Dipendenze, in Umbria «l’acool ha il primato»

Angela Bravi e Nera Bizzarri del Servizio programmazione socio-sanitaria in Regione: «Al secondo posto il gioco d’azzardo che scavalca anche il consumo di droghe»

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Le dipendenze e la risposta dei servizi sanitari in Umbria. Il primato negativo riguarda l’alcool, ma in forte crescita la dipendenza da gioco d’azzardo, con circa 300 persone seguite dai servizi in Umbria, ma aumenta anche il consumo di nuove sostanze psicoattive, spesso di difficile riconoscimento e commercializzate in gran parte attraverso internet. La commissione sanità e servizi sociali del consiglio regionale dell’Umbria giovedì ha ascoltato in audizione Angela Bravi e Nera Bizzarri del servizio programmazione socio-sanitaria dell’assistenza distrettuale, sulle dipendenze in Umbria, argomento su cui ha chiesto approfondimenti il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Maria Grazia Carbonari.

Le dipendenze Il primato negativo sui consumi riguarda l’alcool, lievemente superiore al consumo su media nazionale e in aumento fra la fascia più giovane di popolazione, dai 15 ai 34 anni. Ma la novità dell’ultimo periodo, secondo i dati Espad 2016, è il secondo posto fra le dipendenze del gioco d’azzardo, che scavalca anche il consumo di droghe. Fra queste ultime, gli oppiacei come l’eroina costituiscono il problema per il 75,3% degli utenti umbri che si sono rivolti nel 2016 ai servizi delle Usl per disturbo da uso di sostanze psicoattive illegali. Al secondo posto fra le droghe la cocaina (11,9%), quindi i cannabinoidi (10%) e altre sostanze illegali (2,7%). Un ulteriore fenomeno in crescita è il consumo delle Nps, le nuove sostanze psicoattive, spesso di difficile riconoscimento e commercializzate in gran parte attraverso internet.

I centri di riferimento «La giunta regionale – hanno spiegato Bizzarri e Bravi – sta adeguando la risposta dei servizi alle nuove realtà delle dipendenze. Attualmente operano 4 unità operative complesse, che si avvalgono di professionisti di varie discipline: il centro di riferimento è quello di Foligno, ma anche Terni ha già il ‘Ser.D’ (servizio dipendenze) pienamente operativo. Poi ci sono i ‘Ser.T’ (servizio tossicodipendenze) di Perugia e Città di Castello, che la cabina di regia regionale sta adeguando per offrire servizi uniformi su tutto il territorio e rispondere anche alle nuove esigenze: in Umbria sono circa 300 i giocatori d’azzardo seguiti dai servizi».

I servizi Accanto ai servizi offerti dalle strutture vi sono quelli residenziali e semiresidenziali: in Umbria ci sono 7 enti del privato sociale che coprono quasi tutte le esigenze segnalate nell’accordo Stato-Regioni del 1999, ad eccezione dei servizi terapeutici residenziali per minorenni, per un totale di 397 posti letto in residenziale e 37 in semiresidenziale. Accolgono in netta prevalenza utenti provenienti da fuori regione. Nel 2017 gli utenti in trattamento presso le comunità umbre sono stati 341, di cui solo il 22% cittadini umbri. Ovviamente completano la rete di intervento le cooperative sociali, soggetti del terzo settore e le molte associazioni di volontariato e di auto mutuo aiuto.

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