Musica e cultura per ‘L’Umbria che spacca’

Presentata a Perugia la 6° edizione del festival. Musica e cibo made in Umbria e la collaborazione con la Galleria nazionale

Condividi questo articolo su

Il sindaco Romizi e Aimone

C’è l’Umbria che suona, quella che crea cultura e che fa arte. Ma anche quella che si diverte. Tutte queste realtà troveranno spazio, per il sesto anno consecutivo, ai giardini del Frontone, a Perugia, dal 6 al prossimo 8 luglio per ‘L’Umbria che spacca’.

L’edizione della maturità, spiegano gli organizzatori che hanno presentato, mercoledì, un ricco programma di iniziative che arricchiranno il classico cartellone che ormai da sei anni vede Perugia trasformarsi in un palcoscenico per le migliori band della regione. La musica, come sempre, sarà la regina della manifestazione con oltre 30 band ed artisti umbri sotto i riflettori: sono attesi quest’anno il duo rap romano Carl Brave x Franco 126 in cima a tutte le classifiche, la garanzia del rock viscerale ed italico degli Zen Circus e un tocco di internazionalità con la band inglese The Subways. ‘L’Umbria che spacca’ non finisce quindi di stupire ed entra così di diritto tra gli eventi musicali più importanti della regione.

Più luoghi. Oltre al Frontone, come location principale dopo l’edizione 2017 che si era svolta a San Francesco al Prato, si aggiungono anche nuovi palchi e belle novità grazie all’impegno profuso dall’associazione culturale Roghers Staff. Due i palchi in contemporanea nel giardino della città nel cuore di Borgo XX Giugno, quello principale e quello del RedBull Tour Bus con oltre 30 artisti umbri, italiani e stranieri, uno alla Galleria nazionale dell’Umbria, uno in fondo alle scalette di Sant’Ercolano per i talk, due workshop al giorno con tematiche che spazieranno dal music managment, al guitar teching, dalla start-up economy alla gestione d’impresa, cibo e bevande 100% made in Umbria e performance di danza moderna e street art.

La presentazione

Nuova normativa «È stata un’edizione difficile da organizzare anche perché ci siamo allargati in più spazi della città – ha affermato Aimone Romizi – ed abbiamo cercato di utilizzare al meglio i finanziamenti che fortunatamente ci arrivano da enti pubblici e anche da privati ma cerchiamo di sopperire a tutto il resto con le forze e il volontariato di uno staff di 35 persone dell’associazione che lavora senza scopo di lucro. Vedere che qualcuno ci dà una mano ci inorgoglisce ed è per questo che continuiamo a dormire la notte sotto il palco anche per risparmiare in servizio di vigilanza notturna». Dopo le vicende dello scorso anno a San Francesco al Prato, ha spiegato ancora il direttore artistico, «non volevamo più fare il festival ma sono state le istituzioni a convincerci e richiamarci». Il festival è stato infatti il primo evento a fare da ‘cavia’ per le nuove normative sulla sicurezza relative alle manifestazioni pubbliche: «Anche se eravamo al momento sbagliato nel posto sbagliato ci siamo molto scoraggiati nel vedere che tutti i nostri sforzi erano stati vani ma il nuovo slancio ce lo hanno dato le istituzioni con le quali ci siamo mossi bene e in tempo».

L’Umbria che spacca a Perugia

Fiducia del sindaco Istituzioni che non hanno fatto mancare apprezzamenti anche in conferenza stampa. «Fiducia» e «scommessa» sono state le parole usate dal sindaco di Perugia per un festival «che ha raggiunto la piena maturità anche coinvolgendo spazi e soggetti diversi». A questo proposito Andrea Romizi ha sottolineato la bella sinergia che si è creata con la Galleria nazionale dell’Umbria. Su questa collaborazione è intervenuto il direttore Pierini: «Umbria jazz ha uno spazio ogni giorno alle 12, la Sagra musicale dedicherà un concerto al centenario della Galleria, abbiamo già un rapporto con Trasimeno Music fest, ma mancava qualcosa. Con L’Umbria che spacca la Galleria dimostra di essere uno spazio che sa mettersi in gioco. Anche per testimoniare che la musica ‘pop’ può veicolare cultura: la prima volta che ho sentito parlare di Andy Warhol è stato da David Bowie. «Perugia ha questa attitudine da sempre ed essere rock significa guardare al futuro e parlare una lingua diversa – ha aggiunto l’assessore Fioroni – ed è per questo che vogliamo far crescere quest’anima della città».

Galleria nazionale ‘L’Umbria che spacca’ quest’anno sarà anche una ‘Galleria che spacca’ con un palco più intimo e adatto alla location dove sarà allestito. Tanta musica di qualità quindi anche dentro la Galleria nazionale dell’Umbria per un mix suggestivo di arte e note per tutti e tre i giorni di festival. La formula sarà sempre la stessa, visita guidata (ore 17, 50 posti) alla collezione della Galleria, concerto acustico (ore 18.15, altri 50 posti per un totale di 100) in sala Podiani e a seguire aperitivo di chiusura offerto dall’organizzazione. Si inizia il 6 luglio con Wu Ming ed Egle Sommacal (Massimo Volume) per poi proseguire il 7 luglio con Umberto Maria Giardini e infine l’8 luglio con Paolo Benvegnù. Gli artisti a loro modo, durante la visita guidata commenteranno i quadri e le opere in mostra, dopo la “critica” più tradizionale che sarà a cura del direttore della Galleria Marco Pierini. Gli appuntamenti, tutti gratuiti, ad un giorno dall’annuncio sul web sono ad oggi già sold out.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli