Ast, via a 50 esuberi tra gli impiegati

Terni, accordo tra azienda e sindacati sulle uscite volontarie: incentivi tra i 30 e 100 mila euro

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Il tema era uno dei punti cardine contenuti all’interno dell’accordo sul piano industriale firmato agli inizi di giugno dalle parti al ministero dello sviluppo economico, martedì mattina, nel corso di un incontro che si è svolto nella sede di Terni di Confindustria, sindacati e dirigenza di Ast hanno trovato l’intesa anche sui dettagli della procedura di licenziamento collettivo di 50 dipendenti del comparto degli impiegati e quadri dell’acciaieria, aperta il 5 luglio scorso. L’uscita, come già sottolineato nella linee guida tracciate al Mise, sarà volontaria e con un incentivo – in base al verbale firmato martedì – che andrà dai 30 e 100 mila euro lordi a lavoratore. Ovvio che i primi a cui è rivolta la procedura siano coloro che, calcoli alla mano, hanno l’opportunità di ‘agganciare’ la pensione.

I dettagli dell’accordo

Il primo criterio stabilito dalle parti per individuare i lavoratori in esubero è infatti quello del possesso o del raggiungimento dei requisiti per il pensionamento anticipato o del raggiungimento di Quota100. Per questi dipendenti l’importo minimo corrisposto sarà di 30 mila euro, ma potrà crescere fino ad un massimo di 80 mila euro calcolando la differenza tra trattamento di Naspi e retribuzione netta del lavoratore e – per i soli lavoratori interessati al pensionamento per Quota100 – integrandola con la stima di perdita contributiva ai fini pensionistici. Per chi vorrà lasciare l’azienda ci sarà tempo per comunicare la risoluzione del rapporto di lavoro dal 24 luglio al 31 dicembre, con la conseguente collocazione in Naspi, ma l’incentivo potrà crescere fino al tetto massimo di 100 mila euro per quei lavoratori che manifesteranno la loro non opposizione al licenziamento entro il 30 settembre.

Il ‘riadeguamento’ dei profili

Spiegando i motivi della procedura, nel verbale l’azienda fa riferimento «alle problematiche gestionali e di organico che affliggono l’azienda e che hanno determinato l’attuale difficile situazione, non più procrastinabile, caratterizzata dalla necessità di procedere ad una razionalizzazione e semplificazione del personale con un contestuale e necessario riadeguamento dei profili professionali». L’organico complessivo attuale di Ast è di 2.357 unità, divisi tra 28 dirigenti, 126 quadri, 518 impiegati e 1.685 operai. La procedurà non comporterà la soppressione di dipartimenti aziendali. «L’accordo – secondo quanto riferiscono al termine dell’incontro Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Usb – definisce in modo chiaro la volontarietà dei lavoratori nell’accettare i termini dell’accordo stesso sia ai fini dell’uscita dal ciclo lavorativo sia nei termini previsti come incentivo all’esodo. Su detto accordo – sottolineano i sindacati – rimarca in maniera esplicita la necessità di procedere in questa direzione in maniera condivisa e non unilaterale da parte aziendale».

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