«L’Umbria invecchia, giovani vanno via»

Presentato il bilancio sociale Inps 2016: popolazione sempre più vecchia, perdita di abitanti e ampia percentuale di over 75. Barberini: «Ci obbliga a riflettere»

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Un’Umbria vecchia, con un ampio numero di over 75,  perdita di abitanti e scarse risposte dal mondo economico. Questo in sintesi lo scenario umbro che esce dal bilancio sociale Inps 2016, presentato giovedì mattina nella sala consiliare della Provincia di Perugia dal direttore Sonia Lucignani e dal presidente del comitato regionale Gianni Scalamonti.

Le criticità In rappresentanza della Regione la presidente del consiglio regionale, Donatella Porzi, e l’assessore alla salute Luca Barberini: «Ci restituisce – le parole della prima – il quadro dell’Umbria nel 2016 alle prese con la crisi. Un anno culminato con il terremoto i cui effetti concreti potremo conoscerli dal bilancio Inps del prossimo anno». Il secondo invece ha messo in risalto alcuni dati: «Da questo bilancio – ha sottolineato – emerge che la nostra regione perde abitanti ogni anno, 4 mila negli ultimi tre anni, il doppio della media italiana. Il dato sull’invecchiamento della popolazione obbliga a riflettere: il 26% degli abitanti è over 65 e, secondi solo alla Liguria, abbiamo il maggior numero di over 75 che si assestano al 12% della popolazione. Per contro i giovani sono costretti ad abbandonare l’Umbria. Ed è qui che si apre la sfida. Siamo obbligati a creare un modello alternativo a quelli del passato non più proponibili che tenga conto di nuovi bisogni e nuove realtà. C’è poi il tema del post terremoto in una regione che mentre festeggia la positiva ricostruzione dal sisma del 1997 è già alle prese con la distruzione di un’ampia fetta del suo territorio». Luci e ombre sull’andamento economico e sociale dell’Umbria: «L’istituto – ha concluso Barberini – non è più soltanto da considerare un riscossore di contributi previdenziali, ma uno strumento di portatore di attività innovative come la lotta alla povertà».

Il rischio Il presidente della Provincia di Perugia, Nando Mismetti, si è soffermato sul fatto che «le riforme come quella sulle Province, seppur interessanti come tentativo di novità, se non si accompagnano con l’attenzione e l’ascolto necessari rischiano di non risolvere i problemi, anzi di acutizzarli».

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