Sisma, Cascia riparte da residenza sanitaria

Grande festa in programma sabato 22 settembre per l’aperta della nuova struttura di riabilitazione ospedaliera

Condividi questo articolo su

A Cascia, a due anni dal sisma, sabato 22 settembre sarà aperta la nuova struttura di riabilitazione ospedaliera e residenza sanitaria assistita messa a disposizione dalle monache del Monastero Santa Rita da Cascia nell’ex Casa esercizi spirituali, nei pressi della Basilica di Santa Rita. Si tratta della prima realtà sanitaria che torna operativa in tutto il cratere del centro Italia dopo gli eventi sismici.

L’inaugurazione prevista per sabato 22 settembre

Venerdì mattina a Perugia sono state illustrate le caratteristiche della struttura e il programma organizzato a margine della cerimonia di inaugurazione che prevede una tavola rotonda dal titolo ‘La riabilitazione come vocazione: esperienza e prospettive della riabilitazione a Cascia’, il taglio del nastro e un concerto-spettacolo di solidarietà sul sagrato della Basilica di Santa Rita, con cantanti e artisti di fama nazionale e aperto gratuitamente al pubblico.

La prima regione

«L’Umbria è la prima regione che, dopo gli eventi sismici del 2016, riapre in forma stabile una struttura sanitaria e ciò rappresenta un grande successo per la Regione e per Servizio sanitario regionale», ha detto l’assessore regionale Luca Barberini. «Cascia vanta una lunga tradizione in campo sanitario e da anni richiama molti cittadini da fuori regione che hanno trovato in questo luogo risposte ai loro bisogni di cure. Grazie alla collaborazione tra Regione Umbria, Comune di Cascia, Usl Umbria 2, Monastero Santa Rita da Cascia e con il grande sostegno di molti benefattori e la partnership della Fondazione Francesca Rava – NPH Italia Onlus, che con il contributo di Fondazione Vodafone Italia ha sostenuto questo progetto, nasce questa nuova realtà sanitaria che metterà a disposizione 40 posti letto». Per Barberini, «per far rinascere Cascia e tutta la Valnerina occorre dare impulso alla ricostruzione e allo sviluppo economico anche con l’obiettivo di creare nuova occupazione, ma è anche importante ripristinare i servizi, primi tra tutti quelli socio-sanitari». Il sindaco di Cascia Gino Emili ha ricordato che «in questi anni abbiamo sentito la forte vicinanza della Regione e della Usl. Grazie alla solidarietà delle monache del Monastero di Santa Rita e i tanti benefattori, primi le Fondazioni Rava e Vodafone, abbiamo potuto realizzare questo importantissimo tassello per tornare alla normalità e guardare al futuro».

La struttura

Il direttore della Usl Umbria 2, Imolo Fiaschini, ha spiegato che «la struttura è composta da 3 piani e tutti gli arredi e i macchinari sono innovati. Il primo e il secondo piano sono dedicati alla degenza, mentre il piano terra ospiterà la riabilitazione per esterni, la radiologia e l’area ambulatoriale. Complessivamente sui tre livelli è interessata una superficie di 3 mila metri quadrati e il canone di locazione annuo è di 156 mila euro. L’obiettivo finale del progetto è quello di assicurare, ai pellegrini, agli abitanti della Valnerina e delle zone circostanti, un centro di riferimento dove poter ricevere cure e assistenza medica specialistica e, in particolare di ripristinare due poli specialistici di riabilitazione e Rsa. Il centro specialistico per la sclerosi multipla di Cascia (che era in funzione presso l’ospedale) era un polo d’eccellenza che serviva tutta Italia, in particolare prima che il terremoto rendesse inagibile la struttura ospedaliera della città. Restituirlo alla popolazione significa quindi, ripristinare un servizio prezioso che ha già dimostrato risultati concreti nella lotta alla sclerosi multipla. Assicurare una nuova struttura sanitaria alla Valnerina, non da ultimo, significa anche restituire posti di lavoro in loco, perduti in conseguenza delle scosse sismiche». La riconversione della ex Casa esercizi spirituali ‘Santa Rita’ in struttura ospedaliera, ha riferito Lanfranco Castellucci, direttore dei lavori e referente del Monastero Santa Rita da Cascia, «ha richiesto importanti interventi all’edificio. Per il Monastero ha rappresentato un atto di profonda vicinanza ai bisogni della comunità e con questa motivazione è stato deciso di aderire al bando della Usl. Abbiamo lavorato in tempi stretti e in alcuni momenti sul cantiere erano operativi 50 operai».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli