Terni, un assessore pensa alle dimissioni

Il sindaco pensava di aver fatto quadrare il cerchio con l’ingresso di Bordoni-Scarcia nell’esecutivo. Invece all’orizzonte c’è una nuova grana

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di F.T.

Doveva essere un rimpasto ‘fisiologico’ – al netto del costante confronto/scontro fra la commissaria della Lega Terni Barbara Saltamartini e il sindaco Leonardo Latini – e invece rischia di trasformarsi in qualcosa di più. Perché oltre all’ingresso in giunta di due avvocati – il capogruppo della Lega Leonardo Bordoni e Giovanna Scarcia, caratterizzata da stima reciproca con il primo cittadino – ci sarà, probabilmente, da rimpiazzare un terzo assessore. Voci sulle dimissioni di Sara Francescangeli dalla giunta-Latini si erano infatti rincorse per buona parte della giornata di mercoledì e ora l’ipotesi sembra prendere sempre più piede. All’orizzonte riacquista così consistenza l’ingresso nell’esecutivo del dirigente scolastico ed ex consigliere Cinzia Fabrizi. Ma andiamo per ordine.

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Rabbia

La Francescangeli, silente per tutta la giornata di mercoledì ancorché elogiata pubblicamente – non a caso – dalla Saltamartini, sarebbe infatti semplicemente imbufalita. Da cosa? Dal cambio di deleghe – via la polizia locale, in arrivo la scuola – ritenuto dalla diretta interessata uno ‘svuotamento’, un ‘declassamento’, nonostante proprio da alcune di quelle deleghe l’ex collega Valeria Alessandrini sia partita per poi spiccare il volo verso il consiglio regionale. Una nuova doccia fredda per il primo cittadino – tentativi di ricomposizione verranno fatti ma si preannunciano complicati – che pensava di aver finalmente ottenuto la quadratura del cerchio con il sostanziale ‘via libera’ della commissaria leghista all’ingresso in giunta del duo Bordoni-Scarcia.

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Veleni in serie

Il tutto mentre serpeggiano a palazzo i veleni per la questione del disavanzo su cui – il documento esiste, checché se ne dica, ed è giunto alla ragioneria comunale – la Corte dei Conti avrebbe fornito stime radicalmente diverse, e superiori, rispetto a quelle sancite dagli uffici comunali e avallate da giunta e consiglio. Una questione che il Comune pensava di poter gestire senza troppi problemi, con un consueto scambio di missive, lontano dai riflettori. Non è andata così, i sospetti che qualche ‘scontento’ possa aver diffuso i contenuti del documento è forte e anche per questo il rimpasto ‘allargato’, fonte di disagio politico e personale, potrebbe però servire a disinnescare un’altra bomba di bassa Lega.

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