FarmaciaTerni, 615 mila euro di perdita: ricapitalizzazione

Dopo lo step rimodulazione del contratto di servizio, ecco il 2° nell’azione di risanamento e rilancio: Ricci ancora in III° commissione consiliare. Esposto il piano industriale

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Primo step rimodulazione del contratto di servizio. Il secondo: copertura integrale di una perdita complessiva da 615 mila 735 euro – 549 dell’esercizio 2018 ed i restanti 66 di quella del 2016 portata a nuovo – da parte del Comune onde evitare lo scioglimento e ricapitalizzazione con mirino sul rafforzamento patrimoniale della società e risanamento. Terzo, lancio del piano industriale 2022: il nuovo processo di FarmaciaTerni continua e giovedì pomeriggio il numero del CdA Federico Ricci ha dato ulteriori delucidazioni sullo sviluppo ed i progetti per l’azienda. Come di consueto non mancano le polemiche tra chi si fida in maggior misura e chi, magari, fa presente che è meglio non esaltarsi troppo con i numeri. Assente il sindaco – ha la delega al bilancio – Leonardo Latini.

LA MODIFICA DELLO STATUTO DI FARMACIATERNI

L’interno della farmacia Falchi

Il patrimonio netto negativo

In pole – lungo intervento iniziale da oltre venti, di stampo tecnico – per parlare del recente passato e delle azioni future c’è Ricci, già protagonista in III° commissione consiliare in merito alla rimodulazione del contratto. Numeri su numeri per far capire la transizione, come ad esempio i 63 mila euro a fondo rischio per il contraddittorio con Banca Intesa – ci sono anche gli interessi di mora, focus sul problema del fido – e i 92 mila accantonati per l’affitto: «Ne parleremo con il socio», ha messo in evidenza. Poi 180 mila per le perdite rispetto a fornitori dove «tenteremo delle azioni legali». Il quadro completo: «Con la perdita dell’esercizio 2018 c’è un patrimonio netto negativo di 292 mila euro e ciò obbliga alla chiamata del socio in assemblea – 28 giugno e 9 luglio – per il ripianamento. Redditività netta 2018 è 0,9%, fatturato stabile rispetto al 2017 e costo personale salito dell’1,3%». Come detto si tratta di oltre 600 mila euro, non due spicci. Si passa poi al 2019 e alla redazione del trimestrale al 31 marzo: «Il risultato lordo – ha aggiunto – è di -45 mila euro, un dato che preoccupa. Sapete che febbraio si stava perdendo il 7% di fatturato: per fortuna scende in maniera vertiginosa il costo del personale per la decisione del socio di non rinnovare i contratti, l’azienda stava crollando; nei 45 giorni di amministrazione – dal 13 febbraio in avanti – ci sono stati diversi miglioramenti e sono state realizzate delle azioni correttive pesantissime».

IL PIANO INDUSTRIALE COMPLETO DI FARMACIATERNI: PROSPETTIVE E MODIFICHE

Federico Ricci e Nicola Nulli Pero

I fornitori, la rinegoziazione e il previsionale 2019

Tutto ciò porta a discutere dell’immediato futuro: «Un dato fondamentale è il cashflow, è subito migliorato del 20-30% perché le banche ci hanno continuato a sostenere. Fornitori? Di fronte all’1,6 milioni di euro di ‘scaduto’ hanno rinegoziato facendo un piano di rientro perché abbiamo trovato il modo di invertire il trend del fatturato. Il risultato industriale lordo al 31 dicembre – si parla sempre di previsione – risulta negativo perché i primi 45 giorni sono difficili da superare. Il contesto di crisi era molto rilevante e ora siamo in ‘panchina’ in attesa delle decisioni del socio». C’è spazio anche per cose positive: «Nel contempo la situazione finanziaria si è stabilizzata e la posizione economica, seppur con massima cautela, ci dà fiducia. Il fatturato nel triennio in arrivo ci dà una lieve crescita dell’1,5%». Ricci ha ribadito più volte che il capitale sociale originario era di 323 mila 659 euro. Le perdite da ripianare sono

LA RIMODULAZIONE DEL CONTRATTO PER AIUTARE L’AZIENDA

Il prospetto al 2022

Il debito zero, le farmacie ‘sveglie’ e le risorse fresche 

Si parla anche del target locale: «Sugli oneri finanziari vorremmo arrivare a debito zero, sarebbe un giorno di grande festa. L’azienda deve diventare un modello di efficienza per servizio e occupazione: non facciamo la corsa sulle farmacie private, le vediamo – continua Ricci – come nostre amiche di un unico sistema e vogliamo una concertazione forte con Federfarma. La popolazione di Terni è tendenzialmente anziana e disagiata, ma non per questo dobbiamo essere delle farmacie solo per gli ultimi: saremo attenti, ma serve anche essere focalizzati sulle nuove esigenze. In definitive delle strutture ‘sveglie’ per un servizio a 360 gradi con un ricambio generazionale e l’inserimento di risorse fresche. Zonizzazione? Vorremmo presentare una proposta al Comune per le reali necessità degli utenti».

La III° commissione consiliare odierna

Il rafforzamento patrimoniale da 1 milione

Nel piano industriale viene messo in risalto come «la terza azione – ricollegandoci al tema del rilancio – da porre in essere consiste nel rafforzamento patrimoniale della società, necessario per permettere all’azienda la sostenibilità economica e finanziaria del piano industriale. Il rafforzamento patrimoniale potrebbe avvenire da parte del socio mediante un aumento di capitale di importo pari a circa un milione di euro nelle modalità individuate da lui stesso». Focus ovviamente sulle strategie future e in tal senso l’azienda specifica che «si posizionerà nel mercato di riferimento come proposta di farmacia sociale di prossimità, orientata tanto all’assistenza nell’aderenza terapeutica e nella presa in carico delle malattie, quanto attenta ai cittadini protagonisti di un nuovo stile di vita centrato sul benessere; farmacia del futuro focalizzata su vendite libere, altamente specializzata e con prodotti innovativi; farmacia semplice e di quartiere, amichevole per il cittadino e caratterizzata dalla grande esperienza e professionalità del personale, dove si arrivi con poca attesa al banco e non si scelga da soli, ma con il consiglio del nostro esperto farmacista; azienda fortemente interconnessa con il sistema Assofarm, ma attenta a lavorare insieme e fare squadra con Federfarma».

Le farmacie antiquate e i numerosi difetti 

Nel documento – Ricci ne aveva parlato a grandi linee nella scorsa commissione – viene sottolineato poi come «una delle cause della stasi del fatturato dell’azienda sia una rete di farmacie che hanno un layout di punto vendita assolutamente non adatto alle moderne esigenze di un adeguato incontro commerciale e di servizio farmacia/cittadino, ad eccezione della Falchi, farmacia ospedale 2 –zona viale Trento, farmacia comunale 5 – zona ospedale». Quali sono i difetti? «Nessun family feeling di rete (nemmeno la stessa insegna, nemmeno lo stesso marchio); nessuna relazione, fin dal nome della farmacia, con il quartiere di riferimento; punti vendita per lo più vetusti ed antiquati; layout dei punti vendita antiquato, con spazio dedicato al cliente penalizzato a vantaggio dell’esposizione della mercein una logica poco consona al concetto di moderna farmacia; layout dei puntidi vendita poco agevoli nei quali la clientela è costretta a fare la coda senza aree di comfort e non può rifornirsi da sola a causa dell’assenza di un category management». Abbastanza male dunque. Soluzione? «Si sta valutando l’opzione del revamping, ovvero interventi limitati ed immediati in tutte le farmacie nel corso del 2020 di valore massimo di 100 mila euro totali». Focus in particolar modo sulla struttura di viale Trento, definita una delle più inadeguate per location e da spostare a 200 metri rispetto al posizionamento attuale: l’azienda sta già pagando il canone – 1.500 euro al mese – da tempo pur essendo il locale inutilizzato. ‘Trasferimento’ da fare anche per la Falchi, che al momento paga anche la vicinanza di un’altra farmacia a 200 metri: si spinge per l’inserimento al di fuori della Ztl in una zona di flusso veicolare. Resta in auge la volontà di apertura di un’altra struttura in zona stazione: «Le caratteristiche dimensionali potrebbero vedere una superficie complessiva di 200 metri quadrati, una suddivisione interna con locale vendita di mq 110 oltre a magazzino, spazio servizi, ufficio e spazi accessori».

Angeletti, Orsini, Gentiletti e Simonetti

Il bilancio sociale, le iniziative e la scuola

Già noto che l’azienda ha lanciato un paniere sociale – sconti del 25% – in avvio di giugno. Ora vengono messe ‘nere su bianco’ tutte le iniziative in arrivo post approvazione del piano industriale: «Ideare stabilire e comunicare un paniere di prodotti a prezzo calmierato e solidale; incentivare e promuovere gli screening con le realtà sanitarie anche associative del territorio; farsi carico di iniziative di solidarietà, anche attraverso la distribuzione di piccoli panieri di prodotti di libera vendita, verso le fasce disagiate della popolazione; supportare le scuole di ogni ordine e grado nelle iniziative informative su salute e benessere; oltre ogni altra iniziativa che possa rientrare tra le finalità sociali; tutto ciò al fine di redigere annualmente a far data dal bilancio 2020, un ‘bilancio sociale’ in cui si rendicontino le attività a valenza sociale approvate dal Comune». Ricci, come già esposto lo scorso mese, punta molto anche su una strategia di comunicazione – social e non – capace di attirare il cittadino.

Orsini alza la voce: «Dove sta il bilancio 2018?»

L’atto passerà con 5 voti a favore (la maggioranza, ovviamente), 2 astenuti (Gentiletti di Senso Civico e Simonetti del M5S) e un contrario, Orsini del Pd: «Come facciamo a votare – le sue parole – un piano di risanamento e ricapitalizzazione senza avere il bilancio consuntivo 2018? Non lo avete messo a disposizione dei consiglieri. Si sta parlando di un’azione per mettere in sicurezza la società anche con risorse dei cittadini ternani. Che votiamo senza quel documento?». Scatta la questione pregiudiziale, sarà bocciata. L’espondente Dem non si ferma qui: «Il piano di risanamento deve essere trasmesso alla Corte dei conti – si appoggia all’articolo 14 del testo unico per le partecipate – e controllato da altri enti, il mio voto è contrario perché non siamo nelle condizioni di poter approvare l’atto. Inoltre le farmacie hanno problemi di natura strutturale e nel documento non vengono affrontate». Il capogruppo pentastellato si astiene e mette in guardia: «Vedo la maggioranza entusiasta, ma non stappiamo le bottiglie in anticipo. Vediamo i risultati».  Ricci, il dirigente Nicola Nulli Pero e il presidente del collegio dei sindaci di FarmaciaTerni Mauro Scarpellini danno poi altre spiegazioni sul costo del personale, la rimodulazione del contratto – «non sono soldi dei ternani», ci tiene a dire – il milione di euro consigliato per la ricapitalizzazione, interinali, magazzino e paniere sociale: «Quattro creme? Capisco la battuta, ma sono 15 mila prodotti di prima utilità. E vista la provenienza politica del consigliere Orsini, persona che stimo, sono certo che appoggerà questa cosa. Rilancio? Ho citato degli indicatori finanziari non a caso. Siamo arrivati ad una posizione finanziaria di -400 mila euro, ora ciò è stato ribaltato e non è poesia. Prendete il piano industriale precedente e confrontatelo con questo, poi ne parliamo». Chiusura per Scarpellini: «Al 31 marzo 2019 l’amministratore presenta nei conti una perdita di 69 mila euro e, a fine anno, di 107. Non è proporzionale, è chiaro, ma abbiamo riportato sei punti ben ragionati e valutati: le perdite nel corso dei mesi sono sempre più leggere». La partita proseguirà lunedì pomeriggio in consiglio.

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