Landini a Terni: «Il lavoro torni centrale»

Il segretario nazionale della Cgil al Caos per parlare del mondo operaio. «Siderurgia non in crisi. Serve politica pubblica nazionale forte»

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«Il mondo del lavoro mai è stato frantumato, diviso e contrapposto come in questa fase, in molti casi ridotto a merce da comprare e vendere. Il tema da cui ripartire deve quindi essere quello di rimettere al centro l’idea che le persone devono avere il diritto di potersi realizzare e di vivere dignitosamente». Maurizio Landini, segretario nazionale della Cgil, è arrivato a Terni, martedì pomeriggio al Caos, per parlare del libro di Loris Campetti ‘Ma come fanno gli operai’, un’occasione per fare un’analisi a tutto tondo – proprio nella città dell’acciaio – sulle problematiche attuali non solo del settore metalmeccanico, di cui per anni è stato rappresentante nella Fiom, ma della delicata fase italiana economica e politica più in generale.

MAURIZIO LANDINI: «SERVE FARE INVESTIMENTI», VIDEO

Il dibattito Una riflessione – con Landini, oltre allo stesso Campetti, c’erano il segretario generale della Cgil di Terni, Attilio Romanelli, ed il giornalista Marco Vulcano – che non poteva non toccare il tema della siderurgia che, a detta del sindacalista, «non è in crisi, in quanto non c’è mai stato tanto bisogno di acciaio come adesso nel mondo e in particolare di acciai anche speciali di qualità, che siano in grado di reggere il livello di innovazione tecnologica». Per questo, a detta dello stesso Landini, «serve che ci sia una politica pubblica nazionale che vada in questa direzione. Il nostro atteggiamento – ha continuato -, come abbiamo fatto a Terni durante le lotte del 2014, è che ci siano investimenti e una presenza ancora più forte di imprese in questo settore. Ma c’è anche un problema di tutela ambientale, in modo che i processi non inquinino, come avvenuto in tanti casi. Lo abbiamo detto anche ieri durante l’incontro con il ministro Di Maio su Ilva: bisogna tutelare la salute e il lavoro delle persone, ma allo stesso tempo fare gli investimenti che è necessario fare».

La riforma totale del Jobs Act è una delle priorità della Cgil. « Abbiamo scioperato contro – ha ricordato il sindacalista -, chiesto il referendum e siamo l’unica forza organizzata che ha fatto una proposta di legge in cui chiediamo di riscrivere tutto il diritto lavoro nel nostro Paese. Se il ministro pensa di fare cambiamenti noi siamo disponibili ad andare ai tavoli di trattativa per valutare nel merito le proposte. E’ giusto che chiunque debba avere dei diritti minimi garantiti, non solo salariali ma anche normativi, come ferie, malattie ed infortuni, per impedire una concorrenza al ribasso».

I temi Contratti a termine, articolo 18, Statuto dei lavoratori, estensioni degli ammortizzatori sociali, legge sulla rappresentanza, riforma della Monti-Fornero, reddito di inserimento e garanzia sono altri temi centrali secondo il sgeretario della Cgil, che ha anche definito «inaccettabili» i toni e gli argomenti del ministro degli Interni Salvini sul censimento dei rom. «E’ in contrasto con i principi della Costituzione e manda un messaggio sbagliato» ha detto Landini. Infine, una riflessione sulla questione della classe operaia che sembra aver ‘tradito’ la sinistra, anche in una città come Terni. «E’ indubbio – ha concluso Landini – che il voto espresso dalle persone, anche da parte del mondo del lavoro, ha premiato forze diverse da quelle che qualcuno poteva pensare, ma sta anche aumentando il numero delle persone che non vanno a votare. Il mondo del lavoro non è sufficientemente rappresentanto per i bisogni e gli interessi che ha e si stanno maturando anche altre scelte e valutazioni. Il problema per noi è avere ancora di più ruolo autonomo e indipendente dal quadro politico, rispondere a chi rappresentiamo» .

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