad applicare questo stesso metodo in tutte le altre aree. Pensiamo, al contrario, che gli aspetti organizzativi siano fondamentali per i risultati produttivi aziendali e non possano essere materia di baratto. Riteniamo dunque quanto successo irrispettoso, anche a fronte dell’azione unitaria che stiamo mettendo in campo nel contrastare politiche aziendali che stanno, a nostro avviso, indebolendo gli aspetti produttivi ed occupazionali del sito».

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