L’Umbria nel 2018 ha prodotto più rifiuti urbani rispetto al 2017, facendo registrare un aumento che supera di poco il 2%. Per quel che concerne la raccolta differenziata il dato si attesta al 63,4%, non superando la soglia-obiettivo della normativa 2012: sono alcuni dei numeri contenuti nel rapporto 2019 dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, presentato martedì alla Camera dei deputati.
IL DOCUMENTO INTEGRALE – TUTTI I DATI
La produzione
Nel 2018 sul territorio regionale sono stati prodotte 460 mila 388 tonnellate di rifiuti urbani, 10 mila in più rispetto al dato registrato nel 2017 (450.830). Si tratta comunque della seconda cifra più bassa dell’ultimo quinquennio: nel 2014 si toccò quota 476.375. Il record è della Lombardia con quasi 5 milioni di tonnellate (complessivamente in Italia si è andati oltre i 30 milioni).
Per abitante
Di conseguenza c’è un incremento anche nel conteggio per singola persona. Nel 2018 – produzione pro capite – il dato è di 522 chili per abitante, 13 in più nel confronto con l’anno precedente e dieci in meno rispetto al 2014 (532,4); sono solo cinque le regioni con una cifra più alta in tal caso e si tratta di Valle d’Aosta, Liguria, Toscana, Emilia-Romagna e Marche. La media nazionale non va oltre i 499,7 chili.
La differenziata
Sono sette le regioni a superare la soglia del 65% – raccolta rifiuti urbani – e tra queste non c’è l’Umbria, che si ferma poco sotto. Si passa dal 61,7% del 2017 al 63,4% del 2018: al top c’è il Veneto con oltre il 73%, quindi le Marche con il 68,6% e l’Emilia-Romagna a quota 67,3%. Maglia nera per la Sicilia con il 29,5%, con il dato nazionale che si attesta invece al 58,1%.