Omicidio via Piemonte: condanne confermate

Definitivi gli 11 anni inflitti a Marjel Mjestri per aver ucciso Nela Oltjan dopo una lite in discoteca. Conferma anche per Pichierri

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Diventa definitiva la condanna a undici anni, complessivi, di reclusione per il 22enne albanese Marjel Mjeshtri, già giudicato e condannato – con conferma in appello – per l’omicidio del 20enne connazionale Nela Oltjan, accoltellato a morte nella notte fra il 7 e l’8 dicembre del 2015 in via Piemonte, dopo una lite scoppiata per futili motivi in una discoteca della zona.

Ricorso inammissibile

La decisione della Suprema Corte di Cassazione è giunta nella serata di mercoledì e fa seguito all’impugnazione, discussa nel corso della stessa giornata, da parte del legale difensore dell’omicida, l’avvocato Massimo Proietti. I giudici, accogliendo le richieste della procura generale e del legale dei familiari di Nela Oltjan – l’avvocato Francesco Mattiangeli -, hanno dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Nell’ottobre del 2016 Marijel Mjeshtri si era visto infliggere dieci anni e otto mesi dal gup Simona Tordelli – in aula l’accusa ne aveva chiesti sedici – con le modalità del giudizio abbreviato. Accanto a questa, un’altra condanna a quattro mesi per possesso di oggetti – il coltello – atti ad offendere. Sentenze poi confermato nel settembre del 2017 dalla corte d’assise d’appello di Perugia.

L’omicidio e gli arresti

Nela Oltjan, prima pestato a sangue e poi accoltellato all’addome con un’arma di modesta lunghezza ma sufficiente per lesionargli l’aorta addominale, era morto dopo due giorni di agonia all’ospedale di Terni. Nel giro di poche ore gli agenti della squadra mobile avevano arrestato quattro persone: il presunto omicida ed altri tre soggetti che, secondo l’accusa, avevano partecipato al pestaggio. Uno di questi, il 27enne ternano Giacomo Pichierri, era stato condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione per lesioni aggravate. La Cassazione ha preso in esame anche la sua posizione, confermando quanto già deciso in primo grado e ribadito in appello.

Francesco Mattiangeli

I legali

Se per l’avvocato Proietti, che aveva fondato il proprio ricorso sulla derubricazione dell’omicidio da ‘volontario’ a ‘preterintenzionale’, la decisione «non rappresenta una sorpresa», l’avvocato Mattiangeli si dice «soddisfatto in quanto è stata confermata l’ipotesi più grave e sono state respinte le richieste volte al riconoscimento della legittima difesa o di ricondurre il fatto nell’alveo della preterintenzionalità. Per i danni – conclude – valuteremo la possibilità di accedere al fondo vittime o se agire contro lo Stato».

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