Cardeto, Comune e Anac fermano i lavori

La composizione societaria della ‘Parco Cardeto srl’ – attuatrice della concessione – è cambiata prima del collaudo. Da qui lo stop «per ragioni di pubblico interesse»

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La battuta è per certi versi scontata – «Perchè, stavano procedendo?» – ma la questione, stavolta, appare abbastanza seria e va a sommarsi a quelle che da tempo incombono sul destino sempre più incerto dell’ex parco di Cardeto, storica area verde di Terni che dal 2013 è chiusa in quanto oggetto di un piano di riqualificazione di tipo ‘project financing’ sull’asse Comune-Ciam. Proprio lo scorso marco i residenti della zona avevano amaramente festeggiato «cinque anni di nulla» e lo stesso sindaco Leonardo Latini, in campagna elettorale, aveva bollato la questione come «più delicata di altre».

Stop In pratica il Comune di Terni, attraverso il rup del procedimento Federico Nannurelli e in base a quanto sancito dall’Anac, ha disposto l’interruzione dei lavori «per ragioni di pubblico interesse» e avendo ritenuto opportuno «agire con il principio di massima precauzione».

Il motivo La società di ‘progetto’ – soggetto attuatore della concessione – ‘Parco Cardeto Srl’, in passato ha visto cambiare la propria composizione societaria con l’uscita di scena della Ciam Servizi Spa, socio cosiddetto ‘qualificante’. In pratica una cessione di ramo d’azienda. Il problema, però, sta nel fatto che fino al collaudo dei lavori, ciò non sarebbe potuto avvenire. Tant’è che la questione lo scorso 20 giugno è stata bollata come ‘illegittima’ dall’Ufficio vigilanza contratti di partenariato pubblico-privato dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), a cui il Comune aveva esternato tutti i propri dubbi in un dettagliato resoconto.

Recupero lontano Da qui lo stop dei lavori, con il concessionario che ora dovrà trasmettere le memorie con il proprio punto di vista sui fatti: quelli relativi ad un parco sempre più lontano dal traguardo del recupero. Che tutto ciò sia preludio ad un’azione dell’ente orientata a ‘resettare’ l’ingarbugliata situazione, è tutto da verificare. Dipanare la matassa è uno dei compiti che, con un occhio alle azioni civili che in questi casi sono sempre dietro l’angolo, spetteranno alla nascitura amministrazione comunale.

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