Bambini in Umbria: scoprire il disagio

Presentata la ricerca Aur sulla condizione infantile nel ‘cuore verde’: vincono la famiglia e la cerchia di amicizie

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«Crescere sgomitando tra i grandi» è il titolo di una ricerca che racconta la vita quotidiana delle bambine e dei bambini in Umbria, in cui sono pubblicati gli esiti di un ampio percorso di indagine svolto dall’agenzia umbria ricerche (Aur) per conto della Regione Umbria. Fra i tanti risultati, emerge che i bimbi umbri stanno meglio dei loro coetanei di altre regioni d’Italia, ma subiscono le conseguenze della crisi economica. In generale, sono molto soddisfatti della loro vita in famiglia e con gli amici, meno del loro rapporto con la scuola.

IL SOCIOLOGO BELOTTI: «ECCO COME VIVONO I BAMBINI IN UMBRIA» – VIDEO

La conferenza Presentato dal sociologo dell’infanzia Valerio Belotti, docente all’Università di Padova, oltre che dai coordinatori della ricerca Mauro Casavecchia ed Elisabetta Tondini e dai ricercatori Enza Galluzzo, Andrea Orlandi, Mario Acciarri. Le conclusioni sono state affidate ad Alessandro Maria Vestrelli, dirigente del servizio regionale programmazione e sviluppo della rete dei servizi sociali e integrazione socio-sanitaria. Alla conferenza sono intervenuti anche gli assessori Luca Barberini e Antonio Bartolini.

Imparare a capire i bambini «I bambini umbri stanno mediamente bene rispetto ad altre realtà, certo anche in umbria si sono inseriti alcuni problemi specifici come quello della povertà – dice Belotti – ci vorrebbero dei corsi per imparare a capire i bambini: diamo poco spazio alle tensioni e alle preoccupazioni dei bambini nella sua quotidianità, l’infanzia non è una fase di transizione verso l’età adulta ma una fase molto importante della vita in cui le esperienze sono complete e sono vissute in funzione dell’oggi»

La ricerca poggia su tre rilevazioni – rivolte a circa 2mila bambini, ai loro genitori e al corpo degli insegnanti – effettuate attraverso tre distinti questionari con lo scopo di monitorare la condizione dell’infanzia dagli 8 ai 12 anni ascoltando direttamente la voce dei protagonisti e quella degli adulti di riferimento. In un mondo dominato dal potere degli adulti, sottolineano dall’Aur, si è così voluto sottolineare e rivendicare l’importanza e la centralità dei bambini e delle bambine nella società: sono soggetti attivi e reattivi, veri e propri attori sociali che, con le loro relazioni e le loro negoziazioni, producono cultura e condizionano, trasformano, costruiscono insieme ai grandi l’ambiente circostante.

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