Sangemini, da tempo solo voci preoccupanti

L’ultima riguarda investimenti al nord ma linea vetro ‘usata’ in Umbria. I lavoratori: «Nel 2014 Pessina ci esortava a manifestare. Oggi un piccolo presidio dà fastidio»

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Da un po’ di tempo alla Sangemini – dove i lavoratori sono in assemblea permanente dopo che la proprietà ha dato ‘buca’ a tutti all’incontro di giovedì in Confindustria, fissato per presentare il piano di sviluppo – si va avanti solo a voci, per lo più preoccupanti. Come quella che vuole investimenti nel sito Norda di Primaluna (Lecco) in particolare su una nuova linea vetro, mentre in Umbria si dovrebbe rimpiazzare quella vecchia – di circa 30 anni – con un’altra usata, da rigenerare, portata a San Gemini da altri stabilimenti.

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Solo dubbi

Voci che – oltre a rincorrersi nello stabilimento delle acque minerali e a sommarsi ad altre precedenti, non più liete – destano preoccupazione in relazione alla reale volontà della famiglia Pessina di investire sulla Sangemini e le sue produzioni. L’incontro del 24 settembre mattina – precedente a quello in Regione – presso la sede centrale, come stabilito da proprietà e sindacati, dovrebbe servire proprio a rivelare le intenzioni di chi comanda.

Massimo Pessina

Contraddizioni

Intanto la memoria va indietro nel tempo, a quel 2014 post-fallimento in cui Massimo Pessina si presentò come salvatore della patria: «Allora – ricorda un vecchio lavoratore – ci invitava a stare fuori dalla prefettura, a rappresentare le nostre ragioni perché la situazione si sarebbe poi sbloccata. Oggi un minimo presidio di neanche quaranta persone, pacifiche, dà fastidio ed è la ‘causa’ della mancata presenza dell’azienda in Confindustria. Ci sembra, scusate, una presa in giro. Non sarà che al tempo siamo stato usati e oggi diamo solo fastidio?».

La politica

La riflessione dà l’idea di quanta poca serenità  ci sia oggi fra chi lavora in Sangemini: «Anche la politica – osserva l’anonimo – è ora che ci metta la faccia. Ieri (giovedì, ndR) lo ha fatto il sindaco Grimani (senatore del Pd, ndR) e lo ha fatto il vice presidente della Regione Paparelli fuori dai cancelli della fabbrica. Lo stesso assessore Cecchini, competente per le acque minerali, ci ha ascoltati. E gli altri? Eppure abbiamo parlato con tutti. Solo che ora non si palesa più nessuno».

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