Polemiche a Perugia per la donna nuda

L’opera ‘Senza Catene’, realizzata dagli studenti del liceo artistico contro la violenza sulle donne fa già discutere per lo spostamento dal Pincetto a Palazzo Penna

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di P.C.

C’è una donna nuda che sta facendo discutere a Perugia. È la statua – dal titolo ‘Senza catene’ – realizzata in occasione dell’otto marzo dagli studenti del liceo Artistico Bernardino Di Betto per sensibilizzare sulla violenza sulle donne.

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La tavola rotonda (foto dal comunicato)

Donna nuda Senza Catene

Una donna nuda, seduta sulla panchina rossa (quella che fu installata lo scorso anno al Pincetto), cinta soltanto da una fascia dorata sui seni. L’iniziativa nasce per l’otto marzo da un progetto dell’Artistico che dopo un anno di lavoro hanno potuto finalmente esporre l’opera da loro curata. All’inaugurazione erano presenti gli assessori alla cultura e ai servizi sociali – Teresa Severini e Edi Cicchi – la consigliera provinciale di parità Gemma Bracco, il coordinamento Donne di Cgil, Cisl e Uil. A seguire, si è tenuto un momento di riflessione che ha coinvolto tutti i presenti ed in particolar modo i ragazzi, che si sono confrontati sulle emozioni suscitate dall’aver lavorato a questo progetto, sul tema della violenza contro le donne e sul messaggio che hanno voluto lanciare con quest’opera: «Una donna che possa essere libera di essere ciò che vuole in una società che purtroppo come quel velo dorato, ancora la costringe entro determinati schemi».

La foto pubblicata sui social

Circolo Island: «Censurata per offesta al pudore»

La polemica nasce dal fatto che inizialmente doveva essere installata (o si pensava dovesse essere installata) anch’essa al Pincetto. Ma poi si è deciso di spostarla a Palazzo della Penna, all’ingresso, dove comunque è visibile a tutti, ma meno ‘esposta’. Una scelta che ha fatto storcere il naso agli attivisti del Circolo Island, che hanno reso pubblico il loro dissenso: «L’opera era concepita per essere esposta al Pincetto così da essere visibile e fatta per far interagire l’osservatore con la donna – scrivono – ma molti hanno ritenuto l’opera inappropriata in quanto offensiva al pudore, impedendone l’esposizione in piazza e relegandola in un angolo di palazzo Penna. Noi vi invitiamo ad andarla a vedere e valutare quanto sia ‘inappropriata’».

Dall’amministrazione: «Macché censura, è un atto di sensibilità»

Cade dalle nuvole Edi Cicchi, che pensava di aver chiarito la faccenda già venerdì mattina, quando l’opera è stata inaugurata: «Alcuni ragazzi del liceo – racconta – avevano dimostrato qualche perplessità sul posizionamento della statua a Palazzo Penna perché pensavano la mettessimo in una stanza chiusa del museo, ma quando hanno visto che è in un luogo di passaggio e accessibile a tutti e soprattutto quando abbiamo spiegato loro le motivazioni della nostra scelta sono stati d’accordo. Quindi sinceramente ora non capisco da dove nasca questa polemica e perché». Ecco, appunto: le motivazioni. Perché la statua non è stata messa al Pincetto? Stando all’amministrazione comunale la motivazione è duplice: da un lato per preservarla («visto che dopo un anno la panchina rossa era già rovinata», fa notare la Cicchi), dall’altro per una questione di ‘sensibilità’, visto che non tutti ne avrebbero compreso appieno il significato.

La presentazione di “Senza Catene” (foto dal comunicato)

Edi Cicchi: «Polemica sterile»

«Ma per quanto mi riguarda la ‘nudità’ non c’entra nulla – chiarisce la Cicchi – anzi, a dirla tutta, se vuole sapere la mia, io la statua l’avrei lasciata al Pincetto. Solo che ad un certo punto ci siamo resi conto che non tutti hanno medesima sensibilità e qualcuno poteva interpretare male il significato dell’opera, che viene fuori da un percorso fatto con i ragazzi del liceo. Noi sappiamo bene quello che vuol dire, sappiamo da dove è nata questa cosa e quale è stato il pensiero degli studenti nel portare avanti l’opera. D’altro canto però, insieme alla consigliera di parità, insieme alle donne di Cgil, Cisl e Uil, abbiamo pensato che bisognava anche rispettare quelle donne che sostengono che il corpo femminile venga sempre troppo utilizzato nella sua nudità, ad esempio nella pubblicità. Quindi, condividendo la decisione con gli organizzatori, con i docenti e con gli studenti, abbiamo pensato di portarla in un luogo più idoneo come Palazzo Penna, ma non è escluso che poi, quando sarà completata la riqualificazione del Pincetto, la statua possa tornare lì, per occasioni particolari (penso ad esempio al 25 novembre, giornata contro la violenza sulla donna) o, se sarà una decisione condivisa, anche in via definitiva. Ma tutto in estrema serenità. Senza alcuna strana motivazione. Sinceramente, mi sembra una polemica sterile».

Il contesto elettorale

Ovvio che, a pochi mesi dalle elezioni, tutta la questione assuma significati e obiettivi che vanno ben oltre la statua, la festa della donna e la sensibilizzazione contro la violenza di genere. Alle prossime elezioni l’amministrazione Romizi conterà sul forte appoggio della Lega, che spesso – attraverso suoi esponenti molto attivi in Umbria come il senatore Pillon – ha manifestato idee e posizioni ‘revisioniste’ sul ruolo della donna nella società italiana. Così, non appena si è diffusa la notizia, tanti commentatori hanno identificato la scelta come un chiaro segnale politico. Dall’amministrazione giurano che non sia così («non siamo mica nel medioevo», dice un assessore commentando le polemiche) mentre da sinistra è già partito il tam tam. Alla fine resta la considerazione di come ci sia ancora molta strada da fare. Contrariamente a ciò che vuole testimoniare il significato dell’opera, una donna ancora non può «essere libera di essere ciò che vuole» in questa società: né essere ritratta nuda in pubblica piazza né decidere di non esserlo. In ogni caso ci sarà qualcuno che ha qualcosa da dire. Soprattutto in campagna elettorale.

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